Capitolo XLV - La scommessa di Erwin

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«Va bene, falla passare.»

La voce di Erwin le arrivò lontana, ma chiarissima: Saelle era nell'alloggio del comandante e aveva chiesto di essere ricevuta, nonostante fosse già sera, alla sua guardia personale.

«Saelle, mi stupisce vederti qui.» le disse il comandante appena lei fu entrata nella sua stanza.

«Signore, chiedo scusa per l'intrusione. Devo consegnarle una cosa importante.»

La recluta estrasse dal mantello un libro che sembrava antico, dalla copertina rossastra, e glielo porse.

«Che cos'è?» chiese Erwin mentre lo afferrava con la mano sinistra, l'unica che gli era rimasta.

«Uno degli annali della famiglia Reiss.» rispose la ragazza. «Sono riuscita a visionarne alcuni e in questo ho trovato un'informazione che mi è sembrata rilevante.»

«Di che si tratta?»

«Il cognome Reiss non è quello originario di questa casata: fino a circa cento anni fa, era diverso.»

Erwin rifletté un momento, guardandola.

«Tu cosa pensi che significhi?»

«Io credo... credo che la famiglia Reiss sia la vera famiglia reale e che l'attuale re Fritz sia un impostore, un fantoccio mosso dai membri più alti del governo.»

«È una conclusione piuttosto pesante.» considerò Erwin, e si sedette in poltrona, col libro in grembo.

«Per questo vorrei che lo leggesse anche lei, signore.»

Il comandante aprì il volume e iniziò a sfogliarlo; in breve, si accorse che tra le pagine era custodito un fascicolo più piccolo, e decisamente più recente.

«E questo?» le chiese, fissandola col suo sguardo azzurro e acuto.

«Il resoconto di uno strano incidente accaduto alla famiglia Reiss circa cinque anni fa. Non sono riuscita a leggerlo tutto, ma ho pensato che potesse essere importante, così l'ho infilato lì dentro.»

Erwin rimase con le dita posate sulle pagine per qualche istante, riflettendo; poi chiuse sia il fascicolo che il libro e li posò sul tavolino accanto.

«Grazie, Saelle. Quello che mi hai portato potrebbe essere più importante di quello che pensi: mi metterò subito a leggerlo. Ora però siediti: c'è una cosa che ti devo chiedere.»

La ragazza restò leggermente sorpresa, ma poi annuì e si sedette sulla poltrona di fronte a quella del comandante.

«Ormai lavori al Comando da diverse settimane,» iniziò Erwin «quindi ti sarai fatta una tua impressione. Ho bisogno di sapere che cosa hai capito del generale Zachary.»

Saelle corrucciò la fronte.

«Temo che dovrà essere un po' più specifico, comandante.»

«Che cosa pensa il generale dei membri del governo?»

La recluta non ci pensò neanche un secondo.

«Li detesta.»

Erwin la guardò più intensamente che mai.

«Ne sei certa?»

«Assolutamente. Il generale è una persona molto seria, ma quando è nervoso o seccato manifesta dei leggeri tic alle dita e alle palpebre: e li ha sempre dopo aver incontrato i gentiluomini che affiancano il re. Credo che non sopporti dover obbedire, o peggio leccare i piedi, a gente del genere.»

Il comandante adagiò la schiena sulla poltrona e chiuse gli occhi per qualche istante.

«Saelle, ti dirò una cosa che non ho ancora detto a nessuno.»

«Sì, signore?»

Erwin riaprì gli occhi e sembrò di stare di fronte ad un lago di montagna, cristallino e, insieme, insondabile.

«Ho intenzione di rovesciare il governo centrale.»

Saelle trattenne il fiato per la sorpresa.

«Che cosa?!» chiese, smarrita.

«È così. Questo governo non ci darà mai la possibilità di scoprire la verità sui giganti, né di lasciare questa prigione dentro alle mura. Da quando hanno emesso un mandato di cattura per Eren e Historia e hanno vietato le missioni al di fuori del Wall Rose, il loro intento è chiaro: scioglieranno il Corpo di ricerca e troveranno il modo per tenerci tutti qui rinchiusi. Io non posso permetterlo.»

«Che cosa vuole fare?»

«Voglio che questo governo cada e che venga sostituito da uno che appoggi la nostra causa. Con le informazioni che mi hai portato, potrò dichiarare a tutto il popolo che il re Fritz è un impostore e sostenere l'ascesa al trono della legittima erede.»

Saelle sgranò gli occhi.

«Historia!»

«Sì.» confermò Erwin. «Con Historia come regina, potremo finalmente riprendere le nostre ricerche. Tuttavia, non posso attuare un piano simile da solo. Scriverò al comandante Pixis per chiedergli il suo appoggio, ma anche con lui dalla mia parte, non potrò vincere se Zachary mi ostacolerà. Mi serve che il generale mi sostenga.»

Il comandante si era fermato, ma la persona che aveva di fronte era troppo intelligente per non capire come sarebbe proseguita questa conversazione.

«E vuole che io lo convinca a farlo, non è così?»

«Sì.»

Saelle abbassò lo sguardo sulle proprie mani, incrociate sulle ginocchia da quando lei, involontariamente, si era protesa in avanti per lo stupore. Nonostante la temerarietà della strategia di Erwin, non ci voleva molto a capire che a lei sarebbe convenuto sostenerlo: con l'attuale governo in carica, Eren e Historia erano in estremo pericolo e tutto il Corpo di ricerca, i suoi compagni, il capitano Levi, erano ad un passo dal finire tutti in prigione.

«D'accordo.» rispose.

Finalmente, sul volto del comandante comparve un sorriso.

«Ti ringrazio.» le disse. «Levi aveva proprio ragione: sei un soldato eccezionale.»

«Signore, se le cose andranno come si immagina, lei è in pericolo.» continuò Saelle.

«Non preoccuparti per me.» dichiarò lui, serio. «Se voglio dimostrare che il governo centrale è corrotto e pensa solo a sé stesso, dovrò essere condotto di fronte al re a processo. Non ci sono altre strade.»

«La tortureranno.»

«È probabile, ma non per uccidermi.» osservò Erwin. «Io sono il volto pubblico del Corpo di ricerca: avranno bisogno di mostrarmi al popolo, di condannarmi pubblicamente su un patibolo.»

«È molto rischioso.»

«È una delle mie scommesse. Conto di non arrivarci, su quel patibolo: spero di riuscire a rovesciare il governo durante il processo.»

«Come convincerà Pixis e Dawk a sostenerla?»

«Ho un piano anche per questo.» affermò il comandante. «Questo, però, non ti riguarda. Tu fa solo in modo che Zachary sia dalla mia parte, quando sarà il momento.»

«Signorsì.»

Saelle si alzò, pronta ad andare, ed Erwin si alzò con lei.

«Saelle, credo che presto riceverò un rapporto da parte di Hanji.» le disse. «Se ci saranno novità su Eren e sull'unità Levi, te le farò arrivare il prima possibile.»

«Grazie, signore. Le auguro buona fortuna.»

«Anche a te. Se il mio piano funzionerà a dovere, presto ci rivedremo.»

La recluta annuì e lasciò il comandante, non del tutto sicura che lo avrebbe davvero rivisto vivo.

Ogni minuto che mi resta, Levi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora