Capitolo 1.

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Voglio morire.

L'esame è andato di merda.

Stavo ripetendo tutto alla perfezione i minuti che lo precedevano, poi sono entrata in aula, ho visto i due Professori... E ho dimenticato tutto.

Professoressa e assistente mi fissavano, aspettavano una risposta... E non ho guardato le mappe che avevo. Ero nel panico, non ho voluto prendermi un minuto di pausa e ho continuato a torturarmi sforzando di ricordare, ovviamente non riuscendoci.

Adesso sono a casa, sto piangendo da due ore.

Ti prepari per mesi, anni a un cazzo di esame, e tutto rischia di andare a quel paese per una Prof che non ritiene un suo collega adeguato a giudicarti. Lo passi, entri nell'altra scuola, studi, ti prepari divinamente - sapevo tutto! Tutto! - E perché mi sono fermata un secondo a guardare negli occhi i miei interlocutori mi è salita l'ansia. Mi sono sentita osservata, indagata... E non ce l'ho fatta. Ho fallito, di nuovo.

Bussano alla porta.

"Clau..." è mia sorella. "Posso entrare un secondo? Ho scordato un quaderno. Devo finire di studiare!"

Mi asciugo in fretta le lacrime e cerco di ripristinare una voce neutra.

"Prego! La porta è aperta tesoro" rispondo.

"Permesso... Posso?" sussurra una voce. Questa non è Federica. Mi volto immediatamente.

È Luca!

"Ciao! Che ci fai qui? Vieni, entra... " mi sistemo seduta sul letto, raccogliendo le ginocchia al petto mentre lui entra.

"Posso?" sussurra timidamente indicando il letto.

"Certo!" faccio cenno con la mano. Viene a sedersi dietro di me, cingendomi il busto con le sue braccia. Mi scosta una ciocca di capelli dal volto.

"Come stai?"

"Male" piagnucolo.

Fa un mezzo sorriso, mi dà un bacio sulla tempia.

"Senti... Lo so che è difficile da sentire, ma in realtà va tutto bene. È solo esperienza! Brutta, però utile. Ci fa capire che c'è qualcosa che non va. Non credi?"

"Mi fissavano tutti e due, il Prof e la sua assistente. Attendendo una risposta" rispondo alla domanda implicita. "Non riuscivo a ragionare e non mi sono nemmeno presa il tempo necessario per farlo, nonostante me l'abbiano chiesto più volte" ammetto.

"Ottimo. Perché non hai voluto?" chiede pacato.

"Perché volevo concludere il più presto e tornare a casa a piangere, visto lo schifo che avevo fatto!" esclamo.

"No, dai... Non può essere andata così male!" mi stringe forte baciandomi la spalla. "Stai tranquilla, e prima di parlare aspetta i risultati.

È dura, lo so... Però magari hanno riconosciuto che era un esame complicato, che sei una ragazza molto sensibile ed emotiva... Sanno queste cose, consultano il libretto online e tu non hai un voto sotto al ventisette!" mi guarda negli occhi. "E poi... Si tratta di un esame, Claudia! Non puoi farti il sangue amaro per questo... È okay non essere sempre perfetti, è okay avere qualche problema a volte, come lo è anche parlarne per cercare di sistemare le cose. Va bene anche se non si aggiustano nell'immediato, perché alcune cose richiedono tempo. Ricordi che ne avevamo già parlato?" annuisco. "Molto bene" un altro bacio. Mi stringe un po' più forte. "Tu ti fidi di me?" sussurra.

"Certo che sì!" replico senza pensarci due volte.

"E allora fidati anche di questo per favore: te l'avranno detto in cinquanta mila, ma mi sento di aggiungermi anch'io per ovvi motivi direi: tu non sei un numero, Claudia! Quello è una valutazione basata su certi criteri che vanno a descrivere la preparazione, la conoscenza e la padronanza che hai rispetto a determinati argomenti. È chiaro che non si possa sempre eccellere, che qualche argomento ci piaccia di più, altri di meno. E ci sta anche che alcune volte veniamo bloccati. Siamo esseri umani!" mi dà un bacio sulla fronte e riprende ad accarezzarmi.

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