Capitolo 11.

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"Io piaccio già a uno degli uomini più intelligenti, più simpatici, più gentili, più belli, più più più dell'universo!" Esclamo sorridente, poi mi rabbuio. "Almeno credo!"

I lineamenti del suo volto si distendono, e la sua bocca di schiude in un meraviglioso sorriso luminoso.

"Veramente?" Fa incredulo.

"Dipende... Io ti piaccio?" Lo guardo incuriosita, e lui mi bacia.

"Io ti amo" Sussurra.

Sorrido, poi torno sulle mie.

"Il King resta sempre il mio papà!" Lo avviso, e Luca annuisce.

"Non mi sarei aspettato nulla di meno, Principessa!"

Sorrido nuovamente guardandolo, mentre un solo pensiero si fa strada nella mia mente, che scalpita: Quanto ti amo!

Le sue labbra tornano nuovamente sulle mie, in un bacio dolce, e passiamo le successive quattro ore abbracciati a chiacchierare, a coccolarci , semplicemente in silenzio, l'uno tra le braccia dell'altra, a guardarci. Quando ci rialziamo, è a causa del mio cellulare che sta squillando.

Mamma

"Ciao ma" Rispondo.

"Ciao. Sono le sette meno venti. Vieni o no? Devo sapere se cucinare anche per te o no"

"Cosa?! No, non sono..." Guardo l'orologio: 18:40.

"Uhm..." Metto in muto.

"Luca, sono le sette meno venti... Vado via? Così lavori tranquillo questa volta" Ridacchio imbarazzata, sentendomi in colpa.

"Se vuoi andare, vai perché vuoi, non per altro. Se invece vuoi restare, sappi che però faremmo le ore piccole..."

"Le farei comunque, quindi..." Gli ricordo.

Riprendo il telefono: "Io torno domani mattina, per le undici..."

"Ah... Va bene. Era solo per sapere. Ciao"

"Ciao"

"Aspetta..."

"Dimmi" Rimetto il telefono attaccato all'orecchio.

"Sei in vivavoce?" Sussurra.

Cos...?

"No.. Perché?"

"No, così. C'è anche Luca?"

"Sì!" Sorrido. "Ma perché?"

"No, così... Sei a casa sua?"

"No... In aereo. Stiamo partendo per non rivedervi mai più. Mamma ma che domande fai?!" Rido. Il mio ragazzo mi guarda male. Mimo un : "Lascia stare" E lui annuisce poco convinto.

"No, per sapere dov'è mia figlia! Se fossi stata da sola, ti avrei intimato di tornare subito a casa!"

"Mamma siamo nel duemila ventidue. Non ho due anni, e non ho bisogno che il mio ragazzo mi difenda. Da chi poi?! E perché devi sempre pensare a queste cose?! Inoltre, come se..." Guardo Luca che non sa se ridere o piangere. Mi fermo. "Lascia stare... Ciao"

"Ciao"

Mette giù.

"Anche a tua madre fai la predica?!" Ridacchia.

"Non faccio la predica a mia madre!" Ribatto. "Mi ha dato fastidio che abbia deciso di farmi restare solo perché ci sei tu!" Lo guardo in volto. Ci è rimasto male. Lo vedo, il suo sguardo è cambiato. Ora è più serio. "Scusami... Amo che si fidi di te, non fraintendermi... Però se tu non ci fossi stato e io fossi tra amiche, lei avrebbe gridato al telefono mettendomi in imbarazzo affinché tornassi a casa! Poi non le avrei dato retta, però mi avrebbe fatto passare comunque un brutto momento. È questo che non mi è piaciuto, che lei non riesca a guardarsi intorno senza vedere cose brutte. Che proprio le riesca difficile fidarsi di me!"

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