CAPITOLO XXX

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«Chi era?» chiede lui avvicinandosi a lei ancora bagnato dalla doccia.
Rose fa spallucce: «Nessuno».
«Come nessuno?!» ride lui; «Qualcuno ha suonato, sei andata ad aprire... a meno che non fosse un fantasma..».
Lei prende l'asciugamano che ha legato alla vita e lo strattona verso di se facendo toccare i loro corpi. «Non pensi che potresti focalizzare le tue attenzioni su qualcos'altro piuttosto che su chi era o chi non era alla porta?». Luigi sorride, fa scendere la mano per slacciarle l'accappatoio e far scorrere il palmo della mano sul suo ventre, delicatamente fino a risalire sfiorandole il seno, raggiungendo il collo. Le alza piano la testa e abbassa le labbra verso quelle di lei, che protende immediatamente la lingua mentre toglie le mani dal bordo dell'asciugamano e le spinge più giù, iniziando a toccarlo piano. Lui inizia a morderle il collo, si lascia scappare un gemito. «Ti devo restituire il favore Rockstar» mormora lei.

...

«Rivestiti e vai. La mia manager sarà qui presto domani mattina. Parto per Milano. Ho le prove del concerto di domani sera».
«Giusto... il concerto, le prove... giusto» biascica lei alzandosi dal letto e dirigendosi in bagno dove aveva lasciato i suoi vestiti. Si affaccia alla porta fissandolo: «Non mi stai cacciando di nuovo, vero?».
Lui ride: «Forse».
«Allora, mettiamola così. Sono io che me ne vado perché non voglio passare la notte con te, non il contrario».
«Ok, come vuoi. Lanciami anche i miei vestiti già che ci sei, mi scoccia alzarmi dal letto».
«No caro mio. Arrangiati» ribatte lei mentre cammina e si infila la maglietta. «Non sono la tua schiavetta». È sexy, c'è poco da dire.
«Ok, come vuoi tu». Luigi si alza, completamente nudo, e le passa vicino ammiccandole con lo sguardo, quel tanto che basta per risvegliare in lei la voglia di tornare a letto. «Ti odio Rockstar».
«Dai vai. Ti chiamo un taxi?».
«No, prendo la metro».
«Sicura?».
«Che fai ti preoccupi per me?».
Luigi ricompare dal bagno, questa volta vestito. «Figurati» sorride. «Comunque vuoi dirmi chi era alla porta prima?».
«Ancora con sta storia!» sbotta lei scocciata. «Me ne vado».
Luigi è perplesso. Qualcuno aveva bussato, lei aveva aperto. Che ci fosse trattato di uno scherzo? Ma allora perché non dirglielo. «Ok, ciao Rose» si limita a dire mentre lei con il telefono in mano si avvicina alla porta. «A presto Luigi».
Lui rimane con un sorriso stampato in faccia, fermo, steso sul letto rivivendo a tratti la loro serata. E' strano davvero come Rose riesca a farlo stare cosi bene ma alla fine dei conti non sia abbastanza. La chiacchierata con Alex di ieri sera non gli ha fatto affatto bene, lo ha portato a porsi delle domande. Per tutto il giorno ha avuto in mente Carola: chissà se si aspettava di vederlo a teatro, se sarà rimasta delusa dal non scorgere il suo volto tra la folla e dalla mancanza di un suo gesto verso di lei. Spera solo che non abbia versato delle lacrime per lui. Forse è stato uno sbaglio non andarla a vedere, forse avrebbe potuto anche solo scriverle qualcosa per farle sentire la sua vicinanza. A lei avrebbe fatto sicuramente piacere sentirlo ma alla fine riallacciare un rapporto significa farsi del male a vicenda, distruggersi e lui tiene troppo a lei per permettere che questo accada. Ripensa a Rose, a quanto sa stare al gioco e a quanto riesca a stuzzicarlo continuamente: un giorno potrebbe essere abbastanza, un giorno forse il ricordo di Carola se ne andrà e finalmente sarà pronto per qualcosa, di più o meno serio, con lei o qualcun'altra. Una cosa è certa, se Rose domani sparisse lui non avrebbe mancanze. Ad oggi quello che ha con lei è un di più, non sente la necessita di averla nella sua vita anche se è un piacevole modo per addolcire i tormenti quotidiani. Cosa potrebbero essere in futuro non lo sa, come non sa cosa aspettarsi da se stesso. Ci sono momenti come questo in cui si trova a dubitare delle sue scelte e prenderebbe volentieri un taxi correndo da Carola, ed altri invece in cui si sforza di essere felice senza di lei. La guerra interna che sta combattendo gli sta logorando l'anima, più di ogni cosa. È davvero tardi, troppo per addentrarsi in questi pensieri: non è abbastanza lucido. Deve assolutamente dormire. Domani sarà una giornata estremamente pesante: partenza all'alba praticamente, in treno fino a Milano, prove nel pomeriggio e concerto alla sera. Tra l'altro è tra gli ultimi in scaletta quindi dovrà aspettare moltissimo tempo prima di potersi esibire. LDA invece è relativamente, presto ha notato. "Luchino" pensa con un sorriso. Non vede l'ora di rivederlo e farsi due risate assieme a lui. Poteva sembrare alle volte un po' un giullare ma era davvero un ragazzo d'oro e non si meritava di uscire dal programma in quel modo, e così presto.

...

«Prendi sta dannata valigia e mettila nello scomparto sopra, impiccia qua» sbotta Daniela. "È di cattivo umore qualcuno questa mattina".
Luigi ubbidisce da bravo. «Dani tutto ok?».
«A parte che ci siamo svegliati all'alba per prendere questo treno? Si certo».
«Hai prenotato tu i biglietti» ride.
«Quando l'ho fatto l'idea di partire presto ed arrivare per tempo mi sembrava grandiosa».
«Ora ti sei ricreduta invece».
«Esattamente» risponde lei incrociando le braccia al petto.
«Hai avuto notizie dalla casa discografica per il videoclip?» chiede Luigi cambiando argomento e prendendo posto al fianco di lei.
«Rossi ha detto che ci stanno ripensando. Domani, di rientro a Roma farò un salto per capire cosa hanno intenzione di fare. Tu vuoi venire?».
«Certo» esclama deciso. «Non ho intenzione di girare una schifezza».
«Questo lo so, era un modo per lasciarti mezza giornata libera» sorride lei. "Oddio non ci credo".
«No, non ti preoccupare. Non mi dispiacerebbe tornare un paio di giorni a casa però, pensi che sia possibile?».
«Prima della registrazione del videoclip? Non credo. Dopo sicuramente». Luigi non ci spedava proprio: abbraccerebbe Daniela in questo momento dalla gioia che prova.
«Daniela, tu sei un angelo caduto dal cielo» scherza fingendosi un adulatore.
«Da piantala scemo, prima che mi ricreda» sbotta lei con un sorriso in volto.

IL MIO SBAGLIO SULLE OSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora