Capitolo 27.

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"Tutto bene?" domanda mamma.

"Sì, scusa..." sorrido. "Ero solo un po' distratta"

"Domani non ci sono. Però vado a prendere Fede"

"Eh... Era da tanto che non vedevi Romeo in effetti!" mi prende in giro.

"Dai, piantala. No, è che... Me ne sono andata nel periodo peggiore, e mi sento una stronza. Però non vi sentivo da un po', e volevo stare anche con voi..." mi sfogo.

Ignorando completamente l'ultima parte del mio discorso, mi guarda preoccupata: "Problemi a scuola?"

"No... Cioè, riguarda la scuola, ma non la parte didattica, è... Un'altra cosa. Però il punto è che non gli sono accanto... " mormoro, mentre il senso di colpa e la tristezza emergono sempre più.

Se ne esce con un: "Allora vai da lui! Come ho detto prima, qui nessuno ti trattiene!"

A questo punto m'irrigidisco: "Luca nemmeno, infatti non mi ha mai chiesto niente"

"Appunto. Stai facendo tutto tu!" continua.

"Ehy, che succede?" subentra Federica.

"Che mamma è la solita..." sbuffo andandomene.

Già non co che cosa fare, sto per chiederti qualcosa e mi tratti anche male?!

Quasi quasi mi trovo un lavoro e mi trasferisco veramente da Luca...

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A cena resto in silenzio, papà non è ancora tornato perché rincaserà verso le undici. E' stato però felice di sapere che sono rientrata (su due genitori, almeno uno!) , sebbene all'inizio anche lui si sia detto preoccupato di questa cosa.

Ho detto che va tutto bene, di non preoccuparsi, ho riso e scherzato per non dargli altri problemi, ho cercato di farlo parlare dei lavori che ci sono in giro per il mondo affinché non chiedesse nel dettaglio qualcosa, e una volta terminata la chiamata sono terminati anche i sorrisi, facendo sì che il gelo tra me e mamma rientrasse. Tutto come prima!

Sono tornata in stanza, e adesso mi sto sentendo una schifezza per non aver detto la verità a papà, ma mi auguro che questa serie tv possa farmi dimenticare (almeno temporaneamente) la situazione.

Manco a dirlo, bussano alla porta.

Credendo sia Fede, rispondo con un sorriso: "Vieni, entra!" ma quando vedo mamma, un'espressione accigliata va a sostituirlo.

"Da quando bussi?" faccio ironica prima di bere un sorso d'acqua dalla bottiglietta. In tutta risposta ricevo una brutta occhiataccia, ma subito si ricompone e come padrona di casa (quale è) viene a sedersi sul letto.

"Che cos'è successo, Claudia? Ti vedo molto preoccupata" finge di non badare al mio comportamento.

"Ma no, non ti spaventare... Ci pensiamo io e Luca, stai tranquilla" cerco di rassicurarla, ma a quanto pare non ci riesco.

"Sei ancora giovane, spero che un giorno potrai capirlo anche tu, però... Se mia figlia ha qualcosa, io non posso stare tranquilla. Non posso fare finta di niente se lei è sempre stata una bambina felice, che raccontava sempre tutto, e tutt'un tratto la vedo giù di morale, arrabbiata e scontrosa. No? E non è solo oggi"

Annuisco.

"Da piccolina avevi sì il tuo caratterino tosto, eh? Non pensare... Ci siamo sempre scontrate, poi ti sei allontanata definitivamente. Forse è stata anche colpa mia, che tra la nascita di tua sorella, e poi la ripresa del lavoro ti ho trascurata, e mi dispiace tanto, credimi" inizia a piangere, ma ricaccia immediatamente le lacrime. "Sei sempre andata più d'accordo con tuo padre, che non sa dirti di no!"

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