Eren, Saelle, Mikasa e Armin camminavano circospetti tra le vie del distretto di Stohess, incappucciati, seguendo Annie, l'unica a volto scoperto, che li guidava al di fuori della città. Armin era riuscito a convincerla ad aiutarli a far evadere Eren e a nasconderlo per qualche giorno, prima che fosse consegnato al Corpo di gendarmeria. Annie li aveva fatti passare ai controlli senza problemi e ora faceva loro strada verso l'evasione. Nonostante questo, continuava a chiedere delucidazioni agli ex compagni sul loro piano e le scelte che stavano compiendo. Saelle non si sentiva tranquilla: guardava da dietro i capelli biondi della sua compagna con sospetto e lasciava che fosse Armin a rispondere alle sue domande.
Finalmente, Armin vide il passaggio sotterraneo che doveva farli uscire inosservati dal distretto.
«Qui sotto?» chiese Annie.
«Sì. È la via migliore.» le rispose Armin. «È quanto resta di una struttura sotterranea progettata in passato. Venite: qui c'è un passaggio che ci porterà nei pressi delle mura.» e iniziò a scendere i gradini. Mikasa, Saelle ed Eren lo seguirono, ma Annie rimase in cima alla rampa.
«Annie? Che ti prende adesso?» chiamò Eren. «Andiamo, non mi dirai mica che soffri di claustrofobia.»
«Sì è così, non verrò con voi.» rispose la ragazza. «E ovviamente non mi aspetto che un dannato che ha solo fretta di farsi uccidere possa comprendere quello che prova una debole fanciulla.»
I presentimenti di Saelle peggiorarono.
«Una fanciulla che ha dimostrato capacità come le tue è tutto tranne che debole.» le rispose Eren. «Non dire assurdità e sbrigati!»
«Mi dispiace, voi andate pure.» disse Annie. «Il buio mi spaventa. Se non passiamo in superficie io resterò qui.»
Saelle si fermò su un gradino e si voltò a guardare la ragazza. Non credeva ad una parola di quello che stava dicendo e aveva già capito che avevano fatto un tremendo errore a sottovalutarla: non sarebbe mai cascata in un tranello del genere.
«Che cosa stai dicendo, maledizione, Annie?!» gridò Eren. «Guarda che questo non è affatto un gioco!»
«Abbassa la voce Eren.» sibilò Saelle tra i denti.
«Che succede, Saelle?» le si indirizzò Annie, incontrando i suoi occhi azzurri e glaciali con quelli verdi e infuocati della compagna. «Tutte le strade qui intorno sono deserte. E questo non è sicuramente normale.»
I ragazzi si irrigidirono.
«Io lo so. Mi nascondete qualcosa. L'ho capito.» continuò Annie. «E tu perché mi fissi con quello sguardo, Armin?»
«Annie, perché avevi tu l'equipaggiamento di Marco per il movimento tridimensionale?» chiese il ragazzo. Saelle sentì che per lui, come per lei, questa era la domanda più importante, quella a cui voleva assolutamente avere una risposta. «Io ricordo bene ogni minimo graffio o minima ammaccatura che presentava.» continuò Armin. «Perciò l'ho riconosciuto subito.»
Annie distolse lo sguardo. «Capisco. Comunque, l'ho trovato in giro.» disse solamente.
«Perciò a uccidere quei due giganti che avevamo catturato sei stata tu, vero?»
«E chi lo sa? Ma adesso dimmi, se tu già sospettavi di me perché hai aspettato tanto a fare la tua mossa?»
«Perché mi sembrava impossibile! Perché volevo credere di essermi in qualche modo sbagliato! Solo per questo.» Armin strinse i denti. «Ma ora dimmi tu una cosa: voglio sapere perché non mi hai ucciso quando ne hai avuto l'occasione.»
Una folata di vento spazzò le foglie sulla strada.
«In fondo, non lo so nemmeno io.» rispose Annie. «Ma non credevo che saresti mai arrivato a mettermi con le spalle al muro. In quel momento, mi sembrava la cosa giusta da fare.»

STAI LEGGENDO
Ogni minuto che mi resta, Levi.
Fanfic«Io questo lo faccio a pezzi.» La prima volta che gli occhi di Saelle incrociano quelli del capitano Levi, sulle sue iridi di un profondo verde smeraldo sono scritte a chiare lettere queste parole. Eppure, pochi mesi dopo... «Dimmi che non mi vuoi...