Stava ammettendo la sua sconfitta, lo sapeva. Ma che senso aveva combattere se nemmeno Henry si sentiva in vena di farlo?
Non aveva voglia di remare contro tutti. Era stanca e aveva la piccola da proteggere.
"Henry?" Re Charles lo stava chiamando cercando di svegliarlo. "Valle dietro, figliolo. Cosa stai aspettando."
Era troppo imbarazzato per farlo e forse quella stessa era un'ammissione di colpa.
Forse aveva giaciuto con lei per mancanza o per noia. Qualsiasi fosse la situazione, Cirilla aveva il cuore pesante all'idea di abbandonare Henry.
Ci doveva pensare, ora era solo molto alterata.
E non aiutava il fatto che Tristan le stava addosso come un avvoltoio.
Entrò nella stanza e si sedette sul lettone. Fece un sospiro per poi tirare fuori un seno e dare da mangiare a Alexandra. Ci vollero molti minuti perché Cirilla si rendesse conto che Tristan era rimasto spaesato da quello che stava facendo e si girarono entrambi per evitare di guardarsi.
"Perdonatemi." Mormorarono assieme e questo li fece ridere un po'.
"Abitudine." Si scusò Cirilla per poi prendere ad accarezzare i capelli di Alexandra in maniera dolce. Tristan ne fu ammaliato, era davvero la cosa più bella che avesse visto. Non immaginava che anche dopo aver dato alla luce la bambina di un altro, sarebbe stata tanto desiderabile.
"Quello che ha detto quella donna, mi dispiace lo abbiate sentito, Cirilla."
Cirilla non rispose, semplicemente si perse negli occhi velati di Alexandra. Era la sua unica certezza e la tenne stretta a sé.
Tristan sentiva la necessità di colmare quel vuoto con le parole. Cirilla avrebbe preferito che non lo facesse e che la lasciasse sola. Ma non voleva essere scortese.
"Sapete, Cirilla. Se lo desiderate, io potrei-"
"Non lo desidero." Rispose sicura e sollevando lo sguardo dalla bambina. "Non potrei mai desiderarlo, Tristan. Indipendentemente da quello che sta accadendo, per il quale sono sicura ci sia una spiegazione, non ho dimenticato quello che mi avete fatto. C'è una parte di voi che brama di avermi e non posso fidarmi fino in fondo di nessuno tranne me stessa."
"Quindi resterete con quel traditore nonostante tutto?"
"Io non penso di avervi mai fatto intendere diversamente." Sentenziò assottigliando lo sguardo in maniera perentoria. "Non si abbandona chi si ama solo perché il resto del mondo è contro di lui. Che senso ha giurare di esserci se poi alla prima difficoltò si perde fiducia e lo si abbandona?"
"La prima difficoltà? Avete mosso mari e monti per lui, cosa ne avete ottenuto? Che vi ha lasciato per andarsene con un'altra donna. Questo lo chiamate nulla?"
Tristan corse al suo fianco inginocchiandosi davanti a Cirilla, le posò le mani sulle ginocchia e la guardò dritta negli occhi dall'alto della sua mastodontica stazza.
"Sei sprecata con lui. In Danimarca ti darei qualsiasi cosa vorresti. Non avresti nemmeno il tempo di chiederlo."
"Certo, ma con voi sarei infelice." Disse in maniera totalmente glaciale. Tristan fumò afferrandole il collo con la mano buona e tirandola a sé per baciarla. Cirilla sussultò spaventata. Non poteva muoversi con Alexandra lì e sentì la sua lingua cercare di entrare. Doveva pensare velocemente allora decise di optare per l'unica soluzione. Gli morse il labbro spingendolo via quando si allontanò per la sorpresa.
"Come ve lo devo spiegare, Tristan per rendervelo comprensibile?"
Cirilla scivolò via dal letto e in piedi verso la porta. Si coprì e tenne Alexandra sulla spalla, la bambina si stava lamentando molto mentre Cirilla le massaggiava la schiena.
"Io non ho mai smesso di amarti, Cirilla." Ammise guardandola dritta negli occhi e cercando di fare un passo verso di lei.
"Se vi avvicinate," disse lei ostinata a rimanere formale. "Giuro su Mane che mi metto ad urlare e vi farò portare via dalle guardie. Quello che succede tra me e Henry non è una scusa per infilarvi nelle mie lenzuola. Io lo amo, Tristan. Voi non potete capirlo forse, ma non c'è nulla che possiate fare né voi né lui per farmi smettere. Il mio cuore lo sa che esiste una spiegazione a quello che è successo e voi state palesemente cercando di approfittarvi di me. Adesso vi pregherei di uscire." La ragazza si fece di lato e gli indicò la porta. Vide Tristan irrigidirsi e notò che sul montante, la figura di Henry si stanziava scura e impenetrabile.Cirilla riconobbe quell'espressione e strinse Alexandra al petto quando fece il primo passo. I suoi riccioli si mossero per una folata improvvisa di vento poi sentì Tristan imprecare quando Henry gli arrivò addosso atterrandolo.
"Cosa diavolo ti fa pensare di poterla toccare, Bastardo."
Adesso parla? Pensò Cirilla sollevando gli occhi al cielo.
"Il fatto che sei un traditore." I due rotolarono per un po', per poi finire con Henry sopra che lo malmenava sul pavimento.
"Non sono affari tuoi." Erano ridicoli, due ragazzini che litigavano per lo stesso gioco. Peccato che uno se l'era anche sposato.
"Smettetela, per amore del cielo." Cirilla utilizzò un piede per spingere via Henry che si sollevò ma aveva ancora gli occhi iniettati di sangue e non vedeva l'ora di saltare alla gola di Tristan.
"La smetterò quando lui la finirà di volerti scopare." Ringhiò Henry e Cirilla schioccò la lingua. Era esasperata da tutti.
"Per queste cose hai la lingua, ma per difenderti dalle accuse di una adultera che ha offeso tua moglie e l'intera corte, no? Molto maturo principe." Cirilla lo sapeva, che a Henry dava fastidio quando lo chiamava così, poiché era il suo modo freddo e distaccato di dimostrargli che era arrabbiata. Lo spogliava di tutto quello che gli aveva dato riportandolo allo stato in cui si erano conosciuti.
"Tristan, per favore, uscite." Lo invitò Cirilla e il principe, facendo fatica ad alzarsi, acconsentì. I due si guardarono in cagnesco quando gli passò accanto ma poi fu spinto via da Cirilla che gli chiuse la porta alle spalle.
Cirilla posò la piccola nella culla di legno così che sarebbe stata al sicuro e si affaccendò per la stanza fingendosi impegnata.
"Cirilla." La voce di Henry era sottile come impaurita. Lei lo sapeva che quello che stava facendo lo stava distruggendo ma aveva bisogno di un attimo e non riusciva a stare ferma.
"Mi serve un momento, Henry. potresti concedermelo per favore?"
Lui le si parò d'avanti e Cirilla si fermò guardando il capo chino sommerso dai riccioli. Aveva una voglia infinita di tirarlo a sé e accudirlo. Sentiva il suo dolore come il proprio. Ma non sapeva come.
Come passare sopra quello che aveva visto?
"Hai..." non riusciva nemmeno a dirlo. La voce le si strozzava in gola e sentiva le lacrime affiorare.
Gli occhi chiari di Henry guardarono Cirilla implorandola di non chiederglielo allora lei si intestardì e gli domandò: "Hai giaciuto con lei?"
Henry esalò abbassando le braccia e annuì appena.
Cirilla lo superò delusa e sconfitta. Cosa poteva fare?
"Io..."
"Non voglio parlarti adesso Henry. Andrò a farmi una passeggiata, per schiarirmi le idee. Non seguirmi."
"Aspetta."
"Non... toccarmi. Ti prego." Fremette Cirilla quasi schifata dal suo odore. Non riusciva a capire cosa fosse andato storto, dove aveva sbagliato.
Non era stata soddisfacente? Non era abbastanza? Era la gravidanza? Lo aveva disgustato fino a quel punto?
"Perché?" domandò guardando verso il basso. "Perché Henry? Perché proprio lei?"
Cirilla vedeva un uomo a pezzi davanti a sé e non riusciva a non provare pena per lui. Aveva combinato un bel disastro e non sapeva come tirarsene fuori.
Non lo sapeva nemmeno lei.
Le costò tanto abbandonarlo in quella stanza ma per la sua sanità mentale doveva farlo.
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[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - Mature
RomanceSentiva il muro freddo alle spalle e le mani le facevano male per la presa ma stava godendo oltre ogni immaginazione e non solo per la bravura di Henry ma perché lo aveva dove desiderava e lui non si faceva problemi ad amarla d'innanzi a chiunque. S...