Capitolo 2.

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"Prenditi del tempo per te prima di tornare di corsa sui libri, okay? Facciamo una passeggiata, balliamo, guardiamo un film, una serie tv, leggiamo qualcosa... Quello che vuoi, ma non buttarti a capofitto nello studio. Non risolveresti niente" Cerca di farmi ragionare. "Faccio quello che vuoi guarda: resto, me ne vado... Basta che mi prometti che adesso prenderai del tempo per te!"

È sempre così premuroso... Come si fa a non amarlo?  Rifletto mordicchiandomi il labbro inferiore per qualche minuto. Lui trattiene il respiro per un istante.

"Quello che voglio?" ripeto. Luca annuisce. 

"Tutto" precisa.

Vorrei sorridere, ma decido di optare per gli occhi da bambina innocente.

"Compreso restare a dormire con me questa notte?" azzardo in falsetto. A lui per poco non prende un colpo. Inizialmente sbianca, poi si rianima.

"S- Sì" diventa più sicuro. "Tutto vuol dire tutto. Se vuoi questo, che io resti... Lo farò! Per me non c'è problema! Chiediamo e..." Cerca di convincere più sé stesso che me. Questo mi fa capire che non voglia, e che , per tanto, io non possa costringerlo.

Abbasso il capo, rialzandolo il secondo dopo con un sorriso: "Va tutto bene amore, stavo solo scherzando! Per provocare... Mi conosci!" tento di scusarmi, ma lui sembra deciso.

"Claudia, se tu vuoi che io resti, non appena avrò la certezza di poterlo fare lo farò" mi rassicura. "Faresti lo stesso per me, ne sono certo" si alza. "Andiamo a chiedere?" 

Incredibile come con tre parole sia riuscito a rendermi la ragazza più felice di tutto l'Universo!

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Alla fine abbiamo optato per una passeggiata. Siamo andati in salotto per chiedere, ma non ce la siamo sentita, e quindi abbiamo esordito con: "Andiamo a fare un giro, buona serata e buonanotte... In caso dovessimo tornare troppo tardi!".

Non definirei la strada gremita, però un po' più affollata del normale sì. Siamo arrivati per caso in stazione, e ci è venuto in mente - gli è venuto in mente. Io l'ho convinto però che si potesse fare - di salire sul primo treno.

Così abbiamo fatto - preso per miracolo tra l'altro: l'attimo dopo che siamo saliti si sono chiuse le porte! - . Luca mi ha sorriso. 

Una volta scesi, siamo andati in metro.

"Tieni a mente dove siamo saliti adesso" mi indica la scritta sulle pareti. 

Vado all'Università da qualche mese, prendo la metro - seppur sporadicamente all'inizio - da tre anni oramai, con mio padre,  mia sorella e occasionalmente anche con qualche amica. Nonostante il mio fidanzato sappia perfettamente tutto questo, si comporta ogni volta come se per me fosse la prima volta, e sta attentissimo ad ogni mio gesto, come io con lui.
...Niente da aggiungere, lo amo!

"Neanche quando ero piccola i miei si preoccupavano tanto per me... Rilassati!" sussurro al suo orecchio dopo averlo abbracciato.

"No" risponde secco.

Metto il labbruccio, mi bacia.

"Sono tranquillo" tenta di rassicurarmi.

Sospiro, ben sapendo che non è così. 

"Lo giuro!" continua.

Mi fingo convinta, e subito dopo mi alzo di scatto. Cammino un po' nel corridoio, Luca cerca di farmi credere che sia distratto mentre gioca con il cellulare, ma in realtà è teso. Sappiamo entrambi che sto per combinarne una delle mie.

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