Capitolo 43.

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*LUCA'S POV*

"È da una settimana che non la sento..." concludo uscendo da scuola con Alessio.

"Be', lei ha sbagliato a non dirtelo, ma non è che forse sei stato un po' troppo duro con le parole che hai usato? La butto lì..." alza le braccia.

"Lo so, e mi dispiace. Ma ormai le ho dette!"

"Potresti chiedere scusa... Per esempio!" continua.

"E secondo te non ci ho pensato? Non so se le accetterebbe, e soprattutto non so come chiederglielo" Prendo a giocare con il mio portachiavi. "Le ho lasciate dove le ha messe. Ci penso ogni volta che le vedo...

Perché alla fine ha ragione, voleva soltanto aiutarmi! Dopotutto, Claudia è fatta così, ma non è corretto! I miei problemi restano miei!"

"Se ami una persona, la accetti con i suoi pregi e i suoi difetti. Che poi ti facciano arrabbiare, che si arrivi a litigare è perfettamente comprensibile, ma se la ami davvero, si va avanti insieme" sento alle mie spalle.

Mi volto e trovo Federica, apparentemente intenta a parlare con una sua amica.

Rivolgo uno sguardo ad Alessio, che sta ridendo sotto i baffi, così mi faccio avanti.

"Scusate se mi permetto..." aggiunge.

Affondo le mani nelle tasche. Fede mi guarda con aria di sfida, ma non curante della cosa continuo a guardarla dritto negli occhi: "Un conto è amare, un conto è una mancanza di rispetto.

Io amo la mia compagna, amo il suo sorriso, la sua determinazione, il suo essere così appassionata, e tutte le altre sfaccettature che possiede, e la amo anche quando si comporta in modo sbagliato, ma ciò non toglie che se credo stia commettendo un errore, glie lo devo far notare. Può urlarmi in faccia, piangere, dirmi e farmi quello che vuole, ma se non lo facessi, che persona sarei? Certo che se ami davvero qualcuno si va avanti insieme, ma ci sono casi e casi. Non puoi andare avanti se questo qualcuno non ti rispetta"

"Prof, con tutto il rispetto... Se vedo che la persona con cui sto prima mi riempie di attenzioni e belle parole, poi alla prima azione che faccio solo per aiutarlo mi urla in faccia, io giro i tacchi e non mi faccio più vedere"

Le sue parole sono secche, come il suo tono di voce. È innegabile che stia cercando di provocarmi, però questa volta non è affatto piacevole.

"Sei libera di fare quello che vuoi tanto quanto lo è l'altra persona. Buona giornata" termino prima di andarmene, riavvicinandomi ad Alessio.

"Credi stesse dicendo che Claudia voglia chiudere definitivamente?" chiedo, con il cuore a mille. Al solo pensiero sto male.

"Tanto tu sai di essere nel giusto, no? Non è questo l'importante?" mi sbeffeggia.

Lo guardo male, poi lo saluto e mi allontano.

Claudia vuole lasciarmi veramente perché le ho detto che non può intromettersi nella mia vita lavorativa?!

Effettivamente, è una settimana che non mi scrive, non mi chiama, non è tornata. Ha lasciato le chiavi e se n'è andata... Adesso questa... Però me lo deve dire guardandomi negli occhi.

Approfitto degli ultimi momenti per uscire in cortile, prepararmi psicologicamente a chiudere almeno per il momento questa situazione e tornare a concentrarmi sulle prossime lezioni. All'ultimo suono della campanella, saluto i ragazzi ed esco, venendo investito nuovamente da quanto accaduto

Continuo a camminare rimuginandoci su fino alla stazione, dove leggo i tabelloni: il treno arriverà tra dieci minuti. Avrò già fatto un terzo della strada in quel tempo!

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