Capitolo 130

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Due settimane di interminabili impegni dopo, Cirilla si era svegliata pesante come un macigno mentre Catarina la aiutava a tirare fuori il suo vestito.

Cirilla si preparò psicologicamente al fatto che avrebbe sofferto come un cane per il prurito ma Catarina la guardò confusa. "Maestà, il vestito non c'è!"

"Come è possibile? Ieri era lì!"

"No, ieri sono venute delle domestiche per inamidarlo prima del grande giorno, ma non lo hanno più riportato."

Cirilla stava sudando freddo.

Cosa c'era di peggio di quel vestito tremendo? Sposarsi senza un vestito.

Era entrata nel suo peggior incubo adesso, cosa avrebbe potuto fare?

Come avrebbe risolto?

Sua maestà l'avrebbe giustiziata, avrebbe sospettato di lei. Lo sapeva che odiava quel vestito e anche lei al suo posto, avrebbe dubitato di lei.

Si sedette sul pavimento freddo e cercò di pensare ad un modo per uscirne. Stava impanicando tremendamente.

Cosa doveva fare?

Era già in tremendo ritardo quando bussarono alla porta. Meria, guidata da Margaret, fecero la sua apparizione e con un sorriso sornione la guardarono divertite.

"Consegna speciale per sua maestà la futura regina d'Inghilterra?" scherzò Meria con una scatola gigante sulle gambe.

Margaret, che aveva l'aria sfinita posò lo scatolo bianco sul letto accanto a Cirilla e ne tirò fuori un lungo abito bianco. C'era la sua firma scritta ovunque. Nel corpetto che riprendeva molto la sua armatura elegante fatta di velluto bianco e diamanti che delineavano il corpetto con una scollatura a cuore che lasciava aperto il d'avanti fino a sotto il seno per poi richiudersi con un collo alto abbottonato. Le spalline appena accennate, ornate di piccoli diamanti bianchi che formavano piccoli fiori quasi identici a quelli che Henry adorava regalarle, si aprivano in maniche lunghissime che schiudevano altre più strette con dei ditali che le bloccavano sul dito medio. Alla vita vi era una cintura di lapislazzuli con all'interno un lupo che rincorreva le varie fasi della luna da ogni lato. Era regale, era bellissimo.

Ed era in pieno stile norvegese.

Cirilla scoppiò a piangere mentre abbracciava Margaret stretta al collo.

"Non ho potuto fare meglio." Ammise imbarazzata ma Cirilla era felice. "Vostra madre ne aveva uno simile quando si è sposata. Glielo cucii in quasi sei mesi! Questo l'ho dovuto abbozzare in due settimane, quindi ha delle incongruenze." Si giustificò stringendola di rimando.

"è perfetto Margaret. Grazie."

"Meria mi ha aiutato. Abbiamo cucito senza sosta adesso non facciamo tardi, altrimenti chi lo sente il principe." Cirilla si asciugò gli occhi e lasciò che la preparassero.

Margaret le passò una sottoveste completamente ricamata in pizzo anche quella fatta a mano da lei ma molto tempo fa e le intrecciò i capelli con una serie di bellassi fiori bianchi e azzurri uniti da file di diamanti celesti. Era uno splendore, Cirilla.

Proprio come se l'era immaginata, penso l'anziana donna mentre le pizzicava le guance per renderle rosee.

"Se vostro padre fosse qui, piangerebbe."

"Per quello ci sono io." Disse Meria singhiozzando nel fazzoletto. "Spero di essere bella almeno la metà quando arriverà il mio giorno."

"Lo sarai." Le promise Cirilla che sembrava un elfo avvolta in quel bianco puro.

Fecero una mezz'ora di ritardo buono. Henry aveva le gambe che non gli reggevano più per la paura che Cirilla fosse scappata e non si sarebbe presentata. Quando la vide, si sentì impercettibilmente, nel silenzio tombale, la voce del principe dire un grazie signore, esultante.

[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora