Ci vollero due settimane per tirarli fuori dalle stanze da letto e la ragione per cui uscirono fu solo perché sua maestà il re andò a chiamarli personalmente per comunicargli che il principe scozzese aveva richiesto la presenza della famiglia reale per intero. Henry non era molto contento, Cirilla invece era scattata dal letto e aveva ordinato immediatamente la tinozza per ripulirsi.
Non vedeva l'ora di assistere a quella dichiarazione d'amore. L'aveva attesa moltissimo e Henry la guardò correre di colpo piena di energie da una parte all'altra della stanza. Sua altezza il re la trovò molto divertente quando cominciò a sbraitare ordini alla sua dama di compagnia che la seguiva come un cagnolino indifeso sorridendo e imbarazzandosi per la prontezza della sua padrona.
"Vedo che sta meglio." Disse sua maestà il re. Henry inserì le mani nelle tasche della vestaglia da camera e fece un sorriso genuino a Cirilla che si era fermata di colpo d'avanti al camino.
"Catarina, potresti rubare Margaret per un momento a Meria. Tutto questo correre mi sta facendo risalire la colazione e desidererei proprio una tazza di quella tisana che sa fare lei." Catarina volò fuori dalla stanza per portare a termine la sua missione.
Henry, preoccupato le si fece accanto e le accarezzò il viso che era diventato di colpo pallido.
"Non mi piace questo colorito che hai." Le toccò la fronte ma, a parte il freddo, non c'era altro da denotare.
"Ho solo mangiato troppo e adesso mi sto sballottando e sta venendo tutto su." Disse scherzando Cirilla.
"Lo sai che quando esageri poi ti viene la febbre." Cirilla lo congedò sorridendo e continuò la sua missione senza dargli adito. Henry prese a pedinarla, a raccogliere per lei le cose che le cadevano oppure a spostare i vestiti che stava tirando fuori per scegliere cosa indossare.
Era molto preoccupato per Cirilla. Ultimamente non stava mai bene anche se lei diceva il contrario. La vedeva, quando lei pensava che non la stesse guardando che si passava una mano sul viso e cercava di riprendere fiato.
Suo padre li lasciò prepararsi ridendo sotto i baffi per il modo in cui bisticciavano. Henry sentiva dentro di sé la necessità di mandare a chiamare il dottore, Cirilla non gli diede corda e continuò a ignorarlo intanto che Catarina tornava con il tè.
Bevve avidamente e dopo poco tempo, il colorito ritornò sulle labbra di Cirilla che sembrò rinvigorita dalla bevanda calda.
Henry si vestì e pettinò i capelli all'indietro e alla fine si avviarono nella sala reale dove li stavano tutti aspettando. Cirilla aveva indosso un abito azzurro cielo abbastanza semplice con la sua corona e i capelli raccolti nella treccia che Henry le aveva fatto.
Meria era vestita con un pesante abito color oro che le risaltava tanto i capelli rossi e Margaret si era superata acconciandole i capelli con delle lunghe trecce come faceva con lei quando era più giovane. Era una visione e il principe scozzese era completamente rapito dalla ragazza.
Dopo un po' di chiacchiere vanesie sulla qualità del tempo e sul fatto che l'estate si preannunciava caldissima quell'anno, lo scozzese riuscì ad attirare l'attenzione di tutti e finalmente, a chiedere la mano a sua altezza la principessa.
Ci fu un coro eccitato e un fragoroso applauso. Meria accettò immediatamente e tra le risate felici degli ospiti, il principe regalò a Meria una favolosa collana di rubini dello stesso colore dei suoi bellissimi capelli.
Il matrimonio, con gioia di tutti, doveva accadere tra un paio settimane. Sua maestà la regina a quanto pareva, aveva cambiato idea e aveva continuato a organizzarlo anche dopo quello di Cirilla e Henry.
I due stavano seduti su un divanetto che discorrevano amorevolmente quando sua maestà la regina si avvicinò per parlargli.
"Direi che possiamo riprendere le lezioni da domani, considerando che finalmente vi sentite bene." Cirilla arrossì e imbarazzata stava per annuire quando Henry la interruppe.
"A dire il vero, domani volevo portare Cirilla a fare una passeggiata a cavallo. Sono settimane che non vede la luce del sole e potrebbe farle bene un po' di aria." La ragazza gli fu molto grata per quel salvataggio.
"Dopo lo spettacolo che avete dato la notte delle vostre nozze, suppongo che allontanarvi un po' non sarebbe poi una cosa tanto tremenda." Li rimproverò la regina e Cirilla affilò lo sguardo.
Henry le prese la mano e la strinse per intimarle di lasciarlo fare.
"Se permettete." Disse alzandosi e Cirilla lo imitò. "Con mia moglie ci faccio quello che mi pare."
Stavano per sorpassarla quando la regina li richiamò all'ordine.
"Non ti ho ancora congedato Henry, ritorna qui. Il discorso non è ancora finito." Il ragazzo fece un passo indietro senza lasciare la mano di Cirilla.
"Avete deciso cosa farne di Mane?"Cirilla sollevò un sopracciglio e la guardò accigliata. "In che senso?"
"Nel senso che non potrai certo farci ritorno adesso che sei la futura regina d'Inghilterra. Capirai bene che adesso il tuo piccolo paesino passa in secondo piano e dovrai dedicarti anima e corpo a questo regno."
Henry sentì le forze abbandonare la mano di Cirilla per lo spavento.
"Ho preparato il contratto che dice che cedete Mane come dote a noi e vi impegnate a metterci un reggente di sangue inglese fedele a sua maestà il re al vostro posto per governare mentre voi restate qui in Inghilterra."
Era un colpo molto basso da sganciare ad una festa dove la regina sapeva, Cirilla non avrebbe mai fatto una scenata per rovinare il momento di Meria.
"Forse non mi sono spiegata bene." La voce di Cirilla era bassa ma letale e lasciò andare la mano di Henry perché lì, era da sola a proteggere casa sua. "Ma ho difeso quel piccolo paesino come lo chiamate voi, con le unghie e con i denti, dando tutta me stessa per proteggerlo dalle grinfie degli stranieri. Non vi aspettate certo che ve lo regali così?"
"Noi ti abbiamo accettato come sposa sulla base di ciò, era anche nel contratto che tuo padre e Charles avevano stipulato alla tua nascita prima che tua madre morisse. Poi non se ne è fatto più nulla, ma una principessa senza dote non è di alcun valore a questo impero."
"Madre." Il tono perentorio di Henry fece volgere lo sguardo della donna verso il figlio. "State facendo tutto questo per ripicca. Lo sappiamo entrambi che l'Inghilterra non ha bisogno certo del regno di Cirilla che è un posto lontano che si sta appena adesso rialzando dalla guerra."
"Certo, ma è una garanzia."
Cirilla lo aveva capito, dove voleva andare a parare.
"Un modo per tenermi sott'occhio in modo che non faccia più casini." Concluse la ragazza raddrizzandosi.
"Esattamente."
La regina voleva tenerla sotto scatto. Non sopportava che lei fosse così sfacciatamente libera e indipendente e le dava fastidio il controllo che aveva su Henry. Voleva vendicarsi delle mancanze che le aveva fatto.
Cirilla però, non era più l'ingenua bambina che era entrata a quella corte. Era diventata più forte e più testarda verso quello che voleva proteggere.
"Va benissimo. Volete qualcosa? Ve la darò. Pagherò di tasca mia l'intero matrimonio di Meria, se questo potrà servire a impedirvi di vessarmi oltre sulla questione."
Henry e la regina la guardarono come se fosse stata una pazza su una crisi di nervi.
"E come intendete fare?"
"Questi, non sono affari vostri." Concluse Cirilla inchinandosi e con tono derisorio le disse "Adesso, se volete scusarmi io non sono più una principessa, quindi mi congedo da sola." E la piantò lì andando a cercare Meria.
Henry la pedinò subito e preoccupato le disse "Come hai intenzione di fare Cirilla? Non hai abbastanza soldi per poterlo fare."
"La risposta a questa domanda potrebbe non piacerti." I due sai guardarono e Henry glielo lesse scritto in faccia.
"No." fu il tono serio con cui si oppose.
"Non è una tua scelta." Invece la risposta secca di Cirilla che stampandosi un dolce sorriso andò a congratularsi con Meria per il lieto evento.
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[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - Mature
RomanceSentiva il muro freddo alle spalle e le mani le facevano male per la presa ma stava godendo oltre ogni immaginazione e non solo per la bravura di Henry ma perché lo aveva dove desiderava e lui non si faceva problemi ad amarla d'innanzi a chiunque. S...