Capitolo XXIII - Torto

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Tre squadre avevano lasciato Ehrmich in direzione del Wall Rose: la prima, quella di Hanji, aveva raggiunto il castello di Utgard, dove era stanziata l'unità Mike, che si sapeva essere stata accerchiata dai giganti; le altre due avevano direttamente raggiunto il Wall Rose per cercare la falla nelle mura da cui i giganti erano entrati: quella comandata da Hannes, un gendarme originario di Shiganshina che Saelle conosceva bene, era andata a sud e avrebbe percorso le mura in direzione ovest; quella del distretto di Krolva avrebbe fatto il contrario e avrebbe incrociato quella di Hannes che andava in senso opposto. Un'armata congiunta del Corpo di ricerca e della Gendarmeria, sotto il comando di Erwin Smith, si sarebbe invece diretta a Trost, pronta a fare da sbarramento per i territori interni nel caso i giganti fossero arrivati fino a lì.

Essendo la partenza per Trost fissata all'alba, i soldati arrivati dal Wall Sina ebbero soltanto poche ore di sonno. Quando Saelle scese nel refettorio per mangiare qualcosa assieme agli altri soldati della camerata, era ancora buio pesto, ma il capitano Levi era già lì. Si apprestarono in fretta a partire; Saelle tornò allo stesso carro in cui aveva viaggiato la notte precedente e vi trovò il reverendo Nick.

«Reverendo.» salutò freddamente, salendo sul carro. Gli si sedette di fronte, ma volse lo sguardo altrove.

«Tu la conosci?»

Saelle alzò un sopracciglio e tornò con le sue iridi verdi sul reverendo.

«Di chi parla?» chiese.

«Di Christa Lenz. Tu... sei stata nel suo stesso corso cadetti, non è così?» domandò ancora Nick, guardando il fondo del carro. Il suo sguardo era buio e inquieto e tutto nella sua espressione lasciava intendere che fosse dilaniato dai sensi di colpa.

Saelle sospirò.

«Sì. Sì, la conosco.» gli rispose.

In quel momento, arrivò anche il capitano Levi, ancora in abiti civili. Saelle si alzò per fargli il saluto e augurargli un buongiorno; lui salì sul carro con un breve cenno in risposta e si sedette accanto al reverendo. Pochi minuti dopo, il carro si mosse dietro all'armata in partenza per Trost. I tre presenti non dissero parola per alcuni minuti. Poi, mentre la vettura percorreva la campagna tra un distretto e l'altro, Nick tornò con lo sguardo su Saelle.

«Lo so che non ho diritto di chiedere.» le disse. «Ma non ti andrebbe di dirmi qualcosa su Christa?»

La recluta ristette un momento, dubbiosa; poi volse gli occhi al capitano Levi. Anche questo sembrò riflettere per qualche momento, ma poi annuì col capo. Saelle tornò a guardare Nick.

«Christa è la ragazza più dolce che io conosca.» gli disse. «Nonostante questo, è molto determinata. Anche se è bassa di statura e sembrerebbe fragile, si è classificata tra i migliori del Corpo cadetti. Inoltre, è sempre molto prudente e attenta ai suoi compagni.» Saelle ripensò alla sua amica e a quanto fosse molto più forte di quanto potesse far pensare, quindi aggiunse: «Pensi che una notte, durante un addestramento nella neve, si è rifiutata di abbandonare un compagno e l'ha trascinato con sé in mezzo alla bufera, finché non l'ha riportato alla base. È stata davvero incredibile.»

«È vero che ha gli occhi azzurri?» chiese Nick.

Saelle annuì.

«Occhi bellissimi, celesti come il cielo in pieno mezzogiorno; e lunghi capelli biondi. È davvero molto carina, ma è il suo carattere generoso ad averle conquistato l'affetto e la stima degli altri cadetti.»

Il reverendo sorrise mesto.

«Mi fa piacere che sia benvoluta.»

«Lo è. Una nostra compagna in particolare le è particolarmente vicina, si chiama Ymir; ma anche io le sono molto affezionata.»

Ogni minuto che mi resta, Levi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora