Capitolo 160

29 3 0
                                    


Arrivarono in Inghilterra e senza passare per Solyard, andarono diretti in Scozia in un viaggio alquanto scomodo. A corte furono accolti da una Meria completamente diversa. Aveva il viso pallido e seppure in carne, sembrava tremendamente triste.

Quando vide Cirilla il volto le si ravvivò. Era come se la dea della speranza fosse scesa dal cielo per darle aiuto e Meria sapeva che adesso tutto sarebbe andato apposto.

"Cirilla! La gravidanza vi dona tanto." ammise Meria guardandola quasi invidiosa.

"Dite? Io sono sempre stanca!" Scherzò Cirilla abbracciandola forte. Meria la strinse, non lasciandola andare subito.

Cirilla lo percepì, come le madri con i figli che Meria si sentiva sola e che l'aveva mandata a chiamare perché era la sua amica. E allora rimase in quell'abbraccio finché lei non si allontanò.

"Il principe è a caccia, venite andiamo nelle mie stanze." Quella era la dimora personale del principe di Scozia, il re e la regina la visitavano di rado, a quanto pareva. Meria passava le sue giornate a poltrire senza fare nulla, perché nulla poteva effettivamente fare. Riceveva la nobiltà, parlava con alcune autorità della nazione, ma per il resto si annoiava.

La sua stanza era molto bella e frugale, rispetto a quella di Cirilla a Mane. I tessuti erano meno pesanti e le decorazioni poco appariscenti.

"Volevo ridecorarla, ma non saprei comunque cosa metterci."

Cirilla si accomodo su una bella poltroncina di fronte a meria, Henry prese posto accanto a sua moglie, guardando sua sorella con intensa attenzione.

Fece portare del cibo e un po' di tè caldo. Cirilla lo prese e si riscaldò le mani mentre Henry le toccava il polso per vedere quanto fosse fredda.

"Allora, come vanno le cose qui?"

"Tutto bene."

"Ti trovi a tuo agio?"

"Abbastanza." Meria lanciò un'occhiata a Henry che, non sapendo nemmeno lui come, comprese e si sollevò per ravvivare il fuoco.

"Qual è il problema."
"Il principe Cirilla. Non visita le mie stanze."

Cirilla sollevò un sopracciglio e la guardò stranita. "Da quando?"

"Non saprei..."

"Meria." La chiamò Cirilla e lei sollevò gli occhi al cielo sputando fuori la verità.

"Dalla prima notte di nozze in Inghilterra."

Cirilla sputò il tè e Henry spezzò un pezzo di legno che stava per gettare le camino. Il silenzio che seguì fu immenso e pesante.

"Così, così tanto?"

"Sì." Meria si guardò le nocche bianche sul vestito verde e avvampò. "Non so cosa fare, la corte ha iniziato a sospettare che io sia sterile e che lui non voglia prendersi il disturbo. Ma io lo vedo che vorrebbe, c'è qualcosa che lo ferma."

"Già questa è una buona cosa."

"Poi mi sono detta, magari è normale all'inizio. Ma non posso chiedere a nessuno e non potevo certo chiedere aiuto per lettera!"

"State calma Meria, un passo alla volta. Perché credete che all'inizio si anormale abbandonare il letto della propria consorte a questo modo?"

"Non lo so, mia madre è venuta qualche tempo fa e mi aveva chiesto come mai non fossi ancora incinta. Le ho detto che non potevo materialmente esserlo per mancanze che non erano le mie e mi ha detto che molto spesso i mariti preferiscono giacere con altre donne piuttosto che con le loro mogli."

[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora