Capitolo LXXVIII - Tre desideri

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La sera precedente alla partenza per Shiganshina, il Corpo di ricerca radunò i suoi soldati nell'ampia caserma di Trost per un rancio speciale: sarebbe stata servita della carne. Era stato raccomandato a tutti di non fare troppo baccano e di non parlare del banchetto in giro per la città, ma i soldati erano entusiasti; così entusiasti che, in effetti, Saelle era un po' preoccupata per la piega che avrebbero potuto prendere gli eventi. Era felice di avere quell'occasione per festeggiare coi suoi compagni, ma temeva che la raccomandazione sarebbe stata assolutamente disattesa.

Naturalmente, i fatti le diedero ragione. Sasha perdette letteralmente la testa di fronte ad un arrosto particolarmente succulento; Connie fu costretto a prenderla per la gola per trattenerla, ma lei riuscì comunque a dare un pugno sul naso a Marlo e a mordere Jean, tentando di mangiargli la mano mentre lui provava a sottrarle l'arrosto dai denti. Infine, dovettero legarla ad una colonna e imbavagliarla per riuscire a trattenerla. Non che negli altri tavoli la situazione fosse molto migliore: i soldati litigavano tra loro per fette di carne più grosse o meno grosse, l'alcol stava alterando gli animi e il baccano era alle stelle. Come se non bastasse, ci si misero anche Eren e Jean ad alimentare la baraonda dentro alla sala. Jean provocò il suo compagno chiamandolo "dannato che ha solo fretta di morire", come usava fare ai tempi dell'addestramento; Eren di rimando offese Jean dandogli del codardo. Nel giro di trenta secondi avevano già cominciato a strattonarsi i vestiti e la rissa fu inevitabile: iniziarono a prendersi a pugni, mentre Connie ricordava laconicamente a entrambi di non dare colpi sul volto.

Metà della sala era accorsa per assistere alla rissa e incitava ora l'una ora l'altra parte. Saelle aveva abbandonato la guancia sul palmo della mano e assisteva alla scena piuttosto indifferente, pensando che tutto sommato avrebbe potuto fare bene a entrambi uno scontro fisico, visto che avevano sempre i nervi a fior di pelle. Armin invece si mise tra lei e Mikasa e chiese loro se non volevano fermarli. Saelle lo considerò per un attimo, poi tornò a guardare i due contendenti.

«No, direi di no.» rispose.

Mikasa sembrava della stessa opinione, tanto che le apparve un breve sorriso sul volto.

«Va bene così.» disse all'amico.

Stettero sedute tranquille ad osservare Eren e Jean prendersi a cazzotti quasi con un certo divertimento; d'altronde, nessuno più di loro era abituato a vederli punzecchiarsi e provocarsi continuamente a vicenda, dacché si conoscevano. Qualche rissa tra i due era già scoppiata negli anni precedenti: una più una meno non faceva una grande differenza.

«Ehi.»

Un calcio a Eren, un pugno a Jean, entrambi sullo stomaco, entrambi più violenti di qualunque percossa avessero mai subito. Due secondi e i due ragazzi erano già riversi a terra, incapaci di muoversi: era intervenuto il capitano Levi.

«State facendo troppo casino.» li rimproverò, seccato. «Andate a dormire.»

Eren tremava chino sul pavimento, Jean vomitò tutto quello che aveva messo nello stomaco. Il capitano trafisse con le sue iridi grigie i soldati che avevano assistito e incitato la rissa.

«E voi, ripulite tutto.» ordinò.

La sola idea di poter ricevere una punizione simile a quella dei due malcapitati raffreddò gli spiriti di tutti i presenti:

«Signorsì!» urlarono tutti all'unisono, con la fronte già imperlata di sudore.

Levi gettò un'occhiata al tavolo dov'erano seduti i suoi sottoposti e incrociò per un momento le iridi smeraldo di Saelle, poi se ne uscì da dove era venuto.

La ragazza, assieme a Mikasa e Armin, si occupò di recuperare Eren, mentre Connie e Marlo si prendevano cura di Jean. Armin prese il suo amico per le spalle e lo accompagnò fuori all'aria aperta, seguito dalle due sorelle.

Ogni minuto che mi resta, Levi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora