Capitolo 163

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Cercò Cirilla il giorno dopo, e la trovò nelle scuderie a osservare i cavalli con Henry. la ragazza appena vide Meria capì subito che qualcosa era cambiato ma si fermò lanciando uno sguardo al fratello che stava accarezzando il muso di un castrone bianco parlando con Cirilla che non lo stava più ascoltando.

Meria non pensava che una donna incinta potesse essere veloce o predatoria, a difesa della regina Mannese va detto che lei non era mai stata una ragazza convenzionale e quando scattò scusandosi con henry, Meria giurò di vedere una nuvoletta di fumo alle sue spalle mentre si spostava alle spalle della carrozzina scostando Margaret e dirigendosi fuori.

"Io..."

"Com'è andata?" domandò semplicemente Cirilla. Aveva quella capacità innata di non far sentire in imbarazzo chiunque nonostante l'argomento e questo aiutò tanto Meria che deglutendo recuperò coraggio.

"Bene. Credo di aver fatto qualcosa che mi madre riterrebbe scandaloso, ma è andata bene!"

Cirilla sorrise continuando a camminare così che non ci fossero occhi a guardarle. Era molto orgogliosa di Meria e del fatto che non si era fatta scoraggiare.

"Però lui..." la regina fermò la carrozzina di Meria e le si parò davanti scrutandola nel profondo.

"Vi ha fatto male?" domandò con voce flebile e incredula. La ragazza scosse il capo e cercò le parole giuste, poi le bastò solo sollevare gli occhi brillanti di tristezza per far comprendere alla sorella cosa volesse dire.

"Io non lo capisco proprio." Sbottò Cirilla sbuffando pesantemente. "Va bene essere dei gentiluomini, ma un carro rotto che non serve a nulla no!" Meria sorrise e guardò sua sorella sbraitare andando avanti e indietro.

"Dice che non ha molta esperienza." Confessò Meria e Cirilla si morse il labbro per non rispondere male.

"Non può certo aspettarsi che siate voi ad avere sempre l'iniziativa, una donna si stanca di rincorrere un uomo. Non siamo state progettate a questo modo, a noi piace essere apprezzate, amata... desiderate."

Meria voleva tutte quelle cose ma sembrava che Malcom non fosse intenzionato a dargliele.

"Forse semplicemente, non lo ritiene necessario."

Cirilla ripeté in tono perentorio quello che aveva appena detto l'amica e posò i pugni sulle anche guardandola scandalizzata.

"Cosa significa non lo ritiene necessario? Se fosse stato il mio di marito, l'avrei svergognato per una mancanza del genere! Quello che fa è egoista, prima si rintana nelle sue stanze negandosi a voi e poi si permette persino di non soddisfarvi. Ma almeno ve lo ha chiesto?"

Meria scosse il capo e Cirilla fumò riprendendo la marcia.

"Inconcepibile."

"Insensibile."

"Insopportabile." Stava mormorando poi si fermò di colpo e guardò Meria dritta negli occhi.

"Adesso basta, è ora di sfoderare l'arma segreta."

Meria non capì a cosa si stava riferendo finché Cirilla non si sfiorò lo stomaco guardando verso il castello.

"Non oserebbe."

"A differenza del vostro, Meria, mio marito fa quello che dico." E le fece un occhiolino impertinente mentre ritornavano al palazzo.

"Morirò di vergogna." Provò a protestare Meria ma Cirilla non voleva saperne.

"Meglio la vergogna, Meria. Che nessun divertimento."

Cirilla lasciò Meria alle cure di Margaret e ritornò da Henry che stava in camera loro a leggere di fronte al camino avvolto in una pesante vestaglia da camera con una pelliccia sulle gambe.

[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora