Capitolo 156

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I due si studiarono, Henry la desiderava, era bellissima sotto quella luce fioca, incinta. Non aveva mai visto una donna gravida più bella.

Cirilla allora, fece qualcosa che lo prese di sorpresa. Scivolò contro la ringhiera e guardandolo accigliata cominciò a compiacersi da sola.

"Oh, colpo molto basso." Lei schioccò la lingua e fece esattamente quello che gli aveva insegnato lui. Passo per passo e fece in modo che lui avesse una visuale perfetta.

Prese a gemere, Henry era estasiato da tutto ciò.

"Quanto sei bella, amore mio." Lei arricciò il naso e allora Henry decise che voleva farla soffrire. Così le tolse le mani bloccando i polsi contro il marmo e si fiondò tra le sue gambe attaccandola senza alcuna speranza di salvezza. Cirilla venne immediatamente, con la lingua di Henry che non le diede tregua così tanto che si trovò a bruciare per il piacere.

"Oh Henry." mormorava mentre il capo di Henry andava avanti e indietro su quelle gambe bianche come il latto. "Ancora." Lo supplicò.

"Sei mia?" le chiese e lei si morse il labbro per non ripetersi.

Lui fece per allontanarsi ma la ragazza strinse le Gambe.

"Ho detto ancora." Lo ammonì e Henry la provocò questa volta riuscendo a sfuggirle. Il ragazzo la guardava come un leone guarda la sua femmina in calore. Lei lo sapeva che stavano giocando ma il fatto che lo stessero facendo, aveva completamento fatto spegnere il cervello a Henry, che non riusciva a pensare ad altro che a Cirilla e a come voleva venire su qualsiasi parte.

Henry si sdraiò e prima che Cirilla potesse alzarsi, la trascinò addosso facendola sedere sulla sua faccia. Cirilla capì senza che lui glielo spiegasse.

Si volse così da avere il volto rivolto verso il suo membro e all'unisono posero fine a quella battaglia. Si calmarono, cominciarono ad essere più passionali nei movimenti. Henry si sentiva un animale alla ricerca di sollievo e Cirilla utilizzò gli stessi movimenti che lui gli aveva chiesto.

Finirono assieme e Henry la riportò a letto dove Cirilla lo guardò ancora un po' confusa.

"Dovremmo pensare a dei nomi. Stavo riguardando quella lettera apposta."

"Alexander è un nome molto forte." Ammise Henry toccandole il ventre, poi sentì qualcosa muoversi e i due si guardarono straniti.

"Cosa è stato?"

"Credo che ci abbia risposto."

"Vuoi che ti chiamiamo Alexander?" 

un colpo deciso. 

Henry spalancò lo sguardo e posò l'orecchio sul ventre di Cirilla che protestò un pochino ma non poté non adorare il viso di Henry mentre spiegava che se aveva sentito un po' di casino, era normale perché i suoi genitori si amavano.

"Alexander mi piace molto." Cirilla replicò spostando dei ciuffi dal volto di Henry. "Piace anche a me."

"Allora vada per Alexander."

La mattina, Cirilla era già in piedi vestita di tutto punto e raggiante come un fiore.

"Torna a letto." Si lamentò Henry cercandola col viso sprofondato nel punto dove c'era ancora il suo dolce profumo.

"oggi ho la lezione con i novizi. Non posso." Aveva un vestito più sobrio senza perle e fronzoli fatto di Lino. Si stava intrecciando i capelli quando Henry la raggiunse e con dita ancora addormentate, la aiutò a finire la treccia.

"Posso assistervi?"

"Certo. Non devi chiedere il permesso."

"Non devo, mia regina?" la prese in giro e lei gli fece la linguaccia andando verso la porta.

[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora