Capitolo 172

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Cirilla, si cambiò e indossando degli abiti puliti, si recò nelle stanze del re. Quando bussò il re non rispose finché lei non annunciò il suo nome e la lasciò entrare.

Lo trovò in vestaglia seduto sul letto stanco e triste. Cirilla andò verso di lui e si accomodò al suo fianco.

"Maestà."

"Risparmiami, Cirilla. Lo so che Henry non intendeva quello che ha detto."

Cirilla sospirò e si guardò i piedi confusa. Non sapeva cosa dire esattamente. Era venuta qui per cercare di calmare le acque con il re poiché le dispiaceva andarsene a quel modo con l'unica persona che le aveva sempre fatto sentire un tipo di amore puro e incondizionato.

"Io credo Henry lo pensi sul serio." Cirilla si leccò le labbra per poi portarsi i capelli sulla spalla sinistra in modo da distrarsi. "Ed è la cosa che non capisco. Ne abbiamo parlato tanto, ma non sembra voler cambiare idea."

"Come potrebbe? Sembra abbia passato un'infanzia miserevole."

"Non spetta a me, maestà, dirvi cosa ha passato Henry ma posso assicurarvi che la sua rabbia, è giustificata." Il re sollevo i suoi occhi profondamenti tristi verso Cirilla e lei sentì un tonfo nel proprio cuore per quell'uomo che stava soffrendo per le scelte di una vita passata.

"Come posso sistemare qualcosa che non conosco?"

"Non so maestà, dovete parlare con vostro figlio e costringerlo se necessario, a sfogarsi."

"Bel grattacapo, Cirilla. Pensavo di aver fatto dei passi avanti ma a quanto pare, non sono valsi a molto."

Cirilla fece una cosa, completamente a caso, si gettò sul letto di sua maestà e con i capelli sparpagliati sulle lenzuola sfatte, chiuse gli occhi e lasciò le dita incrociate sul ventre ormai quasi sgonfio.

Non era da lei lasciarsi andare a quel modo e il re ne fu estasiato.

Si sdraiò anche lui così che le loro teste potessero toccarsi e rimasero in silenzio per un po'.

"Non so come aiutarvi. Ci ho provato ma lui non vuole sentire ragioni."

"è testardo come sua madre, da questo punto di vista." Cirilla sorrise al pensiero.

"Siete felici a Mane, non è così?" si intromise sua maestà.

Cirilla volse i bellissimi occhi verdi verso il re che stava fissando il soffitto e sospirava di tanto in tanto.

"Molto, maestà."

"Sono contento, Cirilla, che tu abbia chiamato la piccola come tua madre. Penso non ci sia nome migliore per una bambina bella come quella."

"Com'era? Voi eravate lì, quando sono venuta al mondo. Che tipo di madre era?"

"Siamo rimasti per quasi tutto il primo anno di nascita e tua madre era profondamente innamorata di te. Non si fermava mai e la maternità le donava in maniera impensabile. Aveva l'abitudine, di occuparsi di tutto da sola. Nonostante tuo padre le avesse messo a disposizione una schiera di nutrici, tutrici e balie. Tuo padre è stato molto più presente di quanto lo sia stato io, erano inseparabili e facevano a turno a tenerti tra le braccia. Tu eri un amore, non piangevi mai. Sei sempre stata coraggiosa però detestavi stare in braccio a chiunque e cominciavi a dimenarti come se avessi l'orticaria. Ricordo bene tua madre, seduta su una poltrona vicino la finestra che si prendeva cura di te, e tutti che le parlavamo ma lei non ascoltava. Era una visione che si chiudeva nel suo mondo con la sua bambina e ignorava tutti gli altri. Non ho mai visto una donna provare così tanto amore. Quando è morta, questo mondo ha perso una grossa fetta della sua giustizia. Io ancora non riesco a farmene una ragione, tuo padre non è più stato lo stesso. Da quel giorno, ha vissuto come se aspettasse il momento che sarebbe toccato a lui per raggiungerla."

[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora