Capitolo 139

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Henry stava tornando quando, colse per puro caso l'intera scena. Il volto di Cirilla divenne bianco, il calice le sfuggì dalle mani e forse inconsciamente, fece un passo indietro. Conoscendo l'amico, poteva immaginare cosa le avesse chiesto, ci provava con tutte le donne, ma pensava che almeno con sua moglie, si sarebbe risparmiato.

La cosa, lo fece adirare oltre ogni misura.

Vide Cirilla scuotere il capo vigorosamente e stringere i pugni saldamente. Si stava contenendo solo per lui, perché il duca era suo amico.

Lo sorpassò abbandonandolo lì senza troppe cerimonie e Henry la sentì borbottare qualcosa come, se lo può tenere quel cavallo.

Il ragazzo si scusò con l'amico e disse che si stava facendo tardi, così trascinò una fumante ma silenziosa Cirilla verso la carrozza.

Per tutto il viaggio di ritorno, Henry pressò Cirilla ma la ragazza non cedette. Non voleva causare uno scandalo, né mettere in mezzo suo marito. Erano amici e sicuramente aveva dato l'impressione sbagliata. O aveva detto qualcosa di fraintendibile.

Ritornati al castello, Cirilla stava salendo le scale quando Henry la vide mantenersi alla balaustra sul punto di svenire.

"Sto bene." Stava finendo di dire intanto che si sedeva sui gradini, di nuovo pallida. Henry non ne poté più e mandò a chiamare il dottore di corsa. La raccolse e se la portò in camera, seguita da una fila di domestici che si affaccendavano apprensivi nei confronti della regina.

"Cosa ti ha detto?" le domandò ancora dopo averla aiutata ad uscire dal vestito e averla messa a letto. Il tono non era più gentile.

"Nulla, Henry. Te l'ho detto. Non preoccuparti, sono solo stanca."

"Cirilla, per amor di Dio. Se ti ha offeso, è mio diritto saperlo."

"Ma no!" disse cercando di dissimulare ma non riuscì nemmeno a sorridere per quanto era esangue.

Non volle pressarla ancora perché non riusciva nemmeno a stare con gli occhi aperti, le rimase accanto fino a che il dottore non arrivò. Cirilla chiese che Henry fosse portato via e la cosa lo colpì duramente.

"Sono tuo marito, adesso Cirilla." Cercò di avvalorare Henry ma Cirilla fu categorica.

"Forse è meglio non farla agitare troppo, principe." Cominciò il medico controllandole il polso. "Non è in condizioni di discutere."

Henry, pesante come un macigno, si avviò fuori dalla stanza. Era arrabbiato con Cirilla per averlo esiliato. Se c'era qualcosa che non andava era suo diritto saperlo.

Si accucciò contro la porta e attese. Sembrava interminabile il tempo, come se sentisse i rintocchi ad uno ad uno per ogni secondo che passava.

Quando il dottore finalmente uscì, aveva i capelli arruffati e a furia di allargarsi il fazzoletto sul collo, lo aveva quasi strappato.

"Altezza," disse il medico inchinandosi. "Sua maestà sta bene." Esordì e Henry sollevo un sopracciglio.

"Bene un corno, è sempre stanca e crolla addormentata ovunque. Controllatela ancora." Henry sbarrò la strada al medico che si portò la valigetta in pelle da una parte all'altra studiando il giovane.

"L'ho controllata benissimo, altezza. E vi ripeto che non ha nulla che non va."

"Secondo me vi è sfuggito qualcosa."

Il medico si toccò i baffi folti e cercò di capire se era veramente all'oscuro di tutto o semplicemente un po' tardo. Concluse che il poveraccio non sapeva nulla e non spettava certo a lui dirglielo.

Potevano esserci molte ragioni per cui non ne era stato messo a conoscenza, ad essere onesti, ed era impossibile che Cirilla non se ne fosse accorta, conoscendola.

"Lo stress gioca brutti scherzi alle fanciulle." Gettò lì avviandosi verso le scale, Henry non si diede per vinto e lo seguì.

"Lo stress, dite voi. Ma se è capitato che succedesse anche dal nulla!"

"Sono certo che vostra moglie non corra alcun rischio."

"Controllatela ancora, ve lo ordino." Il medico si fermò alla tomba delle scale e sollevò lo sguardo verso Henry che adesso era minaccioso e serio.

"Altezza, spero non vi stiate comportando a questo modo con la regina, perché in questo caso, è normale che sia sfiancata."

"Io non sto facendo nulla. Vi dico che c'è qualcosa che non va."

"Siete veramente stupido se ancora non lo avete capito, altezza. Eppure, dopo quello che avete visto quanto può essere difficile tirare le somme?" rispose esasperato il medico. Non gradiva che si mettesse in discussione il suo lavoro.

"Vi reputo abbastanza intelligente per arrivarci da solo. Adesso vi saluto." E si girò imboccando l'uscita borbottando.

Henry continuò a ripetere le parole del dottore cercando di dargli un senso. Era sulla porta di Cirilla quando vide Margaret correre verso di lui trafelata.

"cCme sta la mia signora?" domandò con il fiatone.

"Secondo il dottore bene, ma io non sono certo. Credo che sia opportuno mandare a chiamare un secondo medico."

"Sono sicura che il medico di corte abbia fatto tutte le analisi del caso, cosa ha sua maestà?"

"Stanchezza da stress, a quanto parrebbe." Disse scettico Henry e Margaret tentò di rassicurare il principe.
"Se è solo stanca, ritengo sia normale. Dopotutto, portare in grembo un'altra vita non è cosa facile. Anche sua madre era sempre-"

"Come?" Henry aveva gli occhi sbarrati e fissava Margaret, la quale comprese di aver detto troppo.

"Niente." Si inchinò e fece per andarsene ma Henry la inchiodò sul posto alzando appena la voce.

"Lady Margaret non azzardatevi a voltarmi le spalle. Cosa è che avete detto?"

La donna, di colpo piccola e imbarazzata ripeté la frase e poi aggiunse. "Non so cosa vi aspettate, altezza, tuttavia quando si fanno certe cose è normale che succeda."

Cirilla. Incinta?

No. glielo avrebbe sicuramente detto.

Non aveva senso.

Perché non glielo aveva detto?

Perché, lo aveva nascosto.

E sfortunatamente per Henry, ritornò in quel circolo vizioso, venendo risucchiato dai cattivi pensieri.

[3]Stjerne - La dea delle stelle [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora