Capitolo 37.

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Arriviamo in cucina e troviamo un biglietto:

《Mamma è andata via, papà ed io stiamo andando a scuola. Vi abbiamo sentiti litigare, ci spiace. Spero nulla di serio!
Luca, ti pregherei di ricordare le nostre parole. Clau, a te invece di essere meno testarda.
Vi vogliamo bene,

Fede & Manni's Family》

"Carina!" commento ridacchiando quando Claudia smette di leggere.

"Già..." annuisce, per poi tornare a guardarmi. "Quali parole?"

"Una cosa..." resto vago. "Tranquilla, è tutto okay"

"Come vuoi... Tu per che ora devi essere a scuola?" cambia argomento.

"Seconda. Tu, in ateneo?" domando.

"Alle dieci. Però posso arrivare un po' prima e andare in aula studio" riflette.

"Okay"

Facciamo colazione con calma, mi offro per aiutarla a mettere in ordine, poi andiamo a prepararci e usciamo.

Arrivati in stazione ci salutiamo, io torno a casa, dove mi faccio la doccia e mi cambio, sistemo le ultime cose per la lezione e poi mi dirigo a scuola.

*CLAUDIA'S POV*
Arrivo in ateneo, passo il badge sul lettore, e salgo in aula studio.

Apro il pc, ma quando clicco il pulsante dell'accensione non si accende. No! Ho dimenticato di caricarlo questa notte...

Mi guardo intorno, ma le prese sono tutte occupate.

Vado allora in cerca di un'aula vuota, adibita ad aula studio, che trovo al terzo piano. Non è vuota, ci sono altre persone.

In silenzio collego la presa al portatile e comincio a ripetere linguistica generale per l'esame di maggio. Saussure, Bloomfield, Bhüler, Jackobson, terminando con Austin.

Arrivo giusto a pronunciare l'ultimo nome, quando l'orologio (la sveglia che avevo impostato) mi ricorda che mancano dieci minuti all'inizio della lezione nell'altra sede, che raggiungerò tra mezz'ora.

Chiudo tutto ed esco, cercando di fare meno rumore possibile per non disturbare gli altri.

Arrivo in anticipo di due minuti, il Prof è già in aula. Sta controllando dei materiali per oggi.

Mi sistemo, togliendo il giubbotto e appendendolo successivamente alla sedia. Prendo il computer dallo zaino e lo attacco alla prima presa vuota. Lo accendo, e sento una mano toccarmi la spalla.

Mi volto, e vedo un ragazzo sorridente.

"Scusa... Volevo chiederti una cosa: questa è l'aula di inglese, vero?"

"Sì" annuisco, per poi specificare: "Letteratura, non cinema o grammatica"

"Sì, esatto" sorride imbarazzato. "È che ti ho sentita ripetere linguistica e ci sono un attimo rimasto..."

"Tranquillo, è l'aula giusta!" lo rassicuro ridendo, per poi voltarmi nuovamente.

"Io sono Matteo!" ricomincia, nervoso.

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