Capitolo 141

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Cirilla avvertì il tintinnio della bacinella seguito da un singulto. Si svegliò di soprassalto spaventata dall'insolito schiamazzo, e trovò Henry che si stava lavando nervosamente le mani.

"Henry?" il ragazzo mosse lo sguardo ma non il capo. Continuò a lavarsi con insistenza e Cirilla, notò il sangue nella bacinella. Saltò in piedi e corse al suo fianco. Recuperò un pezzo di stoffa e allontanò la mano di Henry per occuparsi personalmente.

"Che è successo?" Il ragazzo aveva gli occhi scuri e profondi, come quella volta in guerra. Aveva fatto qualcosa di tremendo, pensò Cirilla. Henry si fermò, e la mangiò con gli occhi prima di prenderle il volto e trarla a sé, abbracciandola forte.

"Non sono arrabbiato." Le disse piano. Cirilla gli massaggiò la schiena, era ricoperto di schizzi rossi, notò guardando la camicia una volta bianca.

"Henry?" ma lui non la lasciò andare. "Parlami. Che è accaduto? Ti hanno aggredito?"

"Mi mancherai tantissimo, Cirilla."

Cirilla era troppo confusa. Le stava venendo la nausea al solo dover pensare che cosa stesse accadendo. Sembrava di essere su un cavallo imbizzarrito che andava su e giù nel tentativo di prenderla a calci.

"Non importa. Se vuoi andare con lui, mi va bene."
"Ma con lui chi?" mormorò Cirilla confusa. Le ci vollero due secondi per rimettere insieme i pezzi. "Ma con il duca di York? Ti sei impazzito? Perché vorrei andare con un individuo tanto viscido."

"No, Cirilla. Con Tristan."

La ragazza fece del suo meglio per non sollevare gli occhi al cielo. "Ancora questa storia."

"Non mi arrabbierò, ti lascerò andare se lo desideri." E Cirilla vide quanto gli costò ammetterlo, tanto che non lo prese più in giro.

"Henry, cosa diavolo stai dicendo?"

"Che voglio tu sia libera di fare quello che credi. Non voglio che tu ti senta imprigionata." Cirilla gli allontanò le mani dal viso e continuò a medicarle con premura.

"Stai delirando. Cosa è successo, hai sbattuto la testa? Sei andato dal duca, non è così? È il suo sangue questo?" Henry non rispose e continuava a guardarla come se potesse sparire da un momento all'altro.

"Cirilla, sono serio."

"Anche io." Disse fermandosi e lanciandogli un'occhiataccia. "Cosa ti è saltato in mente? Ti ho detto che non era nulla."

"Lui se lo meritava. Non voglio parlare di quello, però. Lo sai che puoi dirmi tutto, vero?"

Cirilla abbassò le braccia e lasciò che Henry la portasse a letto dove si due si sedettero. Era la sua occasione, a quanto pareva ma Henry non la fece parlare.

"So del bambino." Rispose semplicemente e lei socchiuse lo sguardo stranita.

"Oh." La ragazza si stropicciò le mani imbarazzata. "Mi dispiace molto Henry. Non volevo accadesse. Lo so che sei sconvolto, posso solo immaginare quanto debba averti colpito tutto ciò."

"Non fa nulla, amore mio. Non è stata colpa tua. Ci ho messo un po' a capirlo, ma adesso lo so. Non potevi saperlo, hai fatto il meglio che potevi in una situazione difficile."

Cirilla pensò che avrebbe sicuramente potuto fare meglio ma a quel punto, era meglio così. Forse doveva andare a quel modo, adesso che Henry lo sapeva, poteva tirare un sospiro di sollievo e pensare a programmare il loro futuro insieme. Avevano molto da discutere.

"Lo so che è presto, ma vorrei già vedere alcune cose-"

"Quello che desideri, Cirilla. Sono a tua disposizione, ho già dato ordine di preparare la tua nave per ritornare a Mane. Manca di informare mia madre, tuttavia non dovrebbe essere difficile, una volta che te ne sarai andata. Me ne occuperò personalmente."

[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora