Carola
«Tu non puoi essere umana: sei stata fantastica piccola» esclama Luigi vendendole incontro a passo spedito.
«Grazie» sorride lei fiera scostandosi appena in tempo prima che lui la baci. «Sono tutta sudata! Fammi fare una doccia» si giustifica.
«Non mi importa» Carola scuote la testa e fa una smorfia che significa "importa a me" così lui aggiunge sussurrandole all'orecchio: «Ti ho già vista sudata ieri seri, sotto di me ed è stato bellissimo».
Lui posa una mano sulla spalla nuda di lei, scivolando veloce lungo tutto il braccio, fino a prenderla per mano. Carola sussulta: una scossa di elettricità parte della sua intimità e si irradia lungo tutta la schiena e nelle viscere. «Gigino» bisbiglia avendo l'improvviso desiderio di essere sola con lui.
«Non vorrei disturbarvi, ma la direttrice della compagnia mi dice che ci sarebbero un pò di autografi da fare». Carola si stacca da Luigi, riportata alla realtà dalla voce imbarazza di Marcello che fissa il soffitto, visibilmente a disagio.
«Si, certo. Vado subito» dice lei. «Già che ci sono poi vado direttamente in camerino così mi sistemo e possiamo uscire» aggiunge rivolta verso Luigi che sorride facendole l'occhiolino.
«Ti aspetto qua» dice il cantante.
«Nel frattempo fate conoscenza. Lui è Marcello, il mio migliore amico si può dire e lui è Luigi» li presenta, nel tentativo di distendere la situazione e mettere il ballerino a suo agio. Sorride, e se ne va lasciandoli chiacchierare....
Firmare autografi non è di certo la parte che preferisce, anche se lo fa di buon grado tutte le volte. Carola appoggia l'asciugamano sulla poltroncina e si toglie le scarpette, facendo respirare i suoi poveri piedi doloranti. Inforca le ciabatte che tiene pronte all'uso e prende a cercare qualcosa da indossare dopo la doccia, per poter uscire. Si è portata due cambi, e indecisa come sempre su quale mettere li osserva pensierosa.
«Ciao».
Lei si volta di scatto: è Giovanni quello sulla porta del suo camerino, che la fissa con un mezzo sorriso sulle labbra.
«Giovanni» balbetta. «Che ci fai qui?».
«Ti ho promesso che per te ci sarò sempre, anche a dispetto delle incomprensioni. Avevo il biglietto e sono venuto a supportarti» spiega.
«Ok, ma mi riferivo a dietro le quinte» ribatte a disagio. "Diamine" pensa trattenendosi da fortissimo desiderio di imprecare.
«Mi conoscono Caro, mi hanno fatto passare senza problemi, comunque non è questo l'importante: hai ballato benissimo, sei stata spettacolare come sempre». Giovanni fa un passo nella sua direzione e lei di rimando si muove all'indietro, per mantenere una certa distanza tra loro.
«Dobbiamo parlare» dice decisa.
«Si, lo so. Hai bisogno di tempo e lo capisco, ma non allontanarmi. Superato questo momento saremo più forti di prima».
«No Gio', non succederà...».
«Si invece, ci vuole solo tempo».
«Giovanni, io non ti amo... ».
«Ci vuole tempo per sviluppare un sentimento» risponde ferito ma comunque deciso a non fare un passo indietro.
Carola è a disagio, non sa come dirle che non c'è speranza per loro ed infondo non c'è mai stata, dal momento che nel suo cuore ha sempre avuto casa l'amore per Luigi.
«No... ti prego Giovanni. Accetta che è finita» lo supplica. Lui la guarda con gli occhi improvvisamente tristi e scuote la testa.
«Lui non ti merita».
«Forse hai ragione ma io lo amo ed è giusto che mi viva questo sentimento» risponde addolorata.
Giovanni fa una smorfia quasi di disgusto e tira una manata contro lo stipite della porta. Lei lo osserva spaventata e fa un passo indietro, l'ennesimo, fino a ritrovarsi con la schiena contro il muro. «Giovanni ora potresti lasciarmi sola? Devo cambiarmi» chiede cercando di trasmettergli quanta più tranquillità possibile.
«No... quel maledetto biglietto, era il suo avevo ragione?» esclama quasi delirando.
«Giovanni...» .
«Quando lo hai visto? Dopo lo spettacolo?» chiede ma lei non apre bocca, preoccupata dall'irruenza che sente nella voce. Non lo riconosce: è un'altro ragazzo quello che ha davanti.
«Gli avevo detto di starti lontano» sibila tra i denti non ricevendo risposta da lei. "Cosa?" Pensa stranita.
«Che cosa hai fatto tu?!» sbotta pentendosene subito, visto che lui la fulmina e il suo sguardo si fa nero come la pece.
«La sera dello spettacolo si era presentato qui, gli avevo detto di stare alla larga e lo avevo fatto cacciare però evidentemente lui non mi ha dato retta eh... quando vi siete visti?».
«Prima di tutto tu non avevi alcun diritto di impedirgli di vedermi!» esclama lei. «Seconda cosa, quel foglietto è un ricordo del programma» .
«Non ti credo» biascica preso dall'ira.
«Fa come vuoi, ma vattene ora». Carola tenta di essere autorevole ma la sua paura si legge chiaramente sul suo viso. Giovanni in due falcate la raggiunge e le prende i polsi con le mani, provocandole una fitta di dolore acuto.
«Che diavolo fai?!» esclama contorcendosi e sbattendo la schiena contro il muro tanto da farsi male.
«Siamo perfetti insieme Carola, perchè non lo vedi?».
«No Giovanni, fermati» strilla lei cercando di liberarsi i polsi dalla sua presa. «Mi fai male, smettila!».
«Io ti amo Carola, guardami: so che anche tu provi lo stesso per me. Lui ti farà soffrire, io no, non ti farei mai del male». Giovanni parla e si fa sempre più vicino, cercando la sua bocca e Carola fatica a tenerlo lontano a causa della presa salda che ha su di lei e del muro che le impedisce di fare passi indietro.
«Giovanni smettila, ti ho detto di no» ribatte muovendo la testa per evitare il contatto con le sue labbra.
«Io ti amo, dammi una chance».
«No, Giovanni! No!» strilla più forte mentre lui riesce a lasciarle qualche bacio e tirarla a se. Si dimena Carola, non vuole quel contatto, non vuole lui.
«Toglile subito le mani di dosso pezzo di merda» esclama una voce a lei famigliare, alle spalle di lui. "Grazie a Dio".
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IL MIO SBAGLIO SULLE OSSA
FanfictionE se tutto non fosse così complicato come sembra? "Con fare deciso entra in stanza lasciandolo sull'uscio. «Che fai, hai intenzione di restartene lì a fissarmi allungo?». «Perché, cos'altro vorresti che facessi?» ammicca serio chiudendo la porta ma...