CAPITOLO LX

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Luigi respira piano, mentre riprende fiato, tra le braccia di lei, che gli accarezza la schiena, soffermandosi sui deltoidi. Non trova parole, non ce ne sono e mai ce ne saranno, per descrivere a pieno quello che sente in questo momento, mentre l'adrenalina scivola via dal suo corpo e si sente innondato dall'amore.
«Ti amo» biascica restando immobile, con il viso sul petto di lei che passa le mani dalla schiena alla testa, prendendo ad accarezzargli i capelli neri corvini, con una dolcezza unica. Questo momento è quasi meglio del sesso in se, è pace, è tranquillità, in una parola: è amore, amore puro e sincero, genuino e totalizzante.
«Mi hai lasciato senza fiato Gigi» mormora lei, il cui respiro si sta facendo sempre più regolare man mano che passa il tempo.
«Anche tu, piccola, anche tu».

...

«Devo andare ad allenamento Gigino» ride lei mentre lui le fa il solletico e la tocca lungo tutto il corpo, mordendole il collo.
«Uffa» borbotta scostandosi e facendo una faccia da finto offeso.
«Piccolino» sorride Carola.
«Cinque minuti ancora, ti prego».
«No, davvero. Farò tardi» ribatte lei lasciandogli un veloce bacio sulle labbra e liberandosi dalla sua presa. È luminosa, glielo si legge in faccia che è felice e Luigi non si capacita ancora di essere l'artefice di quella felicità. Si muove veloce nella stanza, prende la biancheria dal cassetto, un top ed un paio di leggins. «Mi cambio ed esco» sentenzia correndo via. Luigi, tra le lenzuola bianche rimane rapito dai suoi gesti, dal modo in cui i suoi capelli toccano la schiena mentre cammina.
«Ed io cosa faccio senza di te?» esclama a voce alta in modo che lei possa sentirlo.
«Fai il turista per Parigi. Sarò libera per ora di pranzo, con tutta probabilità, prima del secondo giro di prove del pomeriggio».
«Hai lo spettacolo stasera?».
«Esatto».
«Posso venire?».
«Se ti fa piacere ... non sono sicura ci siano ancora posti ma al massimo provo a chiedere di farti passare comunque».
«Certo che mi fa piacere piccolina».
Carola fa la sua comparsa dalla porta, vestita e con i capelli legati in uno chignon perfetto. È incredibile come nella sua semplicità, agli occhi di Luigi, lei riesca ad essere sexy anche così. Con un sorriso dolcissimo Carola si fionda su di lui e lo abbraccia, facendo sfiorare le loro labbra: «Ti amo Gigino» esclama luminosa.
«Anche io, da morire, ma ora vai o farai tardi. Ci sentiamo più tardi».
«Tirati dietro la porta, miraccomando».
«Agli ordini signorina» scherza mentre lei si alza e lui gli da una pacca decisa sul fondoschiena.
«Fai il bravo Gigino» lo riprende lei ma con il sorriso.
«Tu, Carola, tu fai la brava».

...

Passano alcuni minuti da quando Carola è uscita di casa, prima che Luigi scosti le lenzuola e si alzi dal letto. Dopo essersi rivestito, guarda la stanza di lei: c'è tanto di Carola in quelle quattro mura, anche se vive lì da poche settimane. C'è Porky, il suo fidato peluche su una mensola sopra la scrivania e ci sono i suoi quaderni, dove annota tutte le coreografie ed i suoi pensieri. Respira il profumo di lei, imprime nella sua mente i dettagli di quella stanza, custode della notte appena trascorsa. Ricorda tutto, le carezze, i sospiri, le scosse lungo la schiena, tutto, e se chiude gli occhi può ancora sentire le mani di lei sfiorarle il viso. Travolto dalle emozioni, con la felicità che ha casa nel suo petto, si avvia verso l'uscita, e lascia quella casa, avendo cura di chiudere la porta alle sue spalle. Prende l'ascensore, esce in strada ed inizia a camminare in strada, alla ricerca di un posto dove fare colazione: sta morendo di fame. "Potrei andare a visitare qualche posto" pensa realizzando che è a Parigi ed è pieno di cose da vedere.
Percorsi un centinaio di metri si trova sulla destra una boulangerie, dove entra, attirato dal profumo di dolci appena sfornati. Attende il suo turno e quando finalmente tocca a lui, chiede con il suo solito accento pessimo:
«Un pain au chocolat».
La signora accetta le monete e con un sorriso gli passa il dolce, ancora caldo. «Merci» risponde mordendone un pezzo e rimanendo sorpreso dal gusto soave. "È buonissimo" pensa uscendo di li.
Alla fine forse Parigi non è così male, alla fine forse merita una chance. Prende il cellulare ed apre Google Maps per capire dove dirigersi per raggiungere l'Arco di Trionfo, Notre Dame ed il Louvre, che insieme alla Tour Eiffel sono i posti che vorrebbe visitare. "Ok, è ora di fare i turisti".

IL MIO SBAGLIO SULLE OSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora