Capitolo 60. Montagna - Parte Quarta

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Ieri siamo tornati verso le undici, adesso siamo nell'appartamento. Mi sono svegliata stamattina, ma Luca non c'era. Mi sono spostata, andando a cercarlo, e l'ho trovato ad ammirare l'alba.

Lo abbraccio da dietro, e come al solito finge di odiarlo (anche se entrambi sappiamo benissimo quanto gli piaccia e quanto si rilassi). Infatti, non appena comprende che non lo lascerò, sospira guardandomi, come a dire: "Tutto bene?", ma subito dopo chiude gli occhi e la sua espressione messa su per scherzare cade quando il sorriso gli compare sul volto. Torna a guardare fuori dalla finestra, e il suo capo si china lentamente all'indietro verso il mio, che lo avvicino, mentre restiamo in silenzio a contemplare l'alba dalla porta balcone principale nella cucina del cottage.

Gli accarezzo con dolcezza la nuca, poi gli lascio qualche bacio sulla spalla, salendo lungo il collo fino al lobo dell'orecchio, che prendo in bocca giocosamente e tiro due volte in maniera dolce: una solo con le labbra, la seconda lasciandolo uscire da sotto i denti, i quali gli fanno solo una carezza.

Ripeto i gesti più volte, e finalmente si lascia scappare un "Mh".

Si volta, lentamente, guardandomi negli occhi. Mi accarezza il viso e scende a baciarmi le labbra. È un bacio molto delicato, romantico.

Poso i palmi sulle sue guance ruvide mentre la barba mi solletica la pelle, e sorridendo continuiamo a baciarci in una maniera sempre meno casta.

Le sue mani ora scendono, scorrendo lungo i miei fianchi, fermandosi sul bacino.

Si allontana lentamente quel poco per guardarmi negli occhi, nei quali vedo dolcezza, romanticismo, desiderio, passione, e continuo a baciarlo sorridente.

"Ti amo" sussurro.

"Ti amo, piccolina" sussurra, prima di riprendere.

Continuiamo a baciarci, scendiamo sul collo entrambi con il risultato di una stretta ancora più vigorosa su tutti e due i corpi.

Quando smettiamo abbiamo il fiatone, e poiché non riesco più ad aspettare torniamo dentro, dove inizio a spogliarlo della maglietta di cotone pesante bianca che indossa.

Mi sfila la sua giacca della tuta, che scopre la mia pelle sensibile facendomi venire i brividi.

"Hai freddo?" bisbiglia sulle mie labbra.

"Un po' " mi stringo in me stessa imbarazzata.

Sorride, divertito e intenerito come sempre. Mi accarezza la guancia, i capelli, dopodiché riprendiamo a baciarci, avvicinandoci a piccoli passi alle lenzuola morbide nell'altra stanza, tra le quali mi fa sdraiare e poi mi copre.

"Va meglio?" mi accarezza da sopra esse.

Annuisco, sentendo una scarica di adrenalina tra la morbidezza e lo stupendo tepore nel quale sono avvolta.

"E tu? Hai freddo?" bisbiglio, avvicinandomi a pochi millimetri dalle sue labbra.

"No..." mi bacia, d'istinto. La sua mano sulla mia guancia, le sue labbra sulle mie.

Le mie braccia si allacciano immediatamente dietro il suo sollo, le mie mani scivolano sulle sue spalle, e noi proseguiamo quello che, inaspettatamente, si dimostra essere un bacio lento e pieno di dolcezza e amore, più che avidità e pura passione come quelli precedenti.


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Il giorno successivo, verso le undici, sento lo scrosciare delle gocce sul vetro. Guardo fuori, e noto che sta piovendo.

Lancio uno sguardo a Luca, che mi capisce subito.

"Vuoi uscire?" domanda con voce bassa.

Annuisco, lui si avvicina lentamente avvolgendomi i fianchi tra le sue mani, poi, sempre con il timbro di voce basso, continua: "Vuoi il bacio sotto la pioggia come nei film?" Sorride.

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