Capitolo LXXVI - Un nuovo giorno

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Saelle riaprì gli occhi in una stanza sempre più illuminata da un cielo che si stava facendo più chiaro ad ogni minuto che passava. La notte stava morendo: l'alba incombeva ad est. Non voleva sgusciare via come una ladra, perciò svegliò Levi carezzandogli il volto. Lui aprì gli occhi e la luce bianca dell'alba gli illuminò lo sguardo di una lieve patina argentea, come se le sue iridi fossero una nebbia settembrina. Lei gli sorrise e lo baciò sulla fronte.

«Devo andare.» gli sussurrò. «È quasi giorno.»

Lo strinse a sé e, mentre gli lasciava un bacio anche sui capelli corvini, non riuscì a bloccare il suo cervello prima che questo le ricordasse che quello sarebbe stato l'ultimo bacio, l'ultima stretta, l'ultimo momento per avere Levi tutto per sé. Si sentì immediatamente crepare il cuore, ma si ribellò: no, non avrebbe fatto quel pensiero adesso. Si rifiutava di guardare a tutto come "l'ultima volta che". Era stata una notte magica, meravigliosa, indimenticabile. Non doveva essere triste perché non ne avrebbe avute altre, doveva essere grata per averne avuta una. C'era di che essere felici molto a lungo col ricordo di una notte come quella che era appena finita.

Impedendo alla sua testa di partorire pensieri diversi da questi, si sciolse dall'abbraccio e scese dal letto, recuperando i suoi vestiti. Quando fu pronta e si rialzò, però, una mano le ghermì il polso. Saelle si voltò: Levi era ancora mezzo avvolto dalle lenzuola, sembrava assonnato e teneva basso lo sguardo, ma si era proteso verso di lei con un braccio.

«Resta.» ordinò.

Alla ragazza sfuggì un sorriso che però scomparve pochi secondi dopo.

«Non posso.» rispose.

«Sì che puoi. Resta con me.»

«È giorno ormai, presto gli altri si sveglieranno.»

«Non importa.» ribatté lui. «Resta ancora. Resta per tutte le notti che verranno.»

Saelle stavolta lo guardò con severità.

«Doveva essere una notte solamente. Mi avevi detto che eri d'accordo.» gli disse. «Mi hai mentito?»

«Non ho mentito.» rispose lui. «È solo che... è sempre così.»

Lei corrucciò lo sguardo.

«Di che cosa parli?»

Scese anche lui dal letto, continuando a tenerle il polso, ma stavolta per un momento la guardò.

«All'inizio, credevo che mi bastasse la tua vicinanza, poi la tua amicizia.» disse. «Poi che mi sarebbe bastato un abbraccio, poi un bacio, poi...» Distolse lo sguardo. «Invece non mi basta. Non mi basti mai.»

Saelle arrossì lievemente, non poteva essere altrimenti. Alzò la mano a carezzargli una guancia.

«Levi, mi dispiace.» disse, sinceramente rammaricata. «Io non posso avere una... relazione con te. Non dopo quello che ho deciso di fare. Io ho...»

«Lo so cosa stai per dire.» la interruppe lui, sempre guardando a terra. «Che hai già fatto la tua scelta; che siamo soldati e sacrificare le nostre vite è il nostro destino; che non abbiamo a disposizione che un solo desiderio. Che il tuo riguarda soltanto tuo fratello e non c'è posto per nient'altro. Che questo ti  obbliga a stare lontana da me.»

Levi strinse i denti, con rabbia: le ghermì la mano ancora più forte e se la tirò sul petto, all'altezza del cuore.

«Ma tu sei qui.» continuò. «Non sei lontana, sei qui! Niente e nessuno può fermarmi se decido che il mio destino sei tu.»

Saelle guardò la propria mano, aperta sul cuore di Levi, con immensa malinconia.

«Credi che sia facile?» gli rispose. «Credi che non vorrei restare? Vorrei, ma non posso!»

«Invece sì. Dipende da te e dipende da me.»

Lei scrollò il capo.

«C'è molto più di me in gioco: c'è Eren. C'è Mikasa, che ne morirebbe se accadesse qualcosa a mio fratello. C'è la promessa a mia madre. Io non lo so se c'è un destino già scritto, ma sicuramente esiste quello che seguirà le scelte che abbiamo fatto. E io ho scelto il futuro dei miei fratelli, la speranza che Eren può portare all'umanità, ho scelto la lealtà alla promessa che ho fatto.»

Levi stavolta alzò le sue iridi e la trafisse direttamente negli occhi.

«Tu sei fatta per essere mia.» la interruppe. «L'unico destino in cui credo è quello che ti ha messo sulla mia strada perché io ero destinato... a trovarti. Adesso nulla può più separarmi da te, di qualunque tipo siano le scelte che hai fatto.»

I suoi occhi bruciavano di mille riflessi, come le lame di cento spade allineate sotto al sole. Era più bello, più determinato, più forte che mai. Sul volto di Saelle comparve inaspettatamente un tenue sorriso. Con ancora la mano sul suo petto, gli si fece più vicina e gli sfiorò le labbra con un bacio. Lui allentò la presa quanto bastava perché lei potesse riprendere il controllo della propria mano e allungarla a carezzargli la guancia, la fronte, i capelli.

«Vorrei che fosse vero.» gli disse lasciandosi trafiggere da quegli occhi, senza sfidarli, senza ribellarsi, solo con la quieta e mesta consapevolezza che lui aveva torto. Al contrario, loro due erano separati eccome: erano separati dalle scelte che avevano fatto, dal passato che li aveva condizionati e dal futuro che li aspettava, dalla guerra che avanzava, dalla morte che incombeva. Levi le lesse questa consapevolezza nel viso e non seppe più cosa dire: sentì solo che il cuore gli stava andando in pezzi.

«Saelle, di' solo che sei mia.»

«Mi dispiace.» ripeté lei.

La sua mano lasciò il volto del capitano e lei se ne andò dalla stanza, chiudendosi quella porta alle spalle. Finché erano stati chiusi lì dentro, avevano potuto essere solo loro, insieme, per qualche breve ora; ma al di fuori di quella porta, c'era tutto un mondo di persone con cui avevano degli obblighi e c'erano difficili scelte a cui nessuno dei due poteva sottrarsi. Mentre Saelle scendeva i gradini che la riconducevano al suo piano, sentì delle lacrime bollenti salirle alle ciglia, ma le cacciò subito via col dorso della mano.

Il sole era spuntato all'orizzonte e la sua luce invadeva sempre più intensamente i corridoi del castello; i cinguettii degli uccelli del bosco cominciavano a udirsi attraverso le finestre, come il fruscio delle foglie scosse dalla leggera brezza del mattino. Era un nuovo giorno, quello in cui Saelle avrebbe ricominciato a ricostituire pezzo per pezzo il proprio cuore spezzato solo per riuscire a trarne quel coraggio che le serviva a sacrificare perfino il mondo intero in nome dell'unico desiderio per il quale era disposta a tutto. Il quel mondo che stava mandando alle fiamme c'era il cuore di Levi; c'era la felicità che avrebbe potuto trovare con lui; c'erano tutti gli altri desideri che lei aveva, aveva avuto o avrebbe potuto volere per sé. Niente di ciò l'avrebbe fermata.

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*Angolo di Sirio*

Mie preziose stelle, si è incrinato il cuore pure a me a scrivere questo capitolo. A volte i personaggi devono fare quello che devono fare, anche se è doloroso per lo stesso autore: e Saelle ha già fatto la sua scelta ed è troppo determinata per rimangiarsela. Questo non significa che sia tutto finito però...!

È arrivata l'ora di avvisarvi che questa storia che state seguendo con affetto si sta avviando verso il finale. Mi sembra quindi carino riproporvi un gioco!

Questo capitolo, in particolare il punto di vista di Levi, è stato ispirato da una canzone: molte delle battute che il capitano dice sono le stesse parole della canzone! Chi riesce a indovinare di quale canzone si tratta??

Chi indovinerà per prim* diventerà protagonista di una one-shot romantica... assieme al nostro capitano preferito!

Aspetto i vostri interventi!
Buona fortuna a tutt*!

Ogni minuto che mi resta, Levi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora