CAPITOLO XX

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L'aria fresca della sera gli accarezza il volto teso. Non sa neanche perché è lì. Lo spettacolo è iniziato da un'ora ormai, la strada è deserta, l'ingresso è vuoto. Non può entrare ma ha deciso molto tempo fa che non lo avrebbe fatto. Carola è lì dentro, su quel palco, bellissima come sempre, a dare spettacolo. Lei è uno spettacolo, il più bello che abbia mai visto in tutta la sua vita. Ha sempre amato vederla ballare: è elegante Carola, sensuale ma non volgare, dolce ma decisa. La prima volta che la vide, con il suo tutù nero, la coda alta e le scarpette, una vocina nella sua testa disse che era cosi tenera, poi trenta secondi dopo, mentre ballava "ice ice baby" alla sbarra l'unica cosa che riusciva a pensare era "wow". I movimenti decisi ma controllati del suoi piccolo e forte corpo: un connubio perfetto. La maglia, simboleggiante l'ingresso nella scuola, le fu consegnata da Tommaso Paradiso, autore della nota canzone Non avere paura. Quando l'ascolta pensa sempre a lei.

"Se mi guardi così, se mi sfiori così
Se avvicini la tua bocca al mio orecchio
Non finirà bene
Ma ti prego no, non smettere
Non smettere mai"

«Non mi guardare» le disse abbassando lo sguardo, incapace di sostenere quello di lei e Carola che si butta su di lui per abbracciarlo forte, in maniera dolce e tenera. Si erano appena detti che nessuno dei due voleva qualcosa di più, ma era tutto talmente surreale che non ci credevano nemmeno loro. Lei voleva tutelare se stessa e lui aveva paura di farla soffrire in qualche modo.

"Sento una musica ogni volta
Che ti sto accanto quando ti perdo
E poi ci ripenso"

Si, ci ha ripensato tante volte, ogni volta che diceva con se stesso di non provare nulla, poi la vedeva, si pentiva e tutti i capi saldi nella sua testa cominciavano a crollare uno ad uno.
Si guarda intorno: il teatro è illuminato, sembra un castello. È suggestivo in qualche modo. Potrebbe entrare, chiedere di lei anche se i biglietti sono sicuramente sold out, chiedere di vederla finito lo spettacolo, oppure potrebbe scriverle anche solo un "in bocca al lupo" fugace, per farle capire che a lei lui ci pensa sempre, sempre e comunque. Potrebbe fare tante cose in verità e tutto sarebbe certamente più produttivo di quello che sta facendo ora, ossia starsene e in piedi a braccia conserte, davanti a quel maledetto teatro. Fare qualcosa però implicherebbe prendere una decisione, guardarsi dentro e trovare una la forza per capire quello che prova per lei, il che è talmente spaventoso da fargli venire il fiato corto. Una volta lei gli disse che non voleva dover avere bisogno di nessuno, e lui rispose che non c'era nulla di male nel contrario e lo pensava seriamente anche se ora quello che ha paura di avere bisogno di lei è lui. Cosa succederebbe se vivessero la loro storia, se si dessero una possibilità? Le loro vite troppo diverse, gli impegni di entrambi, sposati rispettivamente con la musica e la danza.... È tutto troppo complicato. "Non funzionerebbe mai" pensa, ma ne è davvero sicuro? Potrebbe metterci la mano sul fuoco? Sinceramente no e lo sa perfettamente, solo vivendo una relazione si può capire effettivamente se può funzionare o meno ma il terrore che lei per causa sua possa in qualche modo mettere da parte il ballo o mettere a repentaglio la sua carriera, lo logora nel profondo, parimenti alla consapevolezza che lui stesso si troverebbe in una situazione in cui l'amore per lei diventerebbe totalizzante.

No, non avere paura
Quando vai a dormire sola
Se la stanza sembra vuota
E se senti il cuore in gola
Non avere paura
Mi prenderò cura, io di te

Non c'è cosa che vorrebbe di più nella sua vita di potersi prendere cura di lei, sollevarla da tutti i problemi e riuscire a guarire le sue insicurezze, una ad una. Se la ricorda troppo bene Carola che piange, il suo piccolo viso rigato dalle lacrime salate di chi non sa fino in fondo quanto sia enorme il suo potenziale.
Potrebbe decidere di rischiare tutto oppure potrebbe semplicemente andarsene da li, correre via veloce e nessuno saprebbe mai che era stato li. Lei continuerebbe la sua vita, totalmente ignara che lei è un pensiero fisso nella sua testa e non riesce a scordarsi di lei. Le immagini del loro percorso gli passavano velocissime davanti agli occhi: lacrime, sorrisi, risate, dolori... «Vuoi la piadina?»... Nella sua testa caccia un urlo esasperato. Non può continuare così, lei deve lasciare la sua mente il prima possibile. È ora di andare avanti.

IL MIO SBAGLIO SULLE OSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora