"Signore." Chiamò Henry rivolto al cocchiere. "Temo dobbiate veramente sbrigarvi adesso. Sua maestà ha urgente bisogno di un medico." L'uomo non se lo fece ripete due volte, saltò sulla cavalcatura e la spronò con violenza facendola scattare. Nel giro di pochi secondi già non lo si vedeva più.
"Catarina, portatemi dell'acqua, la poggeremo sul fuoco se necessario." Henry non aveva tempo di pensare a cosa stava per succedere. Aveva una sola priorità, ed era tenere Cirilla al sicuro.
"Cirilla?" la chiamò affacciandosi. "Ce la fai a metterti dritta?" la ragazza annuì ed Henry vide con quanta sofferenza acconsentì alla richiesta. Si mantenne ai sedili e prese a respirare sommessamente. Henry gettò le braccia nell'abitacolo, sporgendosi fino a sotto la vita così da raggiungerla e afferrarle la vita. Cirilla incrociò le braccia dietro il collo di Henry e lasciò che lui la tirasse via dall'abitacolo.
Procedette piano, attento a non farle male al ventre. L'odore di miele e menta gli diede una forza inaudita che gli consentì di ignorare il dolore lancinante che provava al braccio. Con l'arto malconcio sostenne le gambe di Cirilla e complice solo la sua forza di volontà cercò di non svenire per il bruciore mentre la accompagnava al giaciglio improvvisato che aveva messo su.
Cirilla era sudata e si tirò il labbro inferiore tra i denti masticandoselo per non gridare.
Henry la posò cautamente contro i mantelli di pelliccia e Cirilla si passò un braccio contro la fronte imperlata. Non l'aveva mai vista così... spaventata prima d'ora. Aveva gli occhi sgranati, stava preventivando e sembrava non avere controllo sulle proprie emozioni. Lei che aveva fatto venire al mondo molti bambini adesso era stata presa in contropiede e di sorpresa dal proprio.
Henry vide che si guardava il ventre e sembrava tremendamente giovane. Una ragazza che non sapeva cosa fare, totalmente sconvolta dagli avvenimenti.
Non era la Cirilla che aveva fatto nascere un bambino podalico, non era ala ragazza che aveva vagato tra la peste sconfiggendola. Era una fanciulla che doveva dare alla luce il suo bambino e ne aveva stramaledettamene paura.
"Cirilla." La ragazza non lo guardò, stava respirando in maniera affilata e secca, tagliandosi il respiro quasi soffocando per lo spavento. "Cirilla!" la chiamò più forte e lei sollevò gli occhi terrorizzati.
Henry le accarezzò il viso dolcemente baciandole il naso in maniera tenera.
"Devi fare una cosa per me. Anzi, due, se devo essere onesto." Cirilla osservò Henry in attesa e lui le porse il braccio. "Me lo sono slogato. Rimettimelo apposto."
Sapeva che Cirilla ne era capace, anche se in quel momento non era lucida. La ragazza tornò in sé di colpo e soffocando un gemito si mise a cavalcioni accanto al braccio di Henry. Stava per tirarlo quando una contrazione la fece piegare in avanti e, la dolce Cirilla, sempre coraggiosa che sopportava il dolore senza mai lamentarsi lasciò scappare un urlo che riverberò nella notte, facendo sbiancare Henry.
Rimase piegata in avanti con la fronte sui tessuti morbidi prima di prendere coraggio e rimettersi a carponi. Posò una mano sul polso di Henry e l'altra sulla spalla.
"Va tutto bene, Cirilla. Non preoccuparti, non mi farai male." La ragazza aveva gli occhi lucidi per il dolore e quando batté le palpebre, alcune lacrime le scesero lungo il viso. Era visibile la sofferenza del travaglio e Henry voleva si sbrigasse per poterla aiutare.
"Avanti, mitt hjärta." Cirilla strinse la bocca fino a formare una O e continuò a respirarci attraverso per controllare le ondate del suo supplizio mentre con uno scatto deciso rimise apposto il braccio di Henry.
Subito dopo, si cinse il ventre e si piegò ancora in avanti, questa volta senza gridare.
Catarina fece ritorno con un secchio pieno d'acqua che adagiò sul fuoco mantenendolo con il mantello per non scottarsi. Henry fece sedere Cirilla e poi andò a prendere il baule per posarglielo dietro la schiena in modo che fosse più comoda possibile. Le sistemò le pellicce appallottolate dietro la parte bassa e cominciò a toglierle il vestito, Cirilla cercò di aiutarlo ma le mani le tremavano troppo e il dolore era lancinante. Non riusciva nemmeno a pensare.
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[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - Mature
RomanceSentiva il muro freddo alle spalle e le mani le facevano male per la presa ma stava godendo oltre ogni immaginazione e non solo per la bravura di Henry ma perché lo aveva dove desiderava e lui non si faceva problemi ad amarla d'innanzi a chiunque. S...