Capitolo 143

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Si svegliarono ricoperti di paglia, con Henry che si era addormentato sul ventre di Cirilla e lei che era tutta indolenzita. Sentirono un colpo di tosse che li richiamò all'ordine.

"Maestà, principe?" il buon vecchio stalliere ebbe la decenza di stare di spalle mentre li chiamava.

Cirilla scosse Henry che si svegliò di soprassalto, poi guardò Cirilla e le sorrise in maniera ebete e lei ricambiò inconsciamente il gesto, prima di indicare la porta del box.

"Cazzo." Disse Henry cercando i pantaloni tra la paglia.

"è precisamente quello che ci ha messi in questa brutta situazione." specificò Cirilla prendendo Henry di sorpresa.

"Questo è il genere di battuta che farei io. Sono colpito." Dopo un momento di confusione, Henry si infilò i calzoni e aiutò Cirilla a vestirsi. Ormai a corte, non si facevano più domande sulla coppia, li avevano trovati e visti in molte situazioni equivoche.

"Ce la fai a camminare?" lo chiese ingenuamente, ma Cirilla si posò una mano sul cuore offesa.

"Altezza, per chi mi avete preso? Non sono mica una principessina fragile, io." Cirilla marciò fuori dalla stalla salutando dolcemente l'uomo che si abbassò il cappello e continuò a fissare il pavimento.

"Intendevo." Cominciò Henry raggiungendola intanto che si toglieva le pagliuzze dai riccioli. "Che dopo il modo in cui ti sei piegata ieri, non ho idea di come tu riesca a stare in piedi."

Cirilla arrossi violentemente ma non si fermò.

"Be', facendo molto esercizio nel corso degli anni, si guadagna una certa flessibilità."

Henry rise e afferrandola per il fianco le baciò la tempia divertito. "Mi piace il suono di questa frase. Quando proviamo i limiti di questa flessibilità?"

Cirilla tirò fuori la lingua e quando raggiunsero il castello, Henry e Cirilla stavano ridacchiando.

"Eccovi qua." Sua maestà la regina sentenziò fermandoli al limitare delle scale. "Dove siete stati? È da stamattina che vi cerco."

"Abbiamo fatto un giro nelle stalle." Cirilla per poco non soffocò ma lo nascose con un colpo di tosse. Sua maestà la regina madre osservò i capelli di Cirilla e non servì chiedere altro.

"Vi state comportando davvero indecentemente. Lo scandolo di ieri, le urla di questa notte, i bisticci plateali. Sua maestà che carica l'intera vita sulla carrozza e poi lascia tutto in bilico. È inaccettabile ciò. Tra l'altro, signorino." Sua madre lo canzonò. "Mi è giunta voce che il duca di York è stato assalito la scorsa sera. Ne sai nulla?"

Henry fece spallucce e offrì un braccio a Cirilla che lo prese subito. "L'ultima volta che l'ho visto, mi ha regalato un cavallo. Poi non so chi gli ha fatto visita dopo di me. Andiamo, amore mio. Devi mettere qualcosa sotto i denti."

"Un momento, Cirilla." La ragazza si fermò e guardò la regina dritta negli occhi. "Devo parlarvi di questioni urgenti. Henry se vuoi scusarci."

Henry non si mosse. Aspettava che fosse Cirilla a congedarlo e questo fece indispettire la regina madre.

"Va tutto bene, Henry." e poi in norvegese gli disse: "Se dovessi aver bisogno ti chiamerò."

Henry annuì e dopo un bacio estremamente insistente, se ne andò salutando sua madre mentre passava.

Le due si diressero verso i giardini e passeggiarono in silenzio per un po'.

"Prego, sedete." Indicò una delle panchine vicino le fontane, Cirilla accaldata dal sole timido della mattina, si godette la fresca brezza che portava le gocce d'acqua dalla fontana.

[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora