La mattina dopo, Mikasa veniva informata di quanto successo tra il dottor Jaeger e Eren dopo la caduta di Shiganshina. A Mikasa sembrava impossibile che l'uomo gentile e affettuoso che lei chiamava zio potesse aver fatto una cosa del genere a suo figlio, ma stando ai ricordi di Eren l'iniezione era l'evento che più probabilmente poteva collegarsi alla sua straordinaria trasformazione in gigante. Chissà che quella trasformazione non avesse anche qualcosa a che fare con la scomparsa dello stesso dottore.
Saelle ascoltava questa conversazione mentre spazzolava accuratamente la giacca che il capitano Levi le aveva prestato il giorno prima; i ricordi che suo fratello era riuscito a recuperare avevano gettato un'ombra inaspettata e preoccupante sulla vita di suo padre ed ora era anche lei più interessata che mai a ritornare alla sua vecchia casa e ad aprire quella stanza sotterranea. Solo così avrebbe smesso di vagare alla cieca.
Il capitano arrivò poco dopo, a sincerarsi della salute sia di Eren che di Saelle; quest'ultima gli ridiede la giacca e lui se la gettò sulle spalle; sembrava più pulita del giorno prima.
«Gli interrogatori sono terminati.» aggiunse quindi. «L'Alto comando ha accertato che il piano di Erwin di catturare vivo il gigante femmina era l'unica occasione possibile di procurarsi informazioni vitali per il futuro dell'umanità; siamo tutti scagionati. Per quanto riguarda te, Eren, sei ancora assegnato al Corpo di ricerca, a disposizione del comandante Erwin.»
«Non sono più considerato un membro della sua unità, signore?» chiese Eren.
«La mia unità non esiste più, al momento.» rispose Levi. «Io stesso sono in congedo temporaneo, a causa delle mie ferite. Quando mi sarò ristabilito mi saranno assegnati altri soldati, ma adesso non so dire se tu sarai tra questi.» Il capitano lanciò una breve occhiata anche a Saelle, poiché per lei valeva altrettanto; la ragazza incrociò i suoi occhi, ma non disse nulla.
«Capisco.» disse quindi Eren. Strinse i pugni sulle cosce. «Capitano, c'è una cosa che dobbiamo dirle.»
«Che cosa?»
Eren guardò un momento sua sorella, che annuì, incoraggiandolo; quindi lui continuò.
«Io e Saelle crediamo che sia stato nostro padre a farmi tramutare in gigante. Mi ha fatto un'iniezione prima di scomparire nel nulla.»
«Quando è successo?» chiese Levi.
«Cinque anni fa.»
«Sai perché l'ha fatto?»
Eren abbassò tristemente il capo.
«No. Forse pensava di darmi delle possibilità di sopravvivenza in più.»
Levi si volse a Saelle.
«Quindi, se la tua capacità non è congenita, tua sorella non può trasformarsi in gigante.»
«Suppongo di no.» rispose Eren per entrambi.
«A meno che vostro padre non abbia fatto l'iniezione anche a lei.»
«Non ricordo nulla del genere.» rispose Saelle.
Il capitano rimase per un po' a riflettere su queste nuove informazioni, che in realtà non dicevano molto di più sulla natura dei giganti e sul mondo al di fuori delle mura.
«Mi dispiace.» disse ad un certo punto Eren.
«Non c'è nulla per cui tu debba scusarti.» lo redarguì Levi.
«È solo che...» continuò Eren, afflitto. «Anche ricordando qualcosa, non ho informazioni che possano essere di una qualche utilità. In tutto questo tempo, non ho fatto un solo passo in avanti. Neanche con Annie.»
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Ogni minuto che mi resta, Levi.
Hayran Kurgu«Io questo lo faccio a pezzi.» La prima volta che gli occhi di Saelle incrociano quelli del capitano Levi, sulle sue iridi di un profondo verde smeraldo sono scritte a chiare lettere queste parole. Eppure, pochi mesi dopo... «Dimmi che non mi vuoi...