Capitolo 127

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Quella sera stessa, sua maestà la regina posizionò delle guardie personali alle porte della stanza di Cirilla. La ragazza lo trovò molto divertente e disperato. Le piaceva che l'aveva rimessa a posto e adesso la palla l'aveva lei.

Dato che per quella sera, non attendeva visite e riteneva che Henry avesse bluffato sul fatto di farle visita nonostante le guardie, Cirilla ordinò un bagno caldo.

Si spogliò completamente e entrò nella grande tinozza bollente che lenì immediatamente i suoi polsi e si legò i capelli in una coda alta in modo da non sporcarli.

Si sdraiò con la testa che pendeva sul bordo e un pezzo di stoffa sugli occhi. Un po' di pace finalmente.

Ripensò a come Henry non era riuscito a contenersi. Era la prima volta che gli succedeva di essere così eccitato da non poterci fare molto. Si sentì orgogliosa ma allo stesso tempo, aveva quel senso di insoddisfazione che aleggiava nel suo corpo da prima e adesso che era sola, voleva soddisfarlo.

Henry le aveva insegnato come fare, chissà se ne era capace però. Con lentezza quasi virginale, posò i polpacci fuori dall'acqua su ogni lato della vasca e utilizzando la stoffa bianca che aveva posata sul volto, la portò tra le proprie gambe.

Non sapeva proprio come fare, Henry era cento volte più bravo a compiacerla. Sapeva sempre quello che voleva quando lo voleva e dove. Provò a massaggiarsi con movimenti regolari e scoprì con piacere che la cosa funzionava seppure in piccola parte. Immaginò che la mano di Henry la stesse accarezzando, che lui fosse lì con lei e le baciasse il collo con estrema delicatezza per farle inturgidire i capezzoli.

Il respiro di Cirilla si fece affannato.

Pensò a quella volta nel cottage, dove l'aveva amata con passione, con desiderio. Si ricordò di tutte le volte che aveva dormito al suo fianco per proteggerla e la sua eccitazione crebbe. Vedeva i muscoli di Henry ogni volta che chiudeva le palpebre, le vene nelle braccia, la mascella marcata e affilata.

Era il suo dio e l'avrebbe venerato fino alla morte, quel corpo marmoreo bello come il sole. Premette la stoffa più forte e gemette.

Una folata di vento le scostò i capelli e ci si consegnò a quel fresco intanto che utilizzava l'altra mano per giocare con sé stessa.

Se Henry fosse stato con lei, l'avrebbe presa in giro per quello che stava facendo e poi l'avrebbe presa e lei sarebbe stata subito bagnata per lui. Perché bastava così poco a Henry per averla in ginocchio?

Quelle dita, erano così lunghe e pazienti, riusciva sempre a sentirle fino in fondo quando cominciava a prenderla in giro prima di entrare completamente.

Lasciò andare il capo indietro e scivolò ancora un po' nell'acqua. Aprì gli occhi per guardare il soffitto e quasi non urlò nel vedere il faccione di Henry che la osservava in una specie di trance.

Cirilla fece cadere le gambe di nuovo nell'acqua e si portò dall'altra parte della vasca spaventata ed imbarazzata.

"Per Mane, Henry! Che spavento!"

"Perché ti sei fermata? Mi stavo divertendo."

La ragazza deglutì e si inumidì le labbra guardando l'acqua che ormai stava diventando fredda.

"Non volevo. Io...." Cercò di giustificarsi Cirilla ma non sapeva davvero che dire. Non voleva farlo sentire in colpa per non averla soddisfatta, tuttavia si sentiva in dovere di dire qualcosa per quello che aveva visto. Come se avesse commesso un tradimento e dovesse spiegarlo.

Henry era di un altro parere.

La tirò via dall'acqua e la adagiò sul letto senza asciugarla. Cirilla sostava contro la marea di cuscini con le gambe piegate completamente nuda d'avanti a Henry che si stava tirando su le maniche della camicia bianca e aveva gli occhi così scuri da parere neri.

"Che stai facendo?" chiese innocentemente Cirilla che aveva preso a coprirsi i seni senza una ragione apparente.

"Mi sembra chiaro che prima non hai fatto in tempo a finire. Ma, dato che ti stavi occupando personalmente della mia mancanza." Stava sorridendo quando lo disse, non era per nulla offeso. "Adesso finirai quello che hai iniziato." E le prese le caviglie bloccandole i piedi in modo che non potesse chiudere le gambe.

"Con te, lì?" era proprio di fronte a lei e lui annuì. Cirilla esplose diventando rossa come un tramonto d'estate e Henry adorò quella tonalità sul suo bel viso.

"Esattamente. Vediamo se ti ricordi ancora come si fa." Cirilla non sapeva come fare, si sentiva tremendamente a disagio con lui che la guardava.

"Non puoi... aiutarmi?"

Henry scosse la testa schioccando la lingua divertito. "Da sola, avanti."

La ragazza deglutì pesantemente e poi con riluttanza e guardando verso la finestra semi aperta, riprese da dove aveva lasciato. Fu difficile, perché sentiva lo sguardo famelico di Henry e desiderò che lui se la mangiasse piuttosto che stare a guardare, ma fu quella una delle ragioni per cui cominciò a bagnarsi. Il vederlo così estasiato dal fatto che lei si compiacesse.

Cominciò a massaggiarle le caviglie, era tutto l'aiuto che le avrebbe dato?

Cirilla stava impazzendo. L'inguine ricercava Henry disperatamente e le sue dita sembravano non essere sufficienti. Raggiungeva le porte della libertà ma rimaneva sulla soglia ogni volta, senza riuscire a passare.

Henry allora si sdraiò al suo fianco, il capo posato sul palmo della mano che la osservava. Lei gemeva quasi impercettibilmente e cominciò a chiamare il suo nome disperata per un qualsiasi cosa.

Henry si chinò sul capo di Cirilla e le sussurrò all'orecchio: "Questo è per aver giocato con me, prima." La ammonì e lei arricciò il naso il naso. Voleva atterrarlo e saltargli addosso.

Allora Cirilla optò per il piano B. Afferrò il cuscino sopra la sua testa e avvicinandosi il più possibile al corpo di Henry posò la fronte contro il suo avambraccio mentre apriva le anche e esasperata cominciava a strusciarsi contro la stoffa lucida.

Lui le tirò indietro i capelli e lei cercò di tirarlo a sé, ma Henry la tenne giù con l'altra mano.

"Non barare." La rimproverò e lei sbuffò, facendolo sorridere.

"Pensa a me. A cosa ti farei se fossi io." E Cirilla lo fece. Accompagnata dalla soave voce di Henry si lasciò indicare tutta la miriade di cose che Henry le avrebbe fatte e diventò umida. L'attrito sulla stoffa cominciava a bruciarle e sentì la sensazione famigliare dell'orgasmo batterle nello stomaco.

Cirilla strinse i pugni e arricciò le dita dei piedi. Sentì distrattamente i pantaloni di Henry venire via e nascose il volto tra i cuscini intanto che lui, finalmente le infilava una mano tra le gambe infilandole due dita all'interno.

Cirilla gemette fortissimo e sedendoci sopra con i fianchi spalancati, venne con Henry che la tirò a sé avvolgendola completamente. Si raggomitolò contro di lui precipitando sulla marea di piume che aveva liberato rompendo il cuscino mentre Henry le passava una mano soddisfatta sui capelli.

"Sarai per sempre mia, Cirilla." Cirilla non riuscì a sollevare il capo. Stava sbavando ed era esausta.

"Ti odio." Glielo disse scherzando ma la cosa fece sollevare il petto di Henry con orgoglio.

"Quanto sei bella quando ti arrabbi?" La ragazza ringhiò in maniera svogliata e ricambiò appena il bacio di Henry.

"Ti farò disperare se provi ancora a prendermi in giro a quel modo, Cirilla. Questo è un gioco che ti ho insegnato io, non puoi vincere." Cirilla lasciò cadere il suo braccio contro il petto di Henry e si addormento nuda tra le sue braccia.

Il ragazzo aspettò che lei fosse completamente andata per finire quello che aveva iniziato Cirilla. Non voleva disturbarla, era distrutta.

[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora