Capitolo XXIX - La capacità di osservare

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«Sei veramente un idiota!» ringhiò Jean, in mezzo alla palestra. «Come dovrei fare ad allenarmi con te che sei sempre in mezzo a piedi?!»

«Sei tu che mi intralci in continuazione!» gli gridò Eren in faccia. «Qui c'ero prima io, togliti!»

«Ma se ho detto mezzora fa che dopo Sasha toccava a me!» ribatté Jean.

«Se ti sei distratto quando Sasha se n'è andata, non è certo colpa mia, faccia da cavallo!»

«Come mi hai chiamato?!» Jean afferrò Eren per la camicia e lo alzò da terra di un paio di centimetri; Eren gli stava già mettendo le mani addosso.

«Piantatela voi due, accidenti!» intervenne Connie. «Non si può passare una mattinata senza sentirvi litigare, di tanto in tanto?»

«Connie ha ragione, dateci un taglio.» si aggiunse anche Armin.

I nuovi membri dell'unità Levi erano nei sotterranei del castello e si stavano allenando individualmente con attrezzi e a corpo libero, così come di consueto la mattina. Le ragazze avevano appena finito di utilizzare le panche e i pesi e ora si erano messe a lato della sala a fare flessioni, addominali e stiramenti; i ragazzi avevano fatto il contrario e da pochi minuti stavano occupando le varie attrezzature.

Saelle aveva appena finito le sue serie di addominali.

«Sasha, vieni con me ai sacchi da boxe?» chiese alla sua compagna.

«Arrivo!» le rispose Sasha, a cui piaceva quel tipo di allenamento.

Le due ragazze si misero di fronte a due sacchi adiacenti, indossarono delle fasce per proteggere polsi e nocche e iniziarono a tirare pugni e calci ai sacchi, l'una accanto all'altra. Mikasa le osservò da lontano, mentre finiva le sue serie.

«Non ti sembra che Saelle sia diversa?» chiese a Historia, lì accanto.

«Diversa in cosa?» domandò l'altra.

«Nel combattimento. Mi sembra più sicura e più precisa.»

Historia si arrestò un attimo e indirizzò i suoi luminosi occhi azzurri alle due compagne ai sacchi; provò ad osservarle per qualche momento, ma poi si strinse nelle spalle.

«Non saprei.» ammise alla fine. «Tu noti di più questi dettagli rispetto a me.»

Mikasa si alzò e raggiunse sua sorella maggiore; gli occhi nerissimi le vibravano leggermente.

«Saelle, combatti contro di me.» disse.

La ragazza dagli occhi verdi si voltò a guardarla; poi piegò un solo angolo della bocca in un sorriso malizioso.

«Perché no?» rispose. «Pugilato o arti marziali?»

«Pugilato.»

«Va bene, andiamo.»

Entrambe si diressero al ring, sistemandosi le fasce sulle mani. Historia raggiunse Sasha, ma con lo sguardo seguiva le due sorelle.

«Che ne pensi?» chiese a Sasha.

«Che ci sarà da divertirsi!» rispose quella, e smise di allenarsi per guardare le altre due ragazze.

Anche i maschi si fermarono quando si accorsero che Mikasa e Saelle avevano occupato il ring.

«Ehi, Saelle e Mikasa combattono!» esclamò Jean, avvicinandosi al ring. «Su chi scommetti, Armin?»

«Io... non saprei.» rispose quello, perplesso.

«Oh, andiamo!» lo incalzò l'altro, dandogli delle leggere gomitate sul fianco. «Io dico Mikasa! È sempre stata la più forte nel pugilato.»

«Allora io dico Saelle.» rispose Armin con un sorriso.

Ogni minuto che mi resta, Levi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora