Capitolo 40. About Growing Up...

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"Non credo che non ti importi del parere della gente, sai?" insisto.

"Cazzi tuoi" abbassa la testa, e prende a giocare con un anello che porta all'anulare destro a forma di coroncina.

"Appunto..." sorrido, per la tenerezza che questa azione mi sta facendo provare.

"Ma tu non ti fai mai i cazzi tuoi?" sbotta.

"No!" scuoto il capo. Lei torna a guardarlo.

"Lo dico a te perché sei la sorella di Fede, che mi sta un po' simpatica" mette le mani davanti "Lui non è come tutti gli altri, è dolce. E rispettoso. Non mi lascia mai da sola, nemmeno nei momenti di merda. E un giorno ce ne andremo, lui, io e mio fratello"

"Dove vorreste andare?"

"A Madrid.

Ci sono i suoi zii, che fino a quando non troveremmo una sistemazione stabile ci potrebbero aiutare"

"E tua madre lo sa?"

"È da lei che ce ne andremmo. Tanto sarebbe solo contenta di liberarsi di noi..." Sospira, provocandomi una fitta al petto.

"Posso raccontarti una cosa?"

Quegli occhi castani tornano sui miei: "Che cosa?"

Mi appoggio al muretto.

"Da quando sono nata, mia mamma mi ha fatto una testa così di regole. 《Regola numero uno: mai fare questo》 《Regola numero due: fai questo》, e via dicendo. Poi un giorno ha iniziato a ripetere solo: 《Regola numero uno》 e ogni volta cambiava regola. Io e mia sorella eravamo disorientate, quindi abbiamo imparato a smettere di ascoltare e a fare di testa nostra. A volte mamma era un po' frustrata, e alzava le mani, ma io ho sempre difeso Fede.

Quando mi sono fidanzata, sai cos'è successo?"

"Lo hai fatto di nascosto e vi ha picchiati?" chiede preoccupata.

"No! No, no... È successo che avevo litigato con una persona, mi ero sentita tradita, e le ultime persone alle quali avrei voluto farlo sapere erano proprio i miei genitori, specialmente lei.

Fino all'ultimo, ho nascosto ogni cosa, mia madre mi ha praticamente costretta, grazie alla sua insistenza, a raccontare. Ed è rimasta con me, facendomi capire che l'avremmo affrontata insieme. Che avrei dovuto ascoltare anche quanto aveva da dire l'altra persona, e poi decidere.
Ora, ti sembrerà banale, ma mi ha aiutata tanto. In realtà non le ho mai detto proprio che mi aveva tradita, però in quel momento... Non lo so, è come se lo avesse percepito. Ed è rimasta lì, affianco a me.

... È tua madre, Angelica! Colei che ti ha messa al mondo! Figurati se spera di 《liberarsi di te》! Sei stata parte di lei, e sarà sempre la tua mamma, che si prenderà cura di te, che tu lo voglia o no.

Magari non ti dirà sempre 《ti voglio bene》, non ti riempirà di affetto inteso come abbracci, baci e coccole, ma questo non significa che non ti ami e che non ti farebbe mai del male!

Non fare il mio stesso errore, apri gli occhi prima e dalle una chance"

Entrambe abbiamo le lacrime agli occhi.

"E le persone che ti sono intorno... Di loro ti puoi fidare" concludo.

Tira su sol naso, dopodiché torna sulla difensiva.

"Intendi il Prof Fields?"

"Intendo tutti" ribatto decisa.

"È impossibile" si chiude nuovamente. "Non puoi fidarti di tutti, non siamo nel paese dei balocchi!"

"Ma nemmeno in guerra!" faccio spallucce. "Siamo davanti a una scuola!" Le ricordo, e lei la guarda.

I ragazzi cominciano a uscire, e Angelica si allontana andando in contro a un gruppetto.

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