Ogni minuto che mi resta, Levi.

Capitolo LXX - Se perderai, sarai mia

Il giorno dopo, in mattinata, l'unità per le operazioni speciali fu tutta coinvolta negli esperimenti di Eren. Hanji era tornata da lui, ora che si era rimesso in forze, per ricominciare ad addestrarlo per usare al meglio il potere di indurimento. Inoltre, aveva un messaggio importante per Levi: a quanto pare, il capitano era stato convocato da Erwin per una missione speciale, una di quelle per cui serviva uno come lui, niente di meno. Alla squadra non fu spiegato nulla, tranne che il capitano sarebbe partito l'indomani.

Quando la caposquadra se ne andò, nel tardo pomeriggio, Levi costrinse tutti a cenare presto e con un pasto leggero: poi ordinò loro di indossare l'abbigliamento da addestramento e li condusse con sé nei sotterranei, per recuperare gli allenamenti saltati la mattina.

«Dato che da domani mancherò per qualche giorno,» spiegò brevemente «controllerò per bene il livello a cui siete arrivati. Non avete fatto esercizi nei giorni scorsi a causa degli incarichi da svolgere quindi, per stasera, organizzeremo un torneo. Lotta corpo a corpo.»

I soldati si scambiarono una breve occhiata tra loro, quindi tornarono a volgere la loro attenzione al capitano.

«Voglio tre coppie miste: Sasha e Jean, sul primo ring; Mikasa e Connie, sul secondo ring; Armin e Saelle, sul tatami. Eren, sei esonerato: le trasformazioni in gigante ti stanno già affaticando a sufficienza. Si perde alla quinta resa, obbligatoria dopo essere stati bloccati a terra per dieci secondi. I vincitori si sfideranno tra loro, e così anche i perdenti, fino a stabilire una classifica. Fate del vostro meglio.» Girò sui suoi sottoposti un'occhiata che li incenerì. «La penitenza per gli ultimi classificati sarà molto severa.»

Saelle sentì un brivido percorrerle la schiena: se avesse perso, Levi avrebbe trovato una punizione per lei che la costringesse a rimanere sola con lui. Non poteva, non doveva assolutamente permetterlo. Non poteva giurare di riuscire a trattenersi ancora se Levi l'avesse provocata come aveva fatto il giorno precedente. Doveva vincere. Doveva vincere assolutamente.

Con questa consapevolezza, si diresse al tatami, indossò le solite fasce nere e si preparò a sfidare Armin. Il ragazzo era notevolmente migliorato nelle ultime settimane, ma contro Saelle non ebbe molte speranze: lo stese cinque volte su cinque. Anche Mikasa vinse, con poche difficoltà. Lo scontro più lungo e combattuto fu quello tra Jean e Sasha, visto che la ragazza si stava dimostrando estremamente combattiva. Alla fine vinse Jean, di misura.

Mentre Mikasa tirava il fiato e gli sconfitti del precedente turno si sfidavano tra loro, Saelle si preparò a combattere contro Jean sul ring. Jean credeva di guadagnarci, visto che Saelle era più brava delle arti marziali che nel pugilato, dove l'altezza e la forza di un uomo erano più determinanti. I suoi calcoli non erano sbagliati, ma si rivelarono comunque insufficienti: Saelle andò a terra un paio di volte, ma vinse ampiamente la sfida. Armin vinse contro Connie, che perse anche contro Sasha. Quest'ultima, quindi, affrontò Armin, mentre Mikasa si batteva contro Jean. Alla fine, sul primo campo vinse Sasha, stabilendo così definitivamente l'ordine delle ultime posizioni in classifica; con la vittoria di Mikasa su Jean, invece, restava da determinare solo la vincitrice tra le due sorelle.

Saelle tornò sul ring trovandosi sua sorella di fronte: sapeva che sarebbe andata a finire così. Inspirò ed espirò profondamente. "Mi dispiace, sorellina, - pensò tra sé - ma non posso proprio lasciarti vincere. Se anche arrivassi solo seconda, il capitano troverebbe comunque un modo per punirmi."

Mikasa era normalmente più forte di lei nel pugilato: l'ultima volta che si erano affrontate negli allenamenti, Saelle era riuscita a mandarla a terra, ma si trattava solo di un colpo; stavolta bisognava non solo atterrarla, ma anche trattenerla per dieci secondi. Per cinque volte. Accidenti, sarebbe stata dura.