Capitolo 10.

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Dopo quello sfogo, con Federica ci siamo ripromesse si non parlarne più, ma poi ho avuto modo di rifare un tour lungo il famosissimo viale dei ricordi. La mia mente è quindi tornata a quel giorno, al liceo, quando ho parlato a Luca di Matteo.

"Ci è arrivato tardi!

Però non ti devi preoccupare, è una scelta che ha fatto. Fa male, è normale... Ma non è un tuo errore. Non è un errore! Lo sbaglio è stato quello di non essersene accorto prima, ma anche lì... Non si può programmare o prevedere di chi ci si innamora! E poi ti assicuro che anche quella ragazza avrà tanti di quei difetti che tu nemmeno puoi immaginare"

"Ma nemmeno la conosce!" gli ho risposto.

"Non mi serve saperlo. So che non lo amerà mai come te. E questo è il più grande difetto che possa avere, e quando il signorino se ne accorgerà... Sarà troppo tardi"

Mi ha capita. Non ho idea del come, l'ha fatto e mi ha dato sicurezza, sempre. Ha rischiato il lavoro per me, e se i miei genitori non fossero stati così comprensivi forse anche quelli futuri... Però hanno deciso di fidarsi, e non ne sono rimasti affatto delusi. Ad oggi Luca è sempre il benvenuto, e anche mamma che di solito è quasi sempre di malumore per la moltitudine di cose che ha da fare quando lo vede è raggiante e quando se ne va ripete gli stessi complimenti: "Proprio un bravo ragazzo! Un bravissimo ragazzo!", mentre Federica ridacchia ricordando quando ancora non lo conosceva e lo giudicava.

Fede... Mi fermo a guardarla e penso a come  (e a quanto) stia crescendo in fretta!

Sembrava ieri che mamma fosse incinta, io che disegnavo e le lasciavo tutti i disegni appesi sulla porta del frigorifero con una calamita <<perché così li vede subito e glie li posso spiegare>>, e oggi invece è una ragazzina favolosa.

Intelligente, sensibile, sincera e molto protettiva nei confronti delle persone a cui vuole bene.

L'ho sempre trattata più come una figlia che come una sorella, complice anche il fatto che mamma fosse spesso al lavoro e chiedeva a me di fare quasi tutto quando ha iniziato a crescere. L'ho sempre resa partecipe della mia vita raccontandole tutto ciò che mi accadeva, con morale annessa: non mollare, stai attenta a questo tipo di persone, non aver paura, e via dicendo. A volte, troppo spesso anche, l'ho trattata da mia coetanea, dimenticando invece che in realtà fosse più piccola, e di questo me ne dispiaccio.

Non sapevo con chi parlare, pensavo che mamma e papà non mi avrebbero mai presa sul serio sui problemi adolescenziali, e le mie amiche avevano i loro per cui lei era la mia ancora. Mi sento in colpa su questo punto, sento di averla fatta crescere prima del previsto con tutte le cose che mi sono successe. Tutte le cotte nemmeno iniziate, poi Teo e adesso Luca, però sono contenta che nonostante tutto abbia conservato quella sua innocenza che l'ha sempre contraddistinta dalle altre.

Tutte le sue coetanee in questo momento sono preoccupate a sembrare più grandi, a uscire la sera per locali, e ho paura che ne risenta, che diventi come loro. Non che ci sia qualcosa di male nell'uscire per locali, sia chiaro... Fino a quando lo fai per te, perché tu vuoi fare serata con le tue amiche. Se invece lo fai solo per postare la storia su Instagram e averne qualcuna in più in evidenza per fare la figa diciamo che invece dà un po' fastidio, ecco. Ma spero che lo sappia. Ci sono passata anch'io, e a distanza di qualche anno adesso mi sento una completa imbecille se ripenso a quei momenti.

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Il giorno seguente sono a casa di Luca. Lui prepara le lezioni per tutta settimana, io cerco di concentrarmi su quel tablet, ma proprio il mio cervello non ne vuole più sapere e non riesce a non pensare ad altro che non siano i ricordi. Allo sguardo di Matteo quando mi ha vista con lui, come si è posto invece Luca, noi.

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