«Sono distrutta» sospira Carola appoggiandosi a lui.
«Anche io. È davvero tardissimo».
«Le due» risponde gettando uno sguardo al cellulare. I due ragazzi entrano in casa e lei lancia la borsa sul piccolo divano.
«Ho sonno» mugugna sembrando una bimba. Luigi sorride: «Ti porto a letto piccola».
«In braccio?».
«Se lo desideri si».
Carola lo guarda ed arrossisce poi il suo sguardo si sposta sui suoi piedi e si rabbuia, confondendolo. «C'è qualcosa che non quadra».
«Cosa? Non ho capito piccola. Che intendi?».
«È tutto troppo perfetto. Tu sei perfetto. Non possiamo essere così felici, è matematicamente impossibile sentirsi così».
«Meritiamo questa felicità, sono stato malissimo in questi mesi. Ho provato con tutto me stesso a rinnegare quello che provavo per te, avevo il terrore che questo amore ci avrebbe portato alla distruzione. Tutte le volte che ti ho detto che non provavo nulla mentivo, a me stesso ed a te».
«Come mai hai cambiato idea?» chiede sedendosi sul divano, a fianco alla sua borsa.
Luigi rimane in piedi, esattamente dov'è.
«Una persona una sera mi ha detto di avermi cresciuto troppo bene perché io abbia paura di qualcosa che potrebbe rivelarsi la cosa migliore della mia intera vita». "Mamma" pensa. L'ultima volta che ha sentito i suoi genitori stava per partire per Como, diretto da Alex. Non gli avevano fatto domande in questo mese su Carola, mai, solamente una volta, proprio quel pomeriggio quando sua madre durante la chiacchierata telefonica aveva semplicemente chiesto se si fosse deciso a mettere da parte la paura. Lui aveva risposto: «Si mamma, è complicato ma ci voglio provare».
Lei non aveva insistito e lui se l'era immaginata sorridente, seduta sulla sua poltrona rossa, davanti alla tv, intenta a risolvere un cruciverba, orgogliosa di lui. "Devo chiamarla" pensa.
«Deve essere una persona speciale» sorride Carola.
«Lo è e non vedo l'ora di fartela conoscere».
«È lo stesso per me. Spero solo di starle simpatica».
«Ti adora già, credimi».
Carola si alza e gli viene incontro, lo stringe gettandogli le braccia al collo. «Ti amo» sussurra.
«Anche io».
Una fitta al cuore si propaga in tutto il suo petto e Luigi sente che è arrivato il momento di dirle la verità. Farà male ma è giusto che lei lo sappia.
«Devo tornare a Roma domani» sussurra. Carola si stacca dall'abbraccio e lo guarda fisso negli occhi, a metà tra lo sconvolto ed il disperato.
«Cosa..» mugugna.
Lui le prende il viso tra le mani, accarezzandole le guance soffici. «La mia manager mi ha comunicato che se non mi presento domani sera al concerto sponsorizzato dalla mia casa discografica, verrò meno ai miei obblighi contrattuali e rischio che mi straccino il contratto. Manco da troppo».
«Ma non è giusto».
Odia vederla così triste. «Lo so piccola ma non posso farci nulla».
«Non sei a Parigi da tanto però ... ».
«No, ma prima di venire qui ero andato da Alex . È diverso tempo che salto gli eventi, non vado in sala registrazione e non mi presento alle riunioni. Sono soldi che la casa discografica perde, avendo investito su di me e sulla promozione del disco».
Carola si morde il labbro mentre i suoi occhi si fanno via via sempre più lucidi e brillanti. Si stacca definitivamente dall'abbraccio, rompendo ogni contatto con lui e se ne va, in direzione del bagno. Luigi rimane lì, e quando sente la porta chiudersi, si reca in camera da letto. Ha bisogno di tempo per metabolizzare e lo sa, deve lasciarla un po' da sola.
Si accuccia nel letto, mettendosi su un fianco appositamente per non fare troppa pressione sul lato del suo addome mal ridotto. È tutta la sera che ignora volutamente le fitte che sente, per non allarmare Carola. "Passerà" pensa tastandosi il livido da sopra la camicia e digrignando i denti. "È solo un ematoma, fai l'uomo" si riproverà da solo. Da quando hanno cenato con quei panini freddi del McDonald si sente meglio, anche se non può considerarsi al cento per cento. "Mi ha dato una bella botta però eh". Carola entra in stanza, con una maglia larga e decisamente troppo larga per lei.
Si stende a fianco a lui, nella sua stessa posizione, in maniera perfettamente speculare, e lo guarda. Glielo legge negli occhi che è ancora giù di morale per la notizia che gli ha dato.
«Quando parti?» chiede a bassa voce, come fosse un segreto. Ha il viso rosso e gli occhi rossi di chi ha pianto.
«Daniela, la mia manager, mi ha girato il biglietto su whatsapp. Parto alle 12:00».
Sospira la piccola Carola e a Luigi viene un'improvvisa voglia di proteggerla da tutti i mali del mondo e dalle avversità della vita.
«Devi proprio?».
«Si, te l'ho detto. Rischio che mi straccino il contratto».
«Quando ci rivedremo?».
«Farò il possibile, te lo giuro. Sarà prima di quel che ti immagini» cerca di rassicurarla e nel mentre che lo promette a lei, lo promette anche a se stesso. «Credimi».
«Io ti credo Gigi, ma ho comunque paura che ci allontaneremo di nuovo».
«Non accadrà».
«Non puoi saperlo»
«Si invece, perché io ti amo».
Carola a quelle parole scoppia, lascia che le emozioni la travolgano: gli occhi annegano nelle lacrime, che scendono copiose rigandogli le guance.
«Piccola...» bisbiglia Luigi distrutto da quell'immagine, allungandosi verso di lei per consolarla.
«Non dire niente, stringimi e basta» sussurra la ragazza con la voce rotta dal pianto.
Carola si accuccia sul suo petto mentre lui le accarezza piano il viso. La guarda smettere di singhiozzare, chiudere gli occhi ed addormentarsi come un angelo, respirando piano. La tiene a se come se fosse il bene più prezioso che ha e lo è. È lei la sua Psiche, la donna che ama e che vuole curare con passione. Si è promesso una cosa però, non avrà mai una maschera con lei: Carola sarà sempre in grado di vedere il vero Luigi, sempre e comunque, anche se alle volte quello che vedrà potrebbe non piacergli. È un'anima fatta di spine la sua, spesso soffre e la testa è un groviglio di pensieri. Non è facile stargli accanto e lo sa, e Carola purtroppo conoscerà anche questi aspetti di lui, augurandovi che lo saprà amare comunque. Non ha paura di mostrarsi per quello realmente che è con lei: può essere Luigi e basta, senza maschere.
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IL MIO SBAGLIO SULLE OSSA
FanficE se tutto non fosse così complicato come sembra? "Con fare deciso entra in stanza lasciandolo sull'uscio. «Che fai, hai intenzione di restartene lì a fissarmi allungo?». «Perché, cos'altro vorresti che facessi?» ammicca serio chiudendo la porta ma...