Capitolo 31.

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Senza dire niente, d'istinto lo bacio.

Bacio che lui ricambia con romanticismo e tenerezza, mentre posa la sua mano sulla mia guancia avvicinandosi verso di me.

Quando mi stacco, i nostri corpi si stanno sfiorando. Sorrido dolcemente, e anche sul suo volto compare un'espressione serena, tutt'altro che provocatoria.

Rompo il silenzio con un sussurro: "Riprendiamo?"

"Certo... Va bene!" annuisce, per poi rimetterci al lavoro. Mi guarda. "Stavamo dicendo, di Nicole... Colloqui, proporle un metodo alternativo, va bene. E poi? Se non dovessero funzionare?"

Noto un po' di preoccupazione nel suo sguardo.

"Noi avremo fatto la nostra parte. Sarà lei a decidere se cambiare atteggiamento o meno. Se andrà tutto bene, bene. In caso contrario, nessun rimorso" dico ciò che penso senza indugi, e lui sembra colpito. So che non è bello, però cos'altro ci sarebbe da fare?

"Sono troppo dura?" ridacchio nervosamente.

"No, no... Hai anche ragione, è solo... Che non mi aspettavo questa... Drasticità da te, ecco" replica imbarazzato, per poi tornare deciso: "Comunque, hai ragione. Grazie ancora" mi bacia.

"Figurati..." mormoro, mentre cerco di ignorare la pugnalata arrivatami dalle sue parole.

Cercavo solo di aiutarlo! So che non è giusto, però non si può ottenere o cercare sempre l'approvazione da tutti, e va bene così. No?

È un'azione stupenda, incredibilmente dolce quella di cercare di andare tutti d'accordo e sicuramente giusta, ma a un certo punto bisogna anche imparare a lasciare andare se dall'altra parte non c'è qualcuno disposto a fare lo stesso.

"L'ho fatto prima di te, so quanto faccia male e non voglio questo per te. Tutto qui" gli spiego prima di allontanarmi.

Luca si alza di scatto, e mi segue.

"Ehy..."

Lo guardo.

"Va tutto bene, piccola" mi abbraccia.

"So con quanto impegno e serietà tu e gli altri facciate il vostro lavoro, e non avete bisogno dell'approvazione di nessuno. Tanto meno di quella di una ragazzina che nemmeno vi conosce!" sbotto.

"E' una nostra alunna, una mia alunna, e come insegnante mi interessa che la smetta di assentarsi nelle mie ore e in quelle degli altri, e che arrivi almeno alla sufficienza tanto quanto ascoltarla e capirla"

"Non puoi ascoltare chi non vuole parlare però"

"Vorrà dire che aspetterò allora, ma nel frattempo deve avere dei risultati comunque. Se non lo fa, è perché qualcosa non va. Mi serve solo capire come avvicinarmi, almeno per trovare un accordo.

I ragazzi dicono che con loro è cordiale, e non capiscono neanche loro perché si comporti così solo con noi professori"

"Ma con tutti tutti i Prof? O solo con voi... Uomini?" ipotizzo.

Mi guarda colpito.

"A questo non avevo pensato... Non lo so, sai?

Dici che quindi potrebbe avere delle.... Difficoltà relazionali con la figura maschile?" domanda incerto.

Faccio spallucce: "Non so, può essere! Essendo in prima - perché era in prima se non erro, giusto? - , può aver trovato qualche problema già nell'inserimento in un nuovo ambiente, poi comunque deve ancora conoscervi, e nasconde la sua timidezza mascherandola con aggressività e arroganza.

Il piano relazionale lo hai descritto tu, non ha una vita famigliare facile, quindi si sfoga sugli adulti di riferimento" sospiro. "Queste comunque sono soltanto ipotesi" aggiungo.

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