Capitolo 128

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Un dolce odore di pioggia misto al leggero profumo di fiori blu invase il suo spazio e sentì qualcosa toccarle la fronte in maniera protettiva. Fece una fatica immane ad aprire gli occhi ma trovò quelli di Henry ad accoglierla. Erano preoccupati e vividi come l'erba dopo una tempesta.

"Ehi." La salutò prendendole il polso piano. "Stai bene?"

"Uh?" chiese Cirilla mettendosi a sedere. Era ancora nuda e aveva un po' freddo. Si guardò intorno e nella stanza era quasi del tutto buio tolto per il fuoco nel camino e le poche candele in giro. Si era appena addormentata, era ancora notte.

"Hai dormito tutto il giorno Cirilla." Le spiegò Henry e lei spalancò gli occhi tirandosi la coperta al petto.

"Tutto il giorno? Ma come?" Si sentiva spezzata e ancora esausta, aveva riposato troppo? Aveva lo stesso affaticamento di quando quella volta per poco non moriva dissanguata per via del visitatore mensile. Non dubitava che ormai fosse alle porte. Le capitava spesso di perdere i sensi quando era in dirittura d'arrivo perché il suo corpo faceva fatica a combattere i sintomi estenuanti e dolorosi.

"Sì, mamma ha detto che non ti sei presentata alla lezione e la tua dama ha provato a svegliarti ma non c'è stato verso. Mi hanno mandato a chiamare pensando che qualcosa non andasse ma adesso che ti guardo, probabilmente sei solo tremendamente stanca." Cirilla aveva la testa in una bolla e le parole di Henry la raggiungevano ma erano ovattate e aveva un grandissimo mal di testa.

"Non credo nemmeno di essermi proprio svegliata se non adesso." Ammise confusa e controllò le lenzuola per vedere se c'era traccia. Erano pulite, per fortuna.

"Non hai la febbre, ho controllato più volte." Cirilla trasalì e cercò la sua vestaglia. Quando si mise in piedi per andare a prenderla, per poco non rovinava sul pavimento. Si mantenne al palo del letto a baldacchino e Henry corse al suo fianco, aiutandola a sedersi.

Le passò la veste da camera e Cirilla se la appuntò sotto il seno, passandosi una mano tra i capelli e dietro il collo.

"Comincio a preoccuparmi." Ammise Henry ricontrollando se avesse in qualche modo la testa che le scottasse.

"Credo di aver strafatto questi giorni." Concluse Cirilla imbarazzata e Henry le si sedette accanto avvolgendola con un braccio protettivo.

"Lo vedo, oggi rimani a riposo e se dovessi sentirti strana, anche domani."

"Ma è la settimana di celebrazione per il nostro fidanzamento. Non posso sparire a questo modo."

"Non voglio sentire ragioni. Non sei comunque in condizioni per rimanere in piedi, figurarsi intrattenere qualcuno. Oltre al fatto che sei pallida ed esangue."

Cirilla salì sulle gambe di Henry e si appallottolò contro il suo petto come un gattino. Henry la accarezzò rassicurandola, tuttavia era molto spaventato. Non era da Cirilla andare k.o. così di punto in bianco. Nemmeno quando era stata veramente male aveva dormito così tanto. Avevano dovuto sedarla per farla riposare, la cosa lo stava facendo un po' morire dentro.

"Se domani non starai meglio. Chiamerò il medico." Dichiarò Henry, lei fu sul punto di replicare ma la zittì stringendola più forte.

Poi tirò fuori dalla tasca della giacca il mazzolino di fiori blu per Cirilla e lei gli riservò un sorriso ampio e luminoso.

"Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere." Cirilla li portò al naso inspirando profondamente il dolce profumo e si sentì molto meglio.

"Com'è andata?" volle sapere Cirilla mentre Henry le sistemava i fiorellini tra i capelli imitando una coroncina.

"Estenuante. Tutte quelle donne che mi si gettavano ai piedi, un lavoro ingrato." Scherzò Henry e Cirilla sorrise deliziata.

"Meria ti cercava, senza di te si sente molto fuori posto. Domani farai meglio a passare del tempo con lei. Non manca molto prima che lo scozzese se la porti via."

[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora