Capitolo 26.

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Arrivata a destinazione, poso le chiavi, mi lavo le mani e vado in camera.

Organizzo nelle note del telefono il modo in cui ho intenzione di procedere a scegliere: prima gli armadi qui, dove revisionerò maglioncini e magliette, poi intimo. Maglioni e pantaloni invernali e abbigliamento estivo per ultimo (quello è il più divertente).

Dopo mezz'ora ho finito con due terzi delle cose, e mi manca solamente la parte estiva. Esamino crop top, canotte, minigonne e jeans, ma anche vestitini, e alla fine opto per portarne giusto tre per tipo.

Una bralette di pizzo nera, jeans corti, qualche top, magliette bianche, top rosso e direi che ho terminato. Adesso ho tutto ciò che dovrei portare: due maglioni invernali, due magliette semplici. Tre jeans, un paio di canottiere invernali e intimo, bralette nera e il resto dei capi estivi. Per il guardaroba ho tutto! (Le scarpe magari le prenderò in un altro momento).

Piego e metto tutto in una valigia, tenendo un posto per i prodotti della skincare e dei cosmetici, ma lì vado sul semplice: una palette di ombretti, mascara, matita, eyeliner, due rossetti, struccante, latte, tonico e pennelli. Infilo tutto bella trousse e ho (finalmente) ultimato.

All'alba delle tre del pomeriggio.

Un momento dopo, rivedendo la stanza ancora un po' in disordine, la valigia chiusa con il resto dei cosmetici sfusi sul pavimento, cominciano a salirmi l'ansia e sensi di colpa.

Cosa sto facendo? Mi ha dato le chiavi di casa, ma non per trasferirmi qualche giorno dopo! Sto trascurando la mia famiglia, alla quale ho promesso che sarei rimasta qui tra l'altro. Ho solo diciannove anni poi!

Sono una stupida, ecco cosa sono.

Disfo tutto, rimettendo ogni cosa al proprio posto, poi riprendo a studiare.

Due ore dopo sento le chiavi. Fede è tornata.

"Guarda chi si rivede!" esclama sorridente in tono di sfottò.

"Cretina!" rido andando ad abbracciarla.

"Mi sei mancata" sussurro.

"È successo qualcosa?" si allontana guardandomi preoccupata.

"No!" Esclamo tranquillizzandola. "Anzi, è tutto stupendo... Solo che... Sento di star correndo un po' troppo" abbasso la testa, spiegandole le situazione.

"Non ho mai avuto un ragazzo, però credo sia normale.

Lo ami, lui ti ama e volete stare insieme.

E avete già iniziato a convivere tra l'altro, se proprio vogliamo essere precise!" mi fa notare. "Però capisco anche che è vero, Clau, ti stavi facendo prendere la mano!

Ti avrebbe accolta, sicuramente, però sai..." aggrotta le sopracciglia.

Sorrido in imbarazzo.

"Già..." le do ragione, sapendo di aver sbagliato.

"E invece con quella matta... Adesso cosa succederà?" mi guarda.

"Devono capire se è lei o il marito, o chiunque abbia avuto accesso al suo dispositivo per agire poi di conseguenza" le spiego.

"Che storia..." commenta.

"Già! Ah: non raccontarlo a nessuno, mi raccomando!" l'avverto. "Sono cose mie e di Luca"

"Lo so, tranquilla" annuisce, abbracciandomi subito dopo.

"Ti voglio bene, sorellona" mormora stringendomi forte.

"Anche io te ne voglio, nanerottola" le do un bacio sulla fronte. "E tu? Cosa mi racconti?"

Non parla più con le sue "amiche" da dopo che ha tentato di chiedere un chiarimento circa l'accaduto in discoteca a scuola e non ha ricevuto risposta, proprio nemmeno la guardano in faccia. Adesso si sta concentrando sull'instaurare un rapporto anche con gli altri compagni per conoscerli, ma naturalmente ci vorrà del tempo per consolidarne uno vero.

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