Così in un fruscio di seta, lo lasciò nella loro camera e si diresse fuori dal castello. Cirilla raggiunge le stalle e il box di Apollo. Il cavallo le toccò la tasca del vestito alla ricerca di zuccherini. Cirilla sprofondò nella paglia e scoppiò a piangere sentendosi come un impostore nella vita di qualcun altro.
Se era vero che aveva giaciuto con lei, non sapeva se ci sarebbe potuta passare sopra. Quando era successo?
Quando era stata rinchiusa?
Aveva cercato conforto nelle braccia di quella donna o era un altro il problema?
Perché Cirilla non riusciva a ritenerlo possibile.
Doveva essere successo dell'altro, non poteva essere altrimenti. Il suo Henry non l'avrebbe mai tradita.
Lei lo sapeva, non era forse così?
Era di nuovo sola?
Perché?
La certezza di non essere mai abbastanza la travolse e si lasciò sprofondare nello sconforto. Voleva indulgere un po' nel suo dolore, lasciarlo libero per poi ricostruirsi da capo.
Sentì la porticina scricchiolare ma non le importava.
Qualcuno cadde di fronte a lei e la costrinse a sedersi così da poterla tirare a sé. Era un abbraccio dolce e protettivo. Qualcosa di famigliare e amorevole.
"Dimmi che non è vero." Sussurrò Cirilla allontanandolo. Lui scosse il capo e lei sospirò sconfitta.
"Mi hai... mi hai tradito?"
La presa che Henry fece sul volto di Cirilla la costrinse a guardarlo dritto in faccia.
"No, Cirilla non l'ho fatto. Non lo farei mai." Henry esalò e le accarezzò i capelli per scostarli dal viso imperlato di lacrime di Cirilla. Henry si fece coraggio, non poteva lasciarla così, anche se le faceva male rivivere tutto quello che era successo. "Sono andato al castello della marchesa qualche tempo dopo che sei scomparsa. Ero sicura che lei sapesse dove fossi, così ho tentato la mia fortuna."
Cirilla ascoltava, il cuore le batteva così forte che lo sentiva nelle orecchie, nella gola. L'attesa la stava mangiando ma non voleva assolutamente mettere fretta a Henry. "Lo sapevo che era una scelta pericolosa, ma avevo finito le opzioni, non sapevo dove fossi e stavo impazzendo. Ho abbassato la guardia e mi ha drogato."
"Perché non me lo hai detto Henry? perché?" Cirilla lo guardò dritto negli occhi e lasciò che lui si portasse le mani al cuore.
"Me ne vergognavo, Cirilla. Mi sono lasciato imbambolare come uno stupido. Quando la droga ha fatto effetto, non sono riuscito più a muovermi, non sentivo nulla. Mi è salita addosso e ha fatto quello che voleva. Io ricordo solo dei frammenti di quella notte, ricordo di averla spinta via, e poi essere tornato al castello. Mi dispiace Cirilla. Non pensavo di essere riuscito a finire, non pensavo fosse così grave."
Henry abbassò ancora lo sguardo allora Cirilla lo avvolse in un abbraccio forte e sicuro.
"Lo so Henry. Lo so, non è colpa tua." Gli baciò la tempia e fece in modo che lui sapesse quanto lo amava.
"Non ti meriti tutto questo, Cirilla. Non te la meriti una cosa tanto orribile."
Allora Cirilla lo prese per le spalle e cercò i suoi occhi. Henry fece fatica a tenere lo sguardo ma la dolcezza che vi trovò, lo costrinse a rimanere ancorato nell'amore di Cirilla.
"Nemmeno tu te la meritavi Henry. Quello che ti è successo è forse anche peggio di un figlio bastardo. Sei stato abusato da quella donna, ti ha violentato Henry. Più volte a dire la verità ma tu non te ne rendi conto."
"Io sono un uomo, queste cose... non esistono per noi."
Cirilla sbuffò e gli afferrò il mento con fermezza. "Al diavolo, Henry. Sei un essere umano e lei si è approfittata di te. Che tu sia maschio o femmina, ha poca importanza. Lo capisci quello che è successo? Si è forzata su di te. Pensa a quello che mi ha fatto Tristan, cosa pensi di ciò?"
"Che vorrei ucciderlo."
"Perché quello è più importante di ciò che è stato fatto a te?"
Henry si sedette e Cirilla scivolò tra le sue gambe per stringerlo a sé. Lui si aggrappò al vestito di Cirilla respirando a fatica. Aveva capito finalmente.
"Questo era il motivo per cui, non riuscivi a fare l'amore con me? Perché eri traumatizzato?"
Henry annuì posando le labbra sulle mani di Cirilla. "E tutte le cose che ti ho detto. Perdonami Henry."
A Cirilla piaceva sentirsi così piccola da riuscire a stare nelle braccia di Henry. ma detestava molto vederlo così indifeso e inerme. E odiava lei per averlo ridotto così.
"Sei il mio cuore Henry." disse piano e chinandosi, Cirilla cercò le labbra di Henry. il ragazzo sobbalzò ma la accolse con candore. La ragazza gli si sedette in grembo e lasciò scorrere le dita tra i capelli del suo innamorato attirandolo più vicino possibile.
"Tristan... ti ha baciato." Sussurrò mordendosi il labbro. Cirilla annuì triste e sentì il braccio di Henry attorno alla propria vita che la stringeva con sicurezza. "Lo hai morso?"
Cirilla sorrise e sfregò il naso contro quello i Henry nel modo intimo che avevano per coccolarsi.
"Non doveva permettersi." La voce di Cirilla vibrò contro la pelle di Henry quando terminò dicendo: "Di toccare qualcosa che non è mai stato suo."
Il bacio che le diede le tolse il respiro e i due si assaggiarono avidamente.
"Lo sapevo, Henry."
"Cosa?"
"Che non mi avevi tradito. Lo sapevo che c'era una spiegazione. Ero solo spiazzata, ma non ho mai dubitato di te. Nemmeno quando mi hai detto che lo avevi fatto."
Henry sentiva di non meritarselo, di non dover accettare quella felicità ma per una volta, se ne infischiò. Le lasciò una serie di baci sui seni rigonfi prima di risalire sulla gola e far fremere Cirilla.
"Sei ancora dolorante?" le domandò e lei annuì un po' abbattuta. Voleva prenderla lì, ma non poteva. Il parto doveva averla alquanto destabilizzata e le doveva dare il tempo, se non a lei almeno al suo corpo, di riprendersi.
"Cosa ti ha fatto lei? Henry."
Il ragazzo guardò la moglie che aveva il petto strabordante dal vestito e le guance rosse e cercò la forza di confessarsi. Le disse le poche cose che ricordava, che l'aveva toccato con le mani, con la lingua. Si ricordava che l'aveva insultato perché sembrava che nulla funzionasse.
"Mi ha detto che questa volta avrebbe vinto lei."
Marigold lo aveva spinto dentro e poi lui aveva perso i sensi.
Cirilla spalancò gli occhi e si sollevò come se avesse capito qualcosa.
Scappò fuori dal box e corse al castello, coltello alla mano.
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[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - Mature
RomanceSentiva il muro freddo alle spalle e le mani le facevano male per la presa ma stava godendo oltre ogni immaginazione e non solo per la bravura di Henry ma perché lo aveva dove desiderava e lui non si faceva problemi ad amarla d'innanzi a chiunque. S...