Capitolo 53. Vacanza a LA - Parte prima: L'arrivo

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*CLAUDIA'S POV*

"Oh mio Dio, andremo a Los Angeles!"

Questo è tutto ciò che riesco a dire da una settimana ad oggi, il giorno della partenza.

Saranno momenti incredibili, e abbiamo già fatto il nostro itinerario: visiteremo Mulholland Drive, l'Hollywood Walk of Fame, Hollywood Boulevard, gli Universal Studios, il Graffiti Park, andremo a Disneyland, al Rodeo Drive e persino a Beverly Hills!

Pernotteremo allo "Shutters on the Beach", un hotel mozzafiato sul mare e, anche se Luca ha avuto da ridire, finalmente abbiamo concordato sul fatto di dividerci ogni spesa, dal volo, all'hotel, alla bottiglietta d'acqua, e ancora mi guarda male perché l'ho minacciato dicendogli che non sarei partita se non avesse accettato.

Ho cercato di dare il massimo per superare tutti gli esami, purtroppo non ce l'ho fatta e uno sarà da ridare a settembre, ma adesso mi godo la vacanza e va bene così. Non è la fine del mondo se qualcosa va storto, si può sempre riparare. L'importante è viversi la vita adesso, che questi momenti non ritorneranno.

"Dai, amore..." gli accarezzo il braccio.

"Avrebbe dovuto essere il mio regalo per essere stata super, sia alla maturità che in questo primo anno in un ambiente del tutto nuovo" mette il broncio, come un bambino a cui è stato negato il gelato.

"E invece si è trasformato in un regalo reciproco! Non puoi vederla così?" tento di fargli cambiare prospettiva mentre ci imbarchiamo.

"Perché un regalo reciproco?" alza il sopracciglio con fare scettico.

"Perché tu volevi premiare la mia dedizione nello studio, gesto meraviglioso e infinitamente degno di stima e gratitudine, e io voglio sia fare lo stesso con te per il tuo lavoro, che dirti grazie per essere la persona meravigliosa che sei, per dare sempre il meglio di te e non arrenderti mai" lo bacio. "Ti amo. E sia io che tutti i vostri alunni vi siamo grati per quello che avete fatto, e continuate a fare per noi. Se non lo dicono adesso, se ne accorgeranno e lo diranno più avanti"

"Ah sì?" sussurra avvicinandosi sorridente alle mie labbra, per poi lasciarci un dolce bacio.

"Sì!" rispondo ferma. "E questo non lo dico solo io..."

Lo bacio, ma si ferma.

"Chi?"

Sorrido.

"Eheh..." riprendo a camminare, seguendo la folla che sta salendo i gradini.

"No, dai... Ormai la pietra l'hai scagliata! Non puoi tirare indietro la mano adesso!" protesta, facendomi impazzire. Vorrei riempirlo di baci!

Non posso nascondergli niente... Ahimè! Quest'uomo o lo sposo, o sarà la mia condanna a vita!

"Ricordi la Senna?"

Sbianca.

"Ti sbagli... Mi odiava! Brava ragazza, e molto sensibile, sì, ma... A me rispondeva sempre male, e raramente era attenta nelle mie lezioni" ricorda.

"Questo non significa che , sotto sotto, non riconoscesse il vostro valore. Tutti lo riconoscevamo, a tutti voi, se proprio vuoi saperlo... Semplicemente, eravamo un po' introversi e non ve lo avremmo mai detto perché pensavamo ci avreste presi per lecchini, o anche solo tra di noi ci saremmo sfottuti" ammetto.

"Ma no! Che peccato..." commenta tra sé e sé.

"Che cosa?" lo guardo incuriosita.

"Mi sarebbe piaciuto, e penso di parlare anche a nome degli altri colleghi, sapere queste cose anche un po' prima. Avremmo potuto ringraziarvi, farci una battuta in più... " sospira. "Ma non fa niente... Ormai è andata!" fa spallucce. "Comunque grazie" mi bacia sulla tempia. "Lavorare con voi è stata un'avventura, diciamo così" sorride.

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