CAPITOLO IX

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«Ciao» accenna un sorriso timido lui. Lei lo fulmina con lo sguardo giusto un secondo, saluta con la mano la sua amica alla guida e poi si infila dentro l'edificio.
«Rose! Aspetta!» esclama seguendola a passo spedito, rischiano di sbattere contro un uomo in giacca e cravatta che stava uscendo. «Fermati un secondo».
Rose continua a camminare, senza voltarsi, se non quando Luigi la raggiunge e la prende per un braccio, obbligandola ad interrompere la sua marcia furiosa. «Cosa diavolo vuoi?» ribatte arcigna con una smorfia.
«Parlare un secondo. Come stai?».
Lei sgrana gli occhi azzurri e allibita scuote la testolina bionda. «Sei incredibile...».
«Lo so» ammicca Luigi rischiando una sberla, consapevolmente.
«Guarda, neanche ti rispondo. Lasciami andare. Ho centomila cose da fare più importanti che stare qui a parlare con te». In una mossa violenta si libera dalla sua stretta e si infila in ascensore, cogliendo al volo l'opportunità, visto che la porta si era appena spalancata per premettere a due signore di uscire. Nota che lei si ricompone e sorride a queste due in maniera molto cordiale. "Colleghe" pensa Luigi. Una è anche abbastanza carina, ad essere sinceri: porta i capelli stretti in uno chignon, come qualcuno di sua conoscenza. Sorride guardando la ragazza andarsene, mentre i ricordi gli balenano nella testa  e tentenna quel tanto che basta per perdere l'attimo e non riuscire a salire con Rose in ascensore. "Aspetto il prossimo" fa spallucce, poi si ricorda che non ha idea di dove potrebbe trovarla. Ha due opzioni: mettersi a gironzolare come un matto alla sua disperata ricerca, magari al secondo piano, dove l'aveva incontrata la prima volta, oppure agire con astuzia. Opta per la seconda. Si avvia verso il bancone dove le due ragazze addette all'informazioni sono intente a chiacchierare, in mancanza di qualcosa da fare. «Ciao, posso chiedervi una cosa?».
La mora, sui venticinque anni, con un sorriso a trentadue denti si avvicina al vetro. «Dimmi tutto» esclama con voce suadente. «Cosa posso fare per te?». "Oh, tante cose" pensa malizioso ma dalla sua bocca esce un semplice: «La ragazza con cui parlavo prima, si chiama Rose, hai idea di dove la posso trovare? Qual'è il suo ufficio?».
«E' una tirocinante, è qui da poco. Mi servirebbe sapere chi è il suo tutor. Diversamente non so come aiutarti. Non ha una postazione sua». Luigi si trova un pò spiazzato e sul suo viso si legge benissimo, tanto che la ragazza mossa da altruismo o semplicemente per fare bella figura con lui aggiunge «Aspetta. Sento con la mia collega che se lei la conosce».
«Marti, conosci una certa Rose? Sai di chi è la tirocinante?».
La ragazza scuote la testa e si avvicina al bancone, alzandosi dalla sedia cui sui era seduta, intenta ad ammirarsi le unghie laccate. «Non ne ho idea. L'unica cosa che so, se può essere d'aiuto è chi ha assunto delle stagiste recentemente. Solo Marchi del quarto, De Stefani dell'area commerciale e Verdi del secondo. Che io sappia solo loro hanno preso qualcuno di nuovo negli ultimi mesi».
«...e gli uffici sarebbero...?» chiede Luigi alzando le sopracciglia e sfoderando una delle sue solite facce da schiaffi. La ragazza scrive su un foglietto di carta e glielo porge da sotto al vetro. «Tieni».
Luigi ringrazia da vero gentleman, come direbbe qualcuno a cui sta pensando in questo momento rievocando nella sua mente l'immagine della ragazza dello chignon di prima, che gli ha lasciato un senso di malinconia, mentre si dirige verso l'ascensore nuovamente. Chissà cosa starà facendo ora la sua ballerina.

...

Inutile dire che il primo tentativo andò del tutto a vuoto. Si era affacciato timidamente all'ufficio per scoprire alla scrivania un ragazzetto con una camicia troppo grande per lui, con gli occhi persi su un foglio di carta, quasi sull'orlo di una crisi di nervi. Mentre se ne andava ed una voce di uomo adulto, dall'ufficio esclamava «Quindi? Lo hai trovato sto maledetto dato?», Luigi pensa che ci poteva anche arrivare da solo che non l'avrebbe trovata li. "Cosa sono andato al primo piano, se lei l'ho incontrata al secondo?".
Il telefono è già la quarta volta che vibra nella tasca in maniera insistente ma fa finta di niente. Sa benissimo che è Daniela che lo sta cercando, perchè è assente da troppo. Stufo lo spegne definitamente non appena l'ascensore si apre dinanzi alla sua faccia irritata.
Il secondo piano lo conosce abbastanza bene: è quello delle sale riunioni. È li, proprio in quella all'angolo che ha firmato il suo primo contratto con una casa discografia, che ha messo le basi per l'uscita del suo primo disco. Fa un attimo mente locale e si dirige verso gli uffici, dove aveva visto ondeggiare via Rose quel giorno. La prima porta sulla sua destra è chiusa ed entrare e disturbare qualcuno gratuitamente sarebbe un pò da cafoni, quindi passa oltre. "Verdi" pensa, iniziando a leggere le targhette sul corridoio. "No..no...e si". È chiusa ma ormai è arrivato fin qui, anche se non sa bene perchè. O meglio, sa che si sente in colpa verso di lei ma allo stesso tempo è conscio che non è la donna della sua vita, non vale tutto questo sbattimento. Tuttavia è li, davanti a quella porta, pronto a bussare, sperando che dietro vi sia lei.

Lo so che vi aspettavate tutti Carola, ma non temete, arriverà anche lei, promesso! 💚 Intanto cosa ne pensate? Vi sta simpatica Rose? Un bacio,
-Eli

IL MIO SBAGLIO SULLE OSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora