Capitolo 38.

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"Non ha una bottiglietta? Sa, ultimamente soffro di mal di gola, e... Per quanto si possano lavare bene le stoviglie..." inventa su due piedi, ma l'agente non si fa convincere: "Mi dispiace molto, purtroppo ho tanta sete. Correrei il rischio, se possibile..."

Arrendendosi, la mia ex Professoressa lo fa entrare. Prima di fare un passo dentro, vedo che comunica con il suo collega attraverso un cenno del capo, e che quest'ultimo inizia a camminare intorno alla casa con discrezione.

Lo seguo con discrezione, e una volta abbastanza vicina sussurro:

"Scusi... Che cosa sta succedendo?"

"Abbiamo controllato mentre venivamo, la chiamata veniva da questa abitazione. Non è la prima volta che la signora fa questo genere di... Scherzo telefonico, se così lo si vuole definire, e lei non è la sua prima vittima" mi spiega. "Adesso però voglio vederci chiaro... Lei vada con gli altri, non si preoccupi"

Mi fa segno di allontanarmi.

"Io mi preoccupo eccome, perché la signora sta continuando a molestare me e il mio fidanzato da un anno, ma adesso deve finire" sbotto.

"E allora manteniamo la calma. L'impulsività è un danno in questi casi. La donna non è stabile, ma penso che questo lei lo sappia già..."

"Sì" annuisco.

"Bene. Non complichiamo la situazione" sussurra continuando a guardarsi intorno, fino a quando scorge la finestra aperta.

"Torni di là, qui abbiamo risolto" dice.

"Certo che abbiamo risolto" mormoro prima di scavalcare la recinzione.

L'ufficiale mi segue immediatamente nel tentativo di fermarmi, ma io con un balzo sono già entrata nel cortile.

Mi avvicino alla casa, e aiutandomi con le sporgenze dei mattoni, mi arrampico (grazie ai due anni e mezzo di arrampicata!). Arrivata davanti alla finestra,  entro.

Mi trovo in una camera da letto di un ragazzo, con il letto sotto ai miei piedi, la scrivania a lato e un armadio attaccato alla parete di fronte. Mura bianche, nessun poster. Un computer sulla scrivania, insieme a un porta biro vuoto e nient'altro. 

Scendo attenta a non fare rumore, quando dalla finestra compare l'agente (che mi fa prendere uno spavento): "Devi uscire immediatamente!" mi intima mimando la frase.

Gli faccio cenno di aspettare mentre mi avvicino alla scrivania, ed ecco che smanettando trovo tutte le chat, sia nella galleria del pc che sul sito stesso che ha usato.

Faccio cenno all'agente di entrare. 

<<HO TROVATO QUALCOSA>> scrivo a caratteri cubitali su un foglio che trovo. Lui entra, ed io ripongo il foglio nella tasca posteriore dei jeans, per poi rimettere a posto anche la matita.

Legge, e mette in allerta la pattuglia di sotto. Mentre sta parlando, mi mando tutto il materiale per email. 

"Adesso lei esce da qui, e ci pensiamo noi" scandisce.

Eseguo. Quando sono con i piedi a terra nel giardino alzo lo sguardo e vedo che l'agente mi sta guardando, allora esco anche dal cancello così come sono entrata.

Sparisce dentro la stanza, e dopo qualche minuto si sentono delle urla all'interno della casa.

Dopo altri minuti, la Stenna esce ammanettata, con le mani dietro la schiena scortata dai carabinieri che avevo visto.

Ci volgiamo uno sguardo con l'ufficiale, dopodiché la fa portare via, restando fuori dall'auto, che parte. mi si avvicina:

"I miei complimenti, ha un ottimo intuito. Ma non agisca mai più in questo modo. E' pericoloso, e soprattutto non è lecito. Ha commesso un reato oggi"

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