Ha fatto i bagagli relativamente in fretta, portandosi solo poche cose, vista la breve permanenza a casa in Calabria. Il treno stranamente non aveva avuto grossi ritardi ed il taxi già lo aspettava alla stazione: niente sembrava potesse andare storto.
Luigi, realizza con un sorriso, godendosi i panorami della sua terra, che ora manca davvero pochissimo. Finalmente potrà rivedere i suoi genitori, passar un po' di tempo in quelle quattro mura che un tempo gli stavano fin troppo strette ma di cui oggi sente la mancanza ogni giorno, da diversi mesi ormai. Sua madre e suo padre non sanno ancora che lui sta arrivando: aveva scongiurato a Daniela mantenere il segreto per poter fare loro una sorpresa. Già se la immagina sua madre, scoppierà quasi sicuramente a piangere mentre suo padre non saprà cosa dire e rimarrà impietrito a fissarlo, pensando che si tratti di un'allucinazione. Gira la chiave nella porta, consapevole che in casa a quest'ora non troverà nessuno in quanto entrambi i suoi genitori sono al lavoro e rientreranno solamente nel tardo pomeriggio. L'ingresso è sempre lo stesso e nell'angolo a destra ci sono ancora le sue pantofole un pò malandate, come se non se ne fosse mai andato. Si toglie le scarpe e le indossa, avventurandosi alla scoperta di quella che una volta era casa sua. La cucina è in perfetto ordine, come sempre e il profumo per ambienti non è variato. Eppure stare li ha un sapore diverso: è casa certo ma gli trasmette un forte senso di malinconia. Sale le scale diretto in quella che era la sua stanza e che si aspetta di trovare come aveva lasciato diversi mesi fa quando aveva fatto il suo ingresso all'interno del programma. Sorride varcando la porta: i muri ricoperti di poster, la chitarra nell'angolo vicino all'armadio. Si avvicina e la prende tra le mani. Quanti ricordi.
«Gigio scendi!».
«Ancora un attimo mamma».
«Continuerai a suonare dopo. È ora di cena».
Guarda le foto sparse sulla scansia: Luigi da piccolo, con i suoi amici, con i suoi genitori... D'improvviso si rende conto che era una vita che non si soffermava a guardarle, rivivendo quegli attimi. Era un'abitudine averle li, l'occhio non le ricercava più. Ne prende in mano una in cui doveva avere più o meno due anni, in cui stringe forte un pupazzo a forma di anatra e ride mostrando le fossette. "Carola mi avrebbe preso in giro a vita se avesse visto questa foto" pensa sorridendo per poi riporla al suo posto. Fa qualche passo, muovendosi tra le sue cose. Sua madre non ha toccato nulla, non ha neanche avuto la forza di riordinare quella stanza probabilmente. Ci sono ancora diversi libri per terra nell'angolo infondo a destra, e oggetti sparsi alla rinfusa. «Mamma mia» sospira immergendosi nei ricordi e ritornando bambino.
Dopo attimi interminabili decide di fare una passeggiata al mare, nel suo mare della Calabria, visto che i suoi genitori rincaseranno tra diverse ore. Ci si arriva facilmente in autobus quindi esce di casa e si reca alla fermata più vicina. Se le ricorda bene tutte quelle volte in cui ha corso rischiando di perdere quel bus, d'estate sotto al sole, con i suoi amici che lo aspettavano in spiaggia. Sembra passata una vita eppure è solo un anno da tutto ciò. Un anno. È assurdo: chi l'avrebbe mai detto che quel ragazzino, cantante e musicista, un pò rock, si sarebbe trovato a vincere Amici ed avere così tanto seguito? Un po' come Elisa, nella canzone Qualcosa che non c'è, anche lui aveva scritto su un quaderno "io farò sognare il mondo con la musica" ed oggi poteva dirci di starci riuscendo, o comunque ci sta provando con tutto se stesso....
Il mare è calmo, gli accarezza piano le caviglie, la sabbia si insinua tra le dita e la salsedine gli permea la pelle. È un toccasana per l'anima il rumore dello scrociare delle onde, lento e regolare. Fa caldo, ma non così tanto grazie al venticello leggero che gli spettina i capelli, decisamente troppo lunghi ormai. Gli era mancato tutto questo, immensamente. Lui ha sempre amato il mare, in ogni suo aspetto, anche se non gli piace molto nuotare. Starci così lontano è stato in qualche modo doloroso per lui. Cammina da diverso tempo ed ormai è quasi arrivato allo stabilimento dove era solito andare sin da bambino. È un giorno feriale quindi si aspetta di trovarlo semi vuoto, inoltre i suoi amici sono al lavoro e manco sanno che è tornato. L'idea di avvisargli gli aveva attraversato la mente a più riprese ma poi aveva desistito perchè si trattava solamente di una toccata e fuga e non voleva vederli solo per qualche istante per poi dover ripartire subito. Quando aveva deciso di intraprendere questa carriera non era ben conscio di cosa significasse. Si dice sempre "o il lavoro o gli amici e la famiglia" ma lui non ci aveva mai creduto fino in fondo. Ad oggi, però deve ammettere che un filo di verità in ciò esiste, soprattutto per la carriera che ha deciso di intraprendere lui. Camminando passa davanti allo stabilimento. Osserva da lontano i campi da beach volley dove sudava anche l'anima, il loggiato dove giocava a carte con i suoi amici, perdendo quasi sempre... è tutto così lontano ormai. Sorride, scuote la testa riassaporando quei momenti e poi continua a camminare, lasciando che il mare gli culli l'anima.
...
Sono quasi le sette di sera quando Luigi sente la chiave della porta di casa girare. Si alza dal divano velocemente e si piazza davanti alla porta con un sorriso stampato in faccia e le gambe tremanti.
«Gigi» esclama sua madre incredula correndogli incontro e gettandogli le braccia al collo. Lui la stringe forte. «Ciao mamma».
«Ma quando sei arrivato?» borbotta confusa.
«Da diverse ore a dire la verità. Sono andato a fare un giro al mare prima. Mi mancava».
«Potevi avvisare! Mi sarei presa una mezza giornata di ferie» esclama colpendogli il braccio sorridendo.
«Volevo che fosse una sorpresa».
«Papà lo sa?».
«No, nemmeno lui» sorride.
«Arriverà a momenti».
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IL MIO SBAGLIO SULLE OSSA
FanfictionE se tutto non fosse così complicato come sembra? "Con fare deciso entra in stanza lasciandolo sull'uscio. «Che fai, hai intenzione di restartene lì a fissarmi allungo?». «Perché, cos'altro vorresti che facessi?» ammicca serio chiudendo la porta ma...