Capitolo LXXVII - L'operazione di riconquista

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I preparativi per l'avvio dell'operazione di riconquista del Wall Maria si facevano sempre più serrati e iniziarono a riempire quasi completamente le giornate dei membri dell'unità Levi. Saelle era tornata ad essere quel soldato diligente e concentrato che era stata nelle prime settimane dal suo arruolamento: niente di quello che il capitano diceva o faceva sembrava distrarla e si limitava a eseguire i suoi ordini nel modo più efficiente e rapido possibile. Aveva smesso definitivamente di dargli del tu, anche quando erano soli, cioé quando lei faceva rapporto o riceveva degli ordini specifici, perché evitava accuratamente altre occasioni. Levi aveva provato a parlarle ancora, ma lei aveva sempre risposto con una gentile e decisa fermezza che non voleva continuare oltre su quei discorsi. Lui smise quindi di insistere. Non che si fosse arreso, non era da lui: le sue iridi non smettevano di lanciarle dardi carichi di significati, solo che lei non si lasciava più trafiggere.

La possibilità di tornare a Shiganshina, ormai, era dietro alle porte e, con essa, la probabilità di incontrare nuovamente Reiner e Berthold, di doverli affrontare, di dover vincere. Di cosa sarebbe stato poi era difficile da dire, ma almeno sarebbero arrivati alla stanza sotterranea della sua vecchia casa e lì, forse, avrebbero finalmente avuto delle risposte.

Con l'operazione condotta da Levi, la porta di Trost che dava verso i territori del Wall Maria era stata dotata di quell'arma che la caposquadra Hanji chiamava boia infernale e che doveva, a suo dire, riuscire a uccidere i giganti senza che fosse necessario farli entrare in contatto con i soldati. Alla prima messa in funzione dello strumento, la squadra di Hanji, Eren, Saelle e il capitano Levi si erano radunati sopra alle mura per assistere. Eren aveva usato il suo potere di indurimento per costruire una rete di roccia tra le pareti della porta del distretto, dove un soldato faceva da esca per attirare i giganti. I presenti videro un esemplare di ben 12 metri barcollare verso la porta e tentare di afferrare l'essere umano, che però era ben protetto dalla rete costruita da Eren. Si dovette solo aspettare che il gigante tendesse il collo, cercando di infilarsi nello spazio della porta: Hanji dette il segnale e un enorme tronco fu lasciato cadere da una carrucola sulle spalle del gigante, fracassandogli la nuca. Un getto di vapore confermò che era stato annientato.

«Ah!!!» gridarono Hanji e Moblit all'unisono. La caposquadra alzò trionfalmente le braccia al cielo. «Abbiamo appena abbattuto un esemplare classe dodici metri!» esclamò entusiasta.

Eren precipitò in ginocchio: «Ha funzionato!» disse sorpreso, ancora incredulo del risultato.

«È fantastico!» gridò ancora Hanji. «D'ora in poi possiamo abbattere i giganti senza far combattere i soldati! Inizia la disinfestazione dei giganti: questa è la nascita del boia infernale! Sei stato grande, Eren!»

Quando si voltò, il sorriso le sparì dal volto: Eren stava sanguinando copiosamente dal naso. Sua sorella lo guardava stupita, ma il capitano Levi gli si era già inginocchiato a fianco e gli stava porgendo un fazzoletto pulito.

«Probabilmente ha esagerato col potere del gigante.» commentò il capitano, osservando attentamente il suo sottoposto. «Di recente sta facendo un esperimento dietro l'altro.»

«Ti chiedo scusa, Eren...» mormorò la caposquadra.

Il ragazzo si stava tamponando il sangue, ma si volse subito a rasserenarla.

«Non deve scusarsi, signorina Hanji.» le disse. «Il fatto che sia un po' stanco non cambia nulla. Adesso, prepariamo tutte le nostre armi e andiamo a Shiganshina.»

Si rialzò e Saelle gli toccò il braccio.

«Stai bene?» gli chiese.

«Sì, non ti preoccupare.»

«Hai bisogno di riposo. Su, torniamo in caserma. Stasera voglio vederti mangiare il doppio della normale razione.»

Si incamminò con lui verso il montacarichi, ma una voce la richiamò.

Ogni minuto che mi resta, Levi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora