Capitolo X

65 13 36
                                    

Le ore sembravano non finire mai, i giorni sembravano passare lenti e tortuosi. Ma anche quel "mai" ebbe una fine. Erano trascorsi circa quattro mesi da quando Maddalena era stata tratta in soccorso dai cavalieri del tempio, che avevano accettato di tenerla con sé fino a quando non avrebbe avuto soldi a sufficienza per vendicarsi. Nessuno però osava chiederle qualcosa sul suo passato. Nessun cavaliere sapeva nulla di quella giovane dalla chioma bruna e gli occhi gentili. Neanche l'unico cavaliere Templare che passava con lei la maggior parte della giornata, Robert de Sablé, che aveva accettato di insegnarle come padroneggiare un'arma. Doveva ammettere che imparava molto in fretta, almeno non era come quei novizi che ci mettevano un anno solamente per imparare a reggere con una sola mano una spada.

La fitta nebbiolina delle nuvole grigie torreggiava su Acrì già dal tardo pomeriggio – non che di giorno fosse diverso- anche dopo l'epidemia di peste, che aveva riempito i letti della fortezza dei cavalieri Ospitalieri. Quest'ultimi avevano donato ai Templari un alloggio provvisorio, che si trovava vicino al porto, a distanza da persone che potevano essere ancora infette e che quindi potevano infettare anche i cavalieri del tempio. Il cortile della piccola fortezza donata dagli Ospitalieri, infatti, era un ottimo posto d'allenamento.

Quattro mesi di duro allenamento, di storia imparata, di latino e soprattutto di geografia. Robert era un ottimo insegnante e credeva fortemente nella giovane. Dalla prima volta che l'aveva vista, dentro la rete dei pescatori, con il suo esile corpo martoriato dalle pietre. Anche se non sapeva il suo passato, immaginava che fosse stato tremendo. Magari un giorno glielo avrebbe chiesto, ma ora era ancora troppo presto e voleva concentrarsi solo sul suo addestramento. Era diventata Griet di Imara per un motivo e un giorno l'avrebbe scoperto. Ora che l'ammirava con i capelli legati e gli abiti stretti, mentre nell'impugnatura c'era il manico della spada, negli occhi verdi di lei riuscì a scorgere un lampo vendicativo e malizioso che lo intrigava fortemente. In quell'arco di tempo non smetteva un secondo di guardarla. Mentre mangiava, rideva, parlava, dormiva. Ogni sua azione sembrava dettata da una sfumatura diversa del suo essere. Sfumature che avrebbe voluto scoprire. Ma non poteva, giacché il voto di castità glielo impediva. Anche guardarla era un peccato mortale, anche fantasticare. Perché, a malincuore, l'aveva presa sotto la sua ala come fosse davvero una sorella di sangue. Lo era, del resto, ma era una sorella di lama. Era meglio che dava ascolto a Jarabe. Aveva ancora poche cose da insegnarle e poi avrebbe lasciato che seguisse la sua strada. Se questa era la volontà del Signore, lo avrebbe capito molto presto.

Con una mossa arguta, ruppe la difesa con la sua spada, dando una spinta – non leggera- alla sua avversaria che cadde a terra con un tonfo e un sospiro esasperato. Avrebbe dovuto imparare ad anticipare le sue mosse e magari studiare di più, soprattutto.

"Niente male." Disse Robert, alzando la sua spada in aria, tagliando il vento. "Ci sono ancora poche cose da correggere. Per il resto va bene." Detto ciò, le porse una mano per aiutare la sorella di lama a rialzarsi. Maddalena l'accettò e si aggrappò a lui, con tutte le forze che le erano rimaste dopo un allenamento del genere.

"Dovrei imparare ad anticipare le mosse del mio avversario."

"Si, soprattutto quello. C'è ancora tempo." Rispose il suo maestro, mentre le diede un buffetto sulla guancia, come si fa con un bambina, e le rivolse un leggero sorriso prima di andare a rifoderare la sua spada.

Per Maddalena era strano, era certa di non averlo mai visto sorridere da quando lui le insegnava l'arte della scherma, che mai avrebbe pensato di imparare. Lo guardò di spalle, mentre raggiungeva il tavolo al centro del cortile, ornato ai lati delle colonne da arrampicanti e fiori di lavanda, che rendevano gradevole l'odore alla zona, mascherando l'odore di pesce del porto lì vicino. Ma in quel momento, l'unica cosa che riuscì a costatare, era il suo di odore. Aveva necessariamente bisogno di un bagno, prima di cena. Con gli stivali di cuoio che riecheggiavano nel cortile e nei corridoi vicino, si avvicinò a Robert.

Anima RubrumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora