Capitolo 140

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Si ricordò di Tristan, di come lui l'aveva abbracciata mentre lei piangeva. Del fatto che si era confidata con lui e non con suo marito.

Che fosse lui il padre? Per questo non glielo aveva detto?

Henry sentì una rabbia montagli dentro. Non poteva rimanere lì, o sarebbe scoppiato. Doveva andarsene, doveva allontanarsi subito.

Il colpo era assurdo. Sentiva il suo cuore uscirgli dalla gola e non sapeva perché.

Un bambino.

Si ricordò del discorso di Cirilla sul fatto che non lo avrebbe lasciato andare in un posto del genere, si riferiva a quello che aveva in grembo?

Il dottore gli aveva detto che era impossibile che lui non lo sapesse, eppure era certo che Cirilla avesse preso precauzione e quel tè che Margaret le aveva dato, pensava fosse lo stesso di Liv. Tutte le volte che si era addormentata, la stanchezza infinita, il fatto che la mattina si scusava e correva sempre via.

Non lo aveva nascosto molto bene e lui, aveva fatto proprio finta di non vederlo.

Quante erano le probabilità che fosse figlio suo?

Da quanto lo sapeva, Cirilla?

Tristan, lo sapeva?

Come una furia, il principe imboccò l'uscita e ordinata la carrozza, si diresse nell'unico posto dove la sua rabbia era giustificata.

Arrivato alla corte di York, non si fece annunciare, entrò nel castello come se fosse di sua proprietà e raggiunse il duca nelle sue stanze personale. Lo trovò avvinghiato ad una puttana che non appena lo vide, cercò di toccarlo ma Henry la spinse via, spazientito.

"Ti aspetto nel salotto." Intimò e si andò a sistemare vicino al fuoco attendendolo.

Il duca non si aspettava una sua visita e fu terrorizzato quando si legò la veste da camera e lo raggiunse. Henry stava giocando col contenuto del calice, aveva un'espressione scura sul volto.

"Altezza, che ci fate qui?"

"Smettila con le stronzate, Lionel. Cosa hai detto a mia moglie oggi?" tagliò corto Henry, la voce affilata come una spada.

"Non so cosa vi ha detto vostra moglie, ma io non ho detto nulla di offensivo. Avrà capito male."

"Cirilla non è una civetta che puoi incartare incolpando la sua stupidità, Lionel. Le probabilità che abbai capito male sono nulle. Cosa le hai detto?" ripeté in tono perentorio.

"Nulla, le ho detto che se voleva quel cavallo, poteva averlo." L'uomo si versò da bere e si sistemò vicino al fuoco. Henry aveva le gambe incrociate e la presa sul bicchiere così forte che lo stava inclinando. Il duca lo notò e si immaginò il suo collo tra quelle dita.

"A che prezzo?" replicò il principe gelido.

"Nulla, Henry. Glielo avrei dato gratis. Per affetto nei tuoi confronti, ovviamente." Henry tirò il calice sul volto dell'uomo con una forza disumana. Voleva sfogarsi disperatamente e nessuno gli avrebbe dato contro se avesse preso a sberle quel damerino.

"Cosa."

Ancora nulla.

Henry si alzò, afferrando dal lato la spada reale e se la girò tra le mani avvicinandosi al duca che si stava massaggiando il naso rosso.

"Henry, accoltami. Non so cosa ti abbia detto quella donna, ma c'è stato un fraintendimento. Lo sai come sono le femmine, sempre pronte a travisare." Aveva quel sorriso che a Henry fece venire il sangue al cervello.

Lo afferrò per il collo e lo fece mettere a quattrozampe con la punta della spada diretta sul suo collo.

"Cosa."

Ci fu un attimo di silenzio, poi Henry sollevò la lama e il duca cantò "doveva venire a letto con me." Henry lo spinse contro il marmo del camino con forza, tagliandogli il respiro e mise via la spada.

"Hai osato dire una cosa del genere a mia moglie?" sputò afferrandolo per il colletto e tirando via la protezione del camino, lo avvicinò al fuoco.

"Capiscimi, Cirilla è una bellissima donna. Poi si diceva in giro che fosse ben disposta e volevo provare..."

"Provare a vedere se riuscivi ad entrarle nelle mutande? Quanto puoi essere verme?" il fuoco aveva iniziato a bruciare la guancia del duca che stava stringendo i denti per non gridare dal dolore.

"Tutti sanno che non è arrivata intatta al matrimonio. E c'è una sorta di scommessa in giro." Henry non ci stava vedendo più a quel punto.

"Scommessa?"

"Sì, tra i nobili. Stiamo puntando a chi riesce a farla cedere. Io non l'ho iniziata, ma va in giro da prima del tuo matrimonio." Henry lo tirò via dal camino per ascoltarlo.

"Su Cirilla?"

"Sì, sulla bella norvegese. Non posso dire che sia immotivata. È veramente affascinante, tuttavia penso sia troppo pudica per tradirti."

Henry rise ghiacciando sul posto l'amico. "Cirilla non è pudica e non è per quello che volete portarvela a letto. Che altro si dice di lei, voglio sapere tutto."

A quanto pareva, tutti sapevano che era con ogni probabilità incinta e c'erano scommesse sul fatto che sarebbe venuto fuori un pargolo dai capelli neri per via del danese. Volevano sapere se era vero che sua maestà era un fenomeno al letto tanto da costringere il principe danese ad andare in guerra per riprendersela.

Cirilla era trattata come se fosse una fonte di intrattenimento perenne a corte, e capì solo allora perché la ragazza si sentiva soffocare lì.

Perché lo aveva capito.

E aveva cercato di non darci peso, ma doveva soffrirne molto.

Aveva tutti contro.

"Ho sentito che voleva tornare in Norvegia. Io ho pensato che fosse per disfarsi del bambino, in modo che tu non te ne accorgessi." Plausibile. Pensò Henry.

Se non si conosceva Cirilla.

"Sai, Lionel, chi ha deflorato Cirilla?"

Il duca che si stava toccando la guancia sanguinante, fece no col capo.

"Sono stato io." Ammise Henry secco. "Nessun altro l'aveva toccata prima di allora. Nessuno, te lo posso assicurare o anche mettere per iscritto e che dio mi fulmini, se non dico il vero. Io, l'ho avuta per la prima volta. Henry, principe d'Inghilterra. Cirilla non sapeva quel che faceva e sono stanco di dover raccontare questa maledetta storia. Perché pensate tutti che Cirilla sia il male sceso su questa stramaledetta nazione per portarla alla rovina ma non avete capito, che il vero diavolo sono io. Ti sei dimenticato, Lionel, cosa ho forse fatto in guerra?"

Il duca cominciò a tremare. Lo ricordava molto bene.

Henry si sfogò quella sera. Tirò fuori tutto quello che aveva dentro e quando ebbe finito, la servitù dovette mandare a chiamare un medico perché il duca era in fin di vita.

"Che ti serva da lezione." Lo ammonì. "A tutti quanti. Smettete di sparlare di mia moglie, o vi decapiterò. Non avrò più tolleranza per ciò."

Non ne poteva più. Di vederla soffrire così per degli idioti. Addirittura arrivare a fare scommesse su una ragazza che si era sempre comportata negli interessi della famiglia reale? Henry uscì da quel castello che era ancora adirato, lo stomaco gli doleva e l'unica cosa che riusciva a pensare guardando le nocche sbucciate, era Cirilla.

Incinta col figlio di un altro.

Cirilla, così minuta, al quale veniva tirato ogni sorta di tiro mancino e lei rispondeva sempre col sorriso. Il suo dolce amore, così maltrattato. Cosa le avrebbe detto?

Come poteva guardarla negli occhi con tutto quello che aveva scoperto?

Forse, voleva scappare da Tristan per poter crescere quel bambino insieme?

Henry si sentiva sconfitto e triste.

Cosa doveva fare?

[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora