L'unica cosa che conta

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S* Palermo ci guardava confuso.

S: "Cosa vuoi dire?"

S* Ho alzato le sopracciglia innocentemente.

Palermo: "Non puoi fare sul serio".

S* Espirò furiosamente.

R: "Cosa ha fatto?"

R* Gli ho sorriso. Sapevo cosa stava succedendo, sapevo perché era così confuso, ma ho comunque deciso di giocare a questo piccolo gioco.

Palermo: "Non è Salvador!"

S* Palermo scosse la testa, cercando di far capire Raquel.

R: "Martín, lo so da molto tempo."

R* ho riso.

Palermo: "Cosa?"

S* Ci guardò, non capendo proprio niente.

S: "Si è ricordata."

S* Le lacrime sono apparse di nuovo nei miei occhi mentre ricordavo l'intera serata di ieri.

Palermo: "Ti sei ricordata?"

R* Mi ha chiesto e io ho annuito lentamente.

Palermo: "Tutto?"

R* Sorrise felice.

R: "Tutto."

R* lo rassicurai, sorridendo ampiamente.

Palermo: "Oh mio Dio, dobbiamo festeggiare".

S* Ha detto ed entrambi abbiamo riso. Da allora tutto ha cominciato a tornare alla normalità. Ben presto, sono stato dimesso dall'ospedale  ho affittato una casetta vicino all'ospedale. Raquel doveva ancora sottoporsi a dei controlli regolari, quindi non potevamo davvero continuare sulla nostra strada.

Dopo alcune settimane di permanenza alle Hawaii, la banda è partita per vivere nei Caraibi. Rimanevamo solo io, Raquel, Paula e Mariví. Andrés è andato con la banda. Le Hawaii erano bellissime e ci siamo goduti il ​​nostro tempo lì, ma abbiamo comunque aspettato il momento in cui il dottore permetterà a Raquel di viaggiare verso la nostra destinazione finale.

R: "È solo un controllo regolare, non devi preoccuparti."

S* Raquel sorrise con calma mentre entravamo in ospedale. Questa doveva essere la nostra ultima sessione prima di partire, e semplicemente non riuscivo a scrollarmi di dosso la sensazione che qualcosa sarebbe andato storto.

S: "Ma sono ancora preoccupato..."

R* Sospirò e io scossi la testa.

R: "Ti assicuro che mi sento benissimo."

S* Disse mentre entravamo nel corridoio. Ci sedemmo sulle sedie, aspettando che l'infermiera ci chiamasse.

Infermiera: "Il signor e la signora Marquina!"

S* Ci ha chiamato e io ho aiutato Raquel ad alzarsi dal suo posto. Il suo pancione ha iniziato a crescere e alzarsi in piedi stava diventando sempre più difficile. Anche se non sembrava davvero felice di crescere così tanto, lo ero. Mi è piaciuto vedere che il nostro bambino è sano e che sta crescendo come dovrebbe.

R* Siamo entrati nello studio del dottore e il dottore mi ha detto di sedermi sul letto. Ci ha fatto alcune domande regolari e poi ha preparato la macchina per l'ecografia. Sergio mi ha tenuto la mano stretta per tutto il tempo. Era così spaventato che qualcosa potesse andare storto.

Dottore: "Allora, vediamo." Il dottore ha acceso l'ecografia ma è subito taciuto.

R: "Cosa c'è che non va?"

R* ho chiesto un po' incerto.

Dottore: "Beh..."

S* Fece un respiro profondo. Non mi piaceva per niente quel silenzio.

Dottore: "Sembra che vada tutto bene."

S* Sorrise ed entrambi espirammo di sollievo. Ho guardato Raquel e abbiamo sorriso. Lei annuì d'accordo e io cominciai.

S: "Penso che siamo pronti a conoscere il genere, se è possibile."

S* Ho guardato il dottore e lui ha sorriso.

Dottore: "Certo, vediamo se vedremo qualcosa".

R* Guardò attentamente il monitor.

Dottore: "Oh sì, lo vedo qui."

S* Sorrise gentilmente.

Dottore: "Sei pronto a saperlo?"

R* Alzò le sopracciglia. Ho guardato Sergio ed entrambi abbiamo annuito con la testa.

Dottore: "Va bene allora. Congratulazioni, stai per avere un maschio."

S* Sorrise e le lacrime iniziarono a rigarmi le guance, stavamo per avere un maschio. Ho guardato Raquel che piangeva anche lei.

Dottore: "Vi lascerò un po' di privacy."

R* Ci ha lasciati soli nella stanza. Stavo guardando negli occhi di Sergio. Ero così felice, non mi importava se fosse un maschio o una femmina, ero solo felice che il nostro bambino stesse bene.

S: "Ti amo così tanto."

S* Ho sorriso tra le lacrime che non sono riuscita a fermare. Mi sono avvicinato a Raquel e l'ho baciata profondamente.

R: "Ti amo anch'io."

S* Singhiozzò.

R: "Ti immagini il piccolo Sergio che corre per casa?"

S* Lei sorrise e io ridacchiai.

S: "Sono sicuro che sarà una versione maschile di te."

S* Ridacchiò anche lei.

R: "Dovremo aspettare e vedere."

S* Mi ha fatto l'occhiolino e ho sentito le farfalle nello stomaco. Questa donna sta facendo cose incredibili con tutto il mio corpo.

S: "Mancano ancora tre mesi..."

S* Sospirai felice, volevo solo conoscere già il nostro bambino.

R: "Mancano ancora tre mesi..."

R* ho ripetuto dopo Sergio.

S* Dopo l'appuntamento, il dottore per fortuna ha permesso a Raquel di viaggiare finalmente. Abbiamo fatto le valigie e ci siamo preparati per raggiungere la nostra destinazione finale.

S: "Sei sicuro di essere pronta?"

R* Me lo chiese ancora una volta ancora preoccupato.

R: "Mai stato di più pronta."

R* risposi con un sorriso sulle labbra.

S: "Lo sai che sei l'unica cosa che conta, vero?"

S* Le ho strofinato i capelli mentre ci sedevamo in macchina.

R: "Lo so..."

S* Rispose con un ampio sorriso.

R: "Andiamo finalmente."

S* Ci ha incoraggiato, così abbiamo fatto. Tutta la nostra famiglia è salita sulla nave, si spera finalmente pronta per andare nella nostra nuova casa. Paula era così entusiasta di vedere la nostra nuova casa, così come Mariví e Raquel. Speravo solo che tutto andasse bene da ora. Speravo solo che finalmente troveremo un po' di pace e potremo finalmente goderci la nostra vita.

Gli ultimi mesi sono stati come montagne russe e tutto ciò che volevamo era sistemarci e goderci la nostra vita tranquilla.

Serquel's Baby (tradotta) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora