Chi sono?

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R* Ho visto solo oscurità, niente di più, solo oscurità. Non ricordavo niente. Ho aperto lentamente gli occhi, la luce mi brillava negli occhi. Tutto era sfocato e non avevo idea di dove potevo essere. Feci un respiro profondo, tutto il mio corpo soffriva. I miei occhi scorrevano lungo le mie mani, sembravano non essere affatto feriti. Sembravano perfettamente a posto. Non riuscivo a ricordare niente di quello che è successo.

Mi sono guardata intorno per la stanza. Le pareti erano bianche e io ero seduta su una specie di letto. Dopo aver guardato accanto a me, mi sono resa conto che ero in ospedale. Tutto suonava. Ho avuto qualche tipo di incidente? Mi faceva male la testa come mai prima d'ora e non avevo idea di chi fossi o di dove fossi. Ho deciso di controllare il resto del mio corpo. I miei occhi viaggiarono lungo il mio petto sulla mia pancia. Ho notato il piccolo bernoccolo, ero incinta? non riuscivo a ricordare.

Ero tutto sola in quella stanza, non c'era nessuno in giro, nessuno era lì a dirmi cosa era successo. Tutto quello che potevo fare era aspettare, quindi l'ho fatto. Ero seduto sul letto a pensare a chi ero e perché ero in ospedale.

Dottore: "Buongiorno".

R* Un giovane uomo alto mi salutò mentre entrava nella stanza. Indossava una giacca bianca, quindi potevo facilmente dire che era un medico.

R: "Buongiorno."

R* Ho risposto educatamente e lui ha sorriso.

Dottore: "È bello vedere che finalmente è sveglia signora Marquina. L'operazione è andata a buon fine e siamo riusciti a salvare il suo bambino".

R* Guardò le note che aveva tra le mani. Lo fissai confusa. Sig.ra? Marquina? Di cosa stava parlando?

R: "Aspetta. Signora Marquina? Il bambino? Cosa?"

R* Ho espirato. Non sapevo cosa stesse succedendo, doveva essere una specie di errore, non avrei mai sposato nessuno nemmeno vicino all'uomo su cui sto attualmente indagando e con cui sto parlando al telefono.

Dottore: "Ebbene sì, qui in pagella c'è scritto che il tuo nome dovrebbe essere Raquel Marquina. Dagli esami abbiamo scoperto che sei attualmente al quinto mese di gravidanza. Le persone che ti hanno portato qui hanno detto che stavi sanguinando. Dato che prima eri molto stressata, c'era un'alta probabilità che tu perdessi il bambino, ma dopo l'intervento sembra tutto a posto.

R* Sorrise mentre lo fissavo.

R: "Non ho idea di cosa sia successo negli ultimi mesi."

R* Ho fatto un respiro profondo.

Dottore: "Oh beh, sembra uno shock post-traumatico."

R* Shock post-traumatico? Cosa potrebbe succedere?

R: "Va bene, e quanto dura?"

R* Ho alzato le sopracciglia.

Dottore: "Non so dirlo, possono essere alcuni giorni, ma può anche essere per sempre. C'è la possibilità che non ricorderai mai alcune persone o tempi".

R* sussultai. Come avrei dovuto scoprire cosa è successo quando c'era la possibilità che non ricorderò mai alcune cose.

R: "Le persone, che mi hanno portato qui..."

R* dissi all'improvviso.

R: "Posso vederli?"
Dottore: "Certo, andrò a prenderli, stanno tutti aspettando nel corridoio."

R* Il dottore se ne andò e in pochi minuti la porta si aprì ed entrò un mucchio di persone. La prima persona che vidi fu Paula.

Paola: "Mamma!"

R* Gridò e corse verso di me, era molto più alta di come la ricordavo, ma non mi importava, era sempre la stessa Paula. Si è fermata davanti a me prima di saltarmi addosso. Sapeva che ero incinta. Ma mi stavo ancora chiedendo chi potesse essere il padre.

Raquel: "Paula!"

R* Non ho potuto fare a meno di ridere di gioia. Era come una riunione di famiglia dopo anni di separazione.

Monica: "Raquel!"

R* Il volto familiare apparve dietro di lei.

Raquel: "Signora Gaztambide?"

R* Mi guardò confusa tanto quanto me.

Monica: "Cosa?"

R* Mi stava fissando confusa.

Tokyo: "Levati di mezzo, signora Gaztambide."

R* Un'altra voce familiare iniziò a ridere dietro di lei.

Tokyo: "Ciao, come ti senti?"

R* È salita davanti. Il mio cuore ha fermato il battito, era uno dei ladri. Era Silene Oliveira. Improvvisamente non riuscivo a respirare, cosa ci faceva qui? Mi sono guardato intorno per la stanza. C'erano più ladri che ho riconosciuto. Ero così confusa. COSA DIAVOLO È SUCCESSO?

Tokyo: "Stai bene? Sembri pallida. Devo chiamare il dottore?"

R* Ha iniziato con un tono premuroso.

R: "N-no..."

R* risposi a bassa voce.

R: "Semplicemente non so cosa diavolo ci faccio qui? Che diavolo ci fai qui? E perché l'ultima cosa che ricordo è di aver preparato il piano per catturare il Professore."

R* Ero così confusa che respiravo affannosamente. Era un sogno? Stavo sognando?

Palermo: "M*da, ha l'amnesia".

R* Disse uno degli uomini che sorprendentemente avevano una faccia sconosciuta per me.

Helsinki: "Va bene, Raquel, sai chi è Sergio?"

R* Conoscevo il suo nome, era una persona che non dimenticherò mai, era Il Professore.

R: "Certo, è un uomo che sto cercando di catturare da diversi giorni ormai."

R* Scossi la testa. Chi altro dovrebbe essere?

Helsinki: "Quindi non ti ricordi che è tuo marito".

R* I miei occhi si spalancarono. M-mio marito?! Non mi aspettavo  qualcosa del genere dopo essermi svegliata e non aver ricordato nulla. Non me lo aspettavo.

R: "Potete per favore andarvene tutti?"

R* sospirai.

R: "Capisco che probabilmente eravamo una specie di buoni amici, ma io..."

R* Ho espirato.

R: "Non ricordo niente, mi dispiace..."

Serquel's Baby (tradotta) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora