Capitolo VIII - La 57esima spedizione fuori dalle mura

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La mattina seguente, tutto il Corpo di ricerca era radunato nel distretto di Karanes, pronto ad uscire dalle mura e, seguendo il comando di Erwin Smith, fissare una base logistica all'interno dei territori del Wall Maria. Il comandante di divisione aveva stabilito un metodo per evitare il più possibile lo scontro con i giganti: l'armata, infatti, era stata organizzata in modo che un ampio numero di vedette fossero incaricate di segnalare la presenza di giganti e le comunicasse, utilizzando dei fumogeni rossi, al comando, che avrebbe quindi rivisto il percorso della colonna in movimento segnalandolo tramite fumogeni verdi. I fumogeni neri avrebbero invece segnalato l'avvistamento di un gigante anomalo e, quindi, nuovamente un conseguente cambiamento di direzione della colonna. Il fumogeno giallo doveva segnalare il termine di una missione, il viola una situazione di emergenza, il blu l'ordine di ritirata. Molti degli ex compagni dei fratelli Jaeger erano assegnati alle ali della formazione: Armin, Jean e Reiner erano a destra, tra i segnalatori, e così anche Mikasa, che però era schierata a sinistra. L'unità Levi, invece, cavalcava esattamente al centro della formazione, dietro ai carri che trasportavano il materiale, in quella che era probabilmente la zona più sicura della colonna: cosa che Erwin doveva aver calcolato appositamente per tentare di garantire la sicurezza di Eren.

Quando la porta del distretto di Karanes fu aperta, l'intera armata si mise in movimento e, subito al di là delle mura, in campo aperto, cominciò a diramarsi così come pianificato. Sin dai primi minuti iniziarono ad avvistarsi dei fumogeni rossi; in risposta, il comandante lanciava fumogeni verdi per ridefinire la direzione da prendere. Levi cavalcava in testa alla sua unità; lo seguivano, ai due lati, Petra a sinistra e Auruo a destra; al centro, nella posizione meno scoperta, cavalcava Eren; chiudevano la formazione Saelle, subito dietro al fratello, con Erd a sinistra e Gunther a destra. Cavalcarono in questo modo per quasi un'ora; erano poche le informazioni che arrivavano dalle altre unità, ma la colonna si muoveva compatta seguendo le linee nel cielo tracciate dai fumogeni verdi. Ad un certo punto, comparve un soldato a fare rapporto al capitano Levi: informò che l'unità di localizzazione del fianco destro era stata completamente annientata e che toccava a loro subentrare. Saelle si sentì il cuore martellarle il petto d'angoscia: il fianco destro? Armin era là, e anche Reiner e Jean! Cosa poteva essere successo? I suoi amici potevano essere stati coinvolti nello scontro? Non ci fu tempo per pensarci più di così: dei fumogeni neri si alzarono da terra alla loro destra, a poche centinaia di metri. Un gigante anomalo era lì e loro erano gli unici a poter proteggere la colonna da quel lato. Levi ordinò a Eren di sparare un fumogeno nero a sua volta, in modo da trasmettere il segnale alle retrovie, quindi inviò Petra a fare rapporto alle unità vicine.

«Questa non ci voleva.» disse ad alta voce il capitano. «Evidentemente qualche esemplare è riuscito a sfuggire alle nostre vedette.»

Quale che fosse questo esemplare, l'unità Levi non lo avvistò direttamente prima di entrare in un bosco di alberi giganti che si trovava in quel territorio. Saelle era piuttosto perplessa: aveva sentito parlare di quel luogo, che in passato era stato una celebre meta turistica, e non le sembrava che si trovasse nel tragitto che in teoria la colonna avrebbe dovuto percorrere. Inoltre, la loro squadra restava senza ordini: si limitava a cavalcare rapidamente attraverso gli enormi alberi, lungo un sentiero piuttosto ampio tracciato quando quel luogo era ancora visitato, ma non era più possibile vedere bene i fumogeni di segnalazione.

Petra era rientrata in formazione e tutti e sette cavalcavano alla massima velocità dietro a quelli che, si sperava, erano i carri e, ancora più avanti, il comando. Eren era incredibilmente teso: parlò al capitano Levi, facendogli presente la gravità della situazione, visto che, essendo rimasti senza vedette, non avrebbero potuto difendere i carri se fossero stati attaccati ai fianchi. Fiato sprecato:

«Smettila di piagnucolare dicendo cose scontate.» gli rispose severamente il capitano. «Lo so benissimo che siamo senza vedette.»

«Ma allora perché?» chiese il ragazzo, ancora più inquieto.

Ogni minuto che mi resta, Levi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora