CAPITOLO XXV

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Carola

Stanno camminando da circa un'oretta, senza meta apparente, per le vie del centro di Roma, dopo essere stati a visitare i Musei Vaticani.
Giovanni non ci era mai stato e Carola desiderava vederli da tempo così lo aveva convinto ad accompagnarla.
«Ne è valsa la pena» dice per l'ennesima volta lui, che era rimasto piacevolmente stupito.
«Te lo avevo detto. Devi darmi retta più spesso».
«Detto da quella che non ascolta mai fa un po' ridere sai» scherza lui. Carola fa una smorfia poi cambia discorso:  «Incontro Matilde e Marcello per un caffè tra poco. Se vuoi te li presento, sono simpatici».
«Marcello...» inizia con tono dubbioso Giovanni, senza cattiveria però, tanto che Carola scoppia in una risata.
«Il mio Romeo» spiega.
«Ah! Ho capito, ma con questo Romeo...»insinua.
«Ti garantisco che sei più tu il suo tipo» esclama Carola, facendo arrossire un pochino Giovanni, il quale, imbarazzato risponde semplicemente: «Ah».
«Il suo fidanzato l'ho incontrato una sola volta, una sera per un apericena. È molto tranquillo e di buona compagnia ma sinceramente preferisco Marcello. È più spiritoso del suo ragazzo che al contrario di Marci è molto più serioso» racconta Carola per cercare di togliere dall'imbarazzo Giovanni per la figuraccia. D'altronde non poteva saperlo.
«Capisco. Beh sarò felice di incontrarli, lui e Matilde allora».
«Matilde può sembrare un po' invadente all'inizio, potrebbe farti il terzo grado ma non ti preoccupare, è il suo carattere». La prima volta che si erano presentate, Carola era stata il bersaglio di una raffica infinita di domande a 360 gradi sulla sua vita: le sembrava di essere ad un talk show, o ad avanti un altro.
«Grazie della dritta. Comunque voglio comprarmi un nuovo paio di sneakers, ti dispiace se entro un secondo nel negozio dell'Adidas qua in fondo alla strada?».
«No, assolutamente. Ne approfitto per guardare se c'è qualcosa di carino pure io».
Carola e Giovanni continuano a camminare, uno di fianco all'altro per diversi metri, chiacchierando del più e del meno. Lui le spiega come sta andando lo studio e lei cerca di spronarlo a non arrendersi.
«Manca poco e la sessione sarà finita. Tieni duro».
«Tu dici bene ma ti garantisco che sono alla frutta» ribatte demoralizzato. «Guarda un po'» esclama poi indicando un cartellone pubblicitario di dimensioni notevoli appeso in una bacheca a bordo strada. «Sembra interessante».
Carola si avvicina per metterlo a fuoco meglio. "Maledetti occhiali" pensa per la quarta volta da questa mattina.
«Sei cieca» ride Giovanni prendendola in giro.
«Shh, devo andare a cambiare la gradazione prossima settimana». 

"GRANDE EVENTO ALL'OLIMPICO"

Il cartellone è super colorato e reca il nome di tantissimi artisti. «Guarda c'è anche Ernia» esclama Giovanni. «è questa sera. Non ne avevo idea».
Carola inizia a leggere i nomi ad alta voce: «Madame, Marracash, Annalisa, Gazzelle...» e poi si ferma di botto sgranando gli occhi.
"Luigi Strangis".
«Che c'è? Hai smesso di funzionare?» scherza Giovanni confuso.
«No... ehm non c'è nulla».
«Non mi sembrava, sai Caro».
Lei accenna una risata forzata e fa spallucce, mentre gli occhi le cadono nuovamente su quel nome. Luigi.
«Ti piacerebbe andare a questo concerto? Se vuoi ti accompagno» propone Giovanni, che sembra aver desistito dal fare altre domande.
«No, assolutamente » risponde d'istinto, categoria poi si rende conto di essere stata troppo dura ed aggiunge: «cioè no, non mi va. Domani mattina ho le prove molto presto, perché poi in tarda mattinata devo fare uno shooting».
«Va bene, come vuoi. Dalla tua reazione sembravi interessata ad andare».
«No, magari se fossi stata meno impegnata forse, ma no. Grazie della proposta comunque Gio'».
«Allora possiamo anche smettere di fissare questo manifesto, non credi?» esclama lui a metà tra il confuso ed io divertito. Carola sgrana gli occhi e distoglie immediatamente lo sguardo, iniziando a camminare. «Certo».
«Sicura di stare bene? Mi sembri, non so, strana».
«Perché? Va tutto benone» mente, fingendo che la vista di quel nome non gli abbia attorcigliato le viscere e fatto andare a mille il suo piccolo cuore.

...

«Matilde ha avuto un imprevisto. Ha accompagnato sua mamma in aeroporto» spiega Marcello rivolto a Carola che annuisce e si mette a sedere. Giovanni mette una mano sulla spalla di lei e sorridendo si presenta. Il ballerino gli stringe la mano e con tono amichevole chiede: «bevi qualcosa con noi?».
«Mi piacerebbe molto ma devo scappare a studiare un po'».
«Sarà meglio» scherza Carola. «Se non passi gli esami sappi che ti bullizzeró».
Dopo un paio di chiacchiere e qualche risata il ragazzo saluta tutti e leva le tende, lasciando Carola e Marcello a godersi una tazza di caffè freddo con il caramello sopra.
«Giovanni è un bono da paura comunque eh» esclama lui strappandole un sorriso.
«Non mi avevi detto che era così sexy». A Carola va quasi di traverso il caffè.
«È carino dai»risponde.
«È molto più che carino tesoro mio. Il barista è carino» dice indicando il ragazzo al bancone, moro con un tatuaggio strano sul braccio e due occhi marroni un po' tristi. «Giovanni è un figo».
«Comunque ho litigato con Davide, ieri sera....» inizia a raccontare Marcello. Carola dal canto suo cerca di restare concentrata sul discorso ma si perde immediatamente nei suoi pensieri. Non riesce a fare a meno di pensare che questa sera lui sarà all'Olimpico, a dare il massimo. E lei... lei non sarà li. Potrebbe andare a vederlo esibirsi, potrebbe e le farebbe tanto piacere ma... ne vale la pena? D'altronde se lui ha il concerto è sicuramente a Roma, se non altro dal pomeriggio, e lui sapeva bene che lei ora si è stabilita lì a causa dello spettacolo, quindi... se non l'ha chiamata significa solo che non vuole vederla. Che senso avrebbe andare stasera? Solo per soffrire vedendolo su un palco, consapevole che ormai ogni giorno che passa si stanno allontanando sempre di più?
«Carola, che hai? Non hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto. Hai la testa tra le nuvole oggi»esclama Marcello dandole un colpetto sul braccio. Lei si copre il viso con le mani, esasperata. «Ho un dilemma che non riesco a sciogliere Marci».

IL MIO SBAGLIO SULLE OSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora