Capitolo IV - Fratelli

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L'unità Levi aveva passato tutta la prima giornata a pulire il castello, ma non era che a metà del lavoro, considerato che c'erano vasti sotterranei e un cortile di cui dovevano ancora occuparsi. I ragazzi erano comunque tutti sfiniti, tranne il capitano che in realtà, quando puliva, sembrava guadagnarle le energie invece che perderle. Subito dopo cena, mandò tutti a letto.

«Signore,» lo chiamò Saelle, ancora dolorante dopo lo scontro di poco prima «devo anch'io dormire nei sotterranei?»

Levi la guardò con la sua solita aria indifferente.

«Certo che no. Prendi la stanza al primo piano alla fine del corridoio est. È di fronte a quella di Petra.»

Saelle parve sorpresa.

«Avrò una camera intera solo per me, signore?»

Il capitano annuì.

«Questo castello è abbastanza grande per starci tutti comodamente. Non avrebbe senso lasciare le camere vuote. Soprattutto perché io non lascerei comunque le stanze vuote riempirsi di polvere.» aggiunse con un'espressione, per una volta, facilmente decifrabile.

Salendo le scale, a Saelle si strinse il cuore nel pensare che suo fratello scendeva nei bui sotterranei, come un carcerato; inoltre, non c'era stato modo negli ultimi giorni, a causa del susseguirsi degli eventi, perché i due fratelli stessero un po' insieme da soli. Per questo, decise di aspettare un poco nella sua stanza e poi scendere nei sotterranei a trovarlo.

Visto che la sua camera era di fronte a quella di Petra, salirono le scale e percorsero il corridoio insieme.

«Nel corridoio nord dormono i ragazzi.» spiegò Petra. «Mentre la prima stanza a destra del corridoio est è riservata al capitano Levi. La tua camera è poco più avanti.»

Saelle si irrigidì.

«Il capitano dorme qui?» chiese, indicando col mento la porta a destra.

«Oh, no no!» si affrettò a correggersi Petra. «Questa stanza in realtà è uno studio! Non ha letti, solo una scrivania e degli armadi per raccoglitori. Intendevo, che la userà il capitano come ufficio; lui dorme al piano di sopra, nella camera che ti ha ordinato di pulire stamattina. È un grande onore, sai?» aggiunse ancora la ragazza dai capelli rossi. «Di solito il capitano non sceglie stanze che non abbia pulito di persona.»

Petra guardò di sottecchi la recluta, ma lei non disse nulla. Arrivate in fondo al corridoio, Petra aprì la porta e, con un grazioso sorriso, invitò Saelle ad entrare. «L'ho pulita io stessa, spero che ti ci troverai bene.»

«Ma-ma certo!» esclamò Saelle, che non era abituata a tanta gentilezza. Eccezion fatta per Christa, nessuna delle sue compagne del corso cadetti era particolarmente affabile, e sua sorella Mikasa meno di tutte. «La ringrazio molto, signorina Petra.»

Entrò nella stanza: chiudendo un occhio sulle orribili tende, era graziosa. Aveva due letti e due comodini, alle due pareti ai lati; dietro alla porta, c'era un comò; su un angolo, vicino alla finestra, c'era anche una piccola scrivania, con una sedia. Era spoglia e sapeva un po' di vecchio, ma era pulita. Saelle si voltò verso Petra, con un sorriso.

«Credo che mi troverò molto a mio agio, grazie ancora.»

Petra allacciò le mani dietro alla schiena, soddisfatta.

«Ti auguro la buonanotte allora.»

«Anche a lei!»

«Volevo solo dirti,» aggiunse Petra, guardandola fissa «che trovo tu sia stata molto coraggiosa a chiedere di entrare in questa unità.»

Saelle fu sorpresa di un simile complimento.

«Ma no, io... io voglio solo stare vicino a mio fratello.»

Ogni minuto che mi resta, Levi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora